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Il Papa viene spesso criticato perché detiene molti beni preziosi, perché è proprietario della Città del Vaticano e non redistribuisce le sue ricchezze ai poveri. Per noi fa benissimo a tenersi quello che ha: ne ha tutto il diritto. Lo ringraziamo anche per aver dato una spallata decisiva all'Unione Sovietica e avere chiesto scusa per alcuni crimini del passato della Chiesa (come le Crociate o l’Inquisizione). 
Non siamo d'accordo con il Papa perché non facilita il progresso scientifico. La sua posizione è resa molto chiara nell'enciclica "Fides et Ratio": "Il fedele non solo non ha alcun diritto di difendere, come legittime conclusioni scientifiche, opinioni che siano contrarie alla dottrina di fede, ma è obbligato assolutamente a guardare ad esse come errori che non sono altro che simulacri fraudolenti della verità". Un bel colpo al progresso scientifico, considerando che la comunità cattolica a cui si rivolge il messaggio è una delle più estese del mondo e molti governi sono ancora direttamente influenzati dalla Chiesa! Al Cairo, tre anni or sono, il Papa ha allacciato un dialogo con l'Islam che lo porta a condividere con la religione di Maometto una serie di proibizioni assolute nei confronti dell'eugenetica, di tutte le forme di sviluppo della clonazione, oltre che ribadire l'intoccabilità dell'istituto familiare e l'equiparazione dell'aborto all'omicidio. Credendo, noi, che l'individuo sia l'unico proprietario del suo corpo e possa fare di esso ciò che vuole e credendo che la creatività scientifica della mente umana non possa essere limitata da dogmi di fede (dettati dall'istinto, ma che nulla hanno a che vedere con la ragione umana), non possiamo che prendere le distanze da una simile visione dell'uomo e della sua ragione.

Il Papa, inoltre, sta dimostrando sempre più ostilità nei confronti del sistema politico ed economico che noi sosteniamo: il capitalismo. Ai fedeli polacchi ha ribadito di recente: "non fatevi tentare dall'errore del capitalismo". E puntualmente loro hanno votato i neo-comunisti. Ai Cinesi, ancor più di recente, il Papa ha chiesto scusa. Per le persecuzioni subite? Coi Palestinesi si sta sviluppando, ormai, un evidente rapporto di complicità. Non occorre andare troppo indietro nel tempo, al riconoscimento diplomatico dell'OLP da parte del Vaticano, unico paese che lo riconobbe assieme all'Unione Sovietica. Basta vedere il caso dei 13 terroristi armati ospitati e protetti nella chiesa della Natività, il ruolo che ha avuto il Vaticano per salvarli dalla loro (giusta) punizione, le armi palestinesi nascoste nell'auto (territorio vaticano) di un mons. Capucci, lo scampanio che ha accolto Arafat a Betlemme, per rendersi conto di quanto la Chiesa sia attualmente complice del terrorismo palestinese. Un terrorismo che non è rivolto solo contro i "deicidi" ebrei, ma contro l'Occidente stesso e contro gli stessi cattolici. Dal Papa non è mai arrivata una sola parola di condanna nei confronti di regimi anti-occidentali. Mai una sola parola di condanna contro i regimi comunisti che tuttora sono vivi vegeti e letali, come quello di Castro, che il Papa è andato a trovare in amicizia. Mai una sola parola per i milioni di Cristiani sterminati in Sudan, nell'Africa occidentale islamizzata, nel Pakistan, in Iran, nella stessa "amica" Palestina. In compenso fiumi di parole sono srotolate contro qualsiasi pena di morte applicata contro criminali riconosciuti tali con regolari processi negli Stati Uniti. 

 

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