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Nell'alto Medio Evo il denaro non aveva assunto ancora un ruolo importante, dato che in quel periodo la forma più usuale di commercio era il baratto. La società feudale era basata sulla proprietà dei terreni. Solo dopo le Crociate, ed in particolare nelle città sotto il controllo di Firenze, si avrà lo sviluppo di un'economia finanziaria grazie al commercio internazionale. Questa evoluzione portò notevoli conseguenze. La nobiltà e il clero, con i possedimenti terrieri, avevano dominato l'inizio del Medio Evo. Le varie guerre e il conflitto tra Papato e Impero, però, avevano gettato in serie difficoltà economiche i grandi latifondisti, ai quali non rimase altra possibilità che quella di ricorrere ai prestiti di denaro da parte dei borghesi. Ma essi richiedevano alti interessi e i latifondisti furono costretti a ipotecare i propri beni. Dunque accadde che gli aristocratici spesso non potevano far fronte ai propri debiti e le terre venivano loro spossessate da parte dei creditori. A questo declino della nobiltà corrispose quindi l'ascesa delle borghesia. Gli appartenenti a questo gruppo sociale emergente credevano nell'individua- lismo e si attenevano al principio di libera concorrenza senza temere i rischi che il sistema comportava. Proprio grazie all'individualismo economico si crearono le condizioni psicologiche e materiali che avrebbero portato al rinnovato spirito con cui gli uomini si rivolsero a tutti i campi dell'arte e della cultura, tramite l'impegno diretto, oppure attraverso il mecenatismo. Era il Rinascimento.
Il Capitalismo quindi fu un fattore estremamente importante del radicale cambiamento intellettuale e politico dell'Italia del Trecento e del Quattrocento. "Chi ha denaro e tempo sa come usarne per fare o per far fare ciò che gli aggrada". Leon Battista Alberti dixit.
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