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Vergogna sull’11 settembre
 

Anche di fronte a un attacco evidente, gratuito e deliberato alla civiltà occidentale, quale è stato l’attacco a Washington e New York, anche di fronte a un evento che farebbe dire a un nichilista che al mondo esistono buoni e cattivi come nelle fiabe di Tolkien, si continua a discutere su chi abbia la colpa reale. E naturalmente, almeno un quarto degli Italiani da la colpa agli Stati Uniti o alla civiltà occidentale in generale o, ancora più in generale, al capitalismo. E fra quelli che attribuiscono la colpa a Stati Uniti e alla civiltà occidentali, naturalmente molti applaudono all’abbattimento delle Torri Gemelle e alla distruzione di un anello del Pentagono.

Le argomentazioni di questo quarto di popolazione italiana che da torto agli Stati Uniti, sono parecchio fumose, come sempre quando qualcuno tenta di difendere a tutti i costi chi è nel torto marcio e si dichiara pure colpevole, come ha fatto Osama Bin Laden e come hanno fatto i Palestinesi che ballavano per le strade l’11 settembre. C’è una minoranza di gente che si dice convinta del fatto che gli Stati Uniti si siano tirati giù da soli le torri gemelle. Si sa che ai pazzi bisogna sempre dar ragione, dunque in questa sede non stiamo troppo a discutere una tesi così delirante. Fra i tanti deficienti che blaterano la tesi dell’autodistruzione delle Torri Gemelle e del Pentagono si nascondono anche dei truffatori consapevoli. Questi sono soprattutto i nemici cronici degli Stati Uniti. Anarchici che vogliono a tutti i costi attribuire tutte le colpe di questo mondo allo Stato federale, comunisti che identificano apertamente gli Stati Uniti come un nemico, filo-arabi che fanno i vittimisti per giustificare nuovi futuri orrori. Tutta questa gente può anche essere consapevole che la tesi dell’autodistruzione delle Torri Gemelle sia insostenibile quanto il dire che gli attentati dell’11 settembre siano opera di Satana in persona o degli alieni, ma non gliene può fregare di meno: il loro compito è quello di gettare fango sugli Stati Uniti e lo fanno fino in fondo. Sono intellettualmente disonesti e mentono sapendo di mentire, per ottenere il loro sporco fine politico.

La maggior parte di quelli che danno torto agli Stati Uniti anche nel caso dell’11 settembre, comunque, usano argomentazioni un po’ più raffinate. La maggior parte di loro, infatti, ammette che l’attacco dell’11 settembre sia sicuramente opera degli integralisti islamici, ma che gli Stati Uniti, tirando le somme, se lo sono meritato. Molti di questi, di fronte alle immagini dell’11 settembre, possono dormire sonni tranquilli e pensare fra sé e sé: “gli integralisti hanno fatto bene. Una bella lezione agli yankee!”. Questo è quello che pensa un quarto della popolazione italiana. Perché? I motivi che dichiarano pubblicamente, quando i più famosi tra loro vengono invitati alla televisione a parlare apertamente, sono generalmente due: i più colti dicono che gli Stati Uniti se lo sono meritato per il loro imperialismo militare che colpisce soprattutto il Medio Oriente; i più grezzi dicono che gli Americani se lo sono meritato perché la loro civiltà capitalista è intrinsecamente imperialista e malvagia.

Anche la tesi più raffinata fra le due, la tesi dell’imperialismo militare americano, è in mala fede. Gli Stati Uniti sono presenti nella politica mediorientale perché appoggiano Israele. Ma perché appoggiano Israele? Perché se non ci fosse il loro appoggio, Israele, con i suoi 6 milioni e mezzo di abitanti, il suo sistema liberale (l’unico di tutto il Medio Oriente) e la sua ricchezza (ottenuta unicamente grazie a un sistema capitalista di libero mercato, dato che Israele non ha risorse degne di nota), sarebbe già stato cancellato dalla carta geografica. Tutto qua: gli Stati Uniti non permetteranno che avvenga un secondo Olocausto e per questo si impuntano nella difesa dei confini dello Stato ebraico dagli aggressori arabi. Ma questa è una realtà che i sostenitori della tesi dell’imperialismo americano non vogliono vedere. Essi blaterano che l’appoggio a Israele e la difesa della sua esistenza siano atti aggressivi e imperialisti, degni di una potenza coloniale che vuole sottomettere il Medio Oriente per i suoi sporchi interessi petroliferi. Perché non vogliono vedere la realtà? L’ignoranza non basta: questi signori, che si riuniscono nei salotti a parlare contro il capitalismo sionista, vogliono realmente vedere l’annientamento di Israele.

Poi ci sono, fra i sostenitori della tesi dell’ “imperialismo” anche quelli che, numerosi, col loro mento che trema dalla commozione, ti chiedono “E i bambini irakeni?”, “e l’embargo all’Iraq?”, “e i milioni di morti fatti ogni giorno dagli Americani contro i civili irakeni?”. Tesi demenziale: per vendicare i bambini morti per l’embargo in Iraq, si attaccano gli Stati Uniti al cuore, colpendo i civili in massa. Demenziale per due motivi: i bambini irakeni non muoiono per l’embargo all’Iraq, che è un embargo sulle armi e non sul cibo. Secondo: nessuno di questi signori sensibili si chiede perché ci sia un embargo sull’Iraq. L’Iraq ha aggredito gratuitamente il Kuwait, per suoi disegni egemonici (arrivare al Golfo Persico) e per strangolare l’economia statunitense, che dal petrolio del Golfo dipende. Dietro a quelli che puntano il dito contro l’embargo in Iraq, oltre a milioni di “utili idioti” la cui mente è plasmata dalla propaganda degli amici (cattolici e comunisti) di Saddam, ci sono anche quelli che sostengono realmente il disegno di Saddam Hussein, che non desiderano altro che vedere gli Stati Uniti senza una goccia di petrolio, affogati da una crisi economica senza vie d’uscita.

Veniamo al peggio, al fondo del baratro della cultura antiamericana. Sì, perché ci sono anche quelli che, di fatto, sostengono che gli Stati Uniti, anzi, gli Americani si siano meritati l’11 settembre perché… sono Americani. Razzismo? No: peggio. Questi signori ritengono che il sistema capitalista e la costituzione liberale adottati dagli Americani fin dalla nascita della loro nazione, siano moralmente aberranti. Non tollerano che ci siano dei popoli liberi al mondo, non tollerano che ci sia una costituzione liberale che permette a ciascun individuo di vivere protetto nella sua vita e nella sua libertà di perseguire, a modo suo, la sua felicità. E non ammettono di vedere che un popolo retto da leggi simili diventi il più ricco e potente (sotto tutti i punti di vista, anche militare) del mondo. Per cui predicano, consapevolmente ed esplicitamente, la “rivolta” delle dittature povere del mondo (che sono povere proprio perché dittature totalitarie) contro i “ricchi del mondo”. Questa gente vuole, in parole povere, fare in tutto il mondo quello che i no-global hanno fatto a Genova: “sei ricco? Ti sei guadagnato la tua casa e la tua macchina? Ah no, questo non te lo puoi permettere! Io te le devo distruggere.” Questo è il loro ragionamento: i dittatori del terzo mondo devono “alzare la testa”. La loro invidia nei confronti di popoli liberi e ricchi è legittima e possono sparare nel mucchio, ammazzando a più non posso. E’ gente che non ammette che una persona libera si guadagni e si goda in pace quello che ha guadagnato con il proprio lavoro: per loro i ricchi devono tormentarsi di sensi di colpa e i poveri devono essere invidiosi e prendersi la ricchezza con la forza. E quel che c’è di peggio è che si tratta di gente che ragiona in questi stessi termini anche quando si tratta di giudicare intere nazioni. Che in base a questa logica malata (perché, al di fuori di mille arzigogoli intellettualistici, questa è e questa rimane: una logica da malati di mente), giustifica migliaia di morti.


 

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