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Il mondo nel 2003

 
Il mondo nel 2003 si presenta come un posto rischioso, sul quale grava il peso del terrorismo islamico e della guerra con Iraq e Corea del Nord. Tuttavia, a ben vedere, il mondo del 2003 sarà un mondo meno rischioso rispetto a quello che vi era 10 o 20 anni fa. Con il crollo dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati, infatti, è venuta meno la possibilità di un annientamento fisico totale della nostra civiltà da parte delle potenze comuniste. La lenta frammentazione (anche traumatica e foriera di conflitti sanguinosi) del blocco di Stati comunisti, ha fatto sì che il Mondo Libero non si trovasse più a fronteggiare un blocco militarmente e politicamente compatto di nemici. Da 12 anni a questa parte il Mondo Libero non ha fatto altro che espandersi, con molti altri Paesi europei ed extra-europei (fra cui molti ex Paesi dominati da regimi comunisti alleati dell’URSS), che hanno adottato un sistema politico democratico costituzionalmente limitato, un sistema economico di libero mercato e un sistema giuridico fondato sulla garanzia dei diritti individuali. E’ meglio parlare di Mondo Libero e non di Occidente, come si usa spesso in questi ultimi anni, proprio per questo motivo: chiunque, indipendentemente dalla sua razza o posizione politica, può accettare le regole del Mondo Libero. Altrimenti non si spiegherebbe l’appartenenza a questo blocco di Paesi come Taiwan, il Giappone o la Corea del Sud che nulla hanno a che vedere con l’Occidente e la sua “cultura giudaico-cristiana”. I confini del Mondo Libero sono molto più estesi del nucleo tradizionale dell’Occidente, che comprende Europa occidentale, America del Nord e Oceania. Oltre a questo nucleo duro, il Mondo Libero comprende anche Paesi dell’America Centrale (Messico e Panama), dell’America del Sud (Colombia, Perù, Bolivia e Cile), dell’Europa centrale e orientale (Croazia, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia), del Medio Oriente (Israele) dell’Africa del Sud (Sudafrica, Namibia e Botswana), del Sud-Est asiatico (Thailandia, Cambogia e Filippine), dell’Asia orientale (Taiwan, Corea del Sud e Giappone). Tutti i Paesi che fanno parte del Mondo Libero, sono fra loro legati, direttamente o indirettamente, da alleanze militari, istituzioni comuni e accordi di libero scambio.

Nel 2003, la differenza fra il Mondo Libero e il resto del mondo, è sempre marcata ed evidente a tutti. All’interno del Mondo Libero, non vi sono conflitti, i Paesi preferiscono lo scambio alla disputa, la trattativa fra governi permette di risolvere qualsiasi controversia, molte aree sono anche demilitarizzate. L’assenza di conflitti e un volume elevato di scambi nel libero mercato e una giustizia che tutela i diritti individuali, permettono alla popolazione di essere sicura in casa propria. Il Mondo Libero è un mondo sempre più ricco, in cui il benessere è diffuso al punto che un cittadino medio gode delle stesse comodità di un nobile di corte di due secoli fa.

Stride sempre maggiormente il contrasto con il resto del mondo non libero: dittature, leggi liberticide fondate su ideologie o religioni fanatiche, arretratezza tecnologica, disordine sociale e fame sono all’ordine del giorno. Sistemi politici dittatoriali, economie chiuse e pianificate e ordini legali repressivi ostacolano lo sviluppo, frenando la libera creatività degli individui. Nello stesso tempo promuovono la guerra e il conflitto con i vicini: un dittatore che non è rispettoso dei diritti individuali nel proprio Paese, non lo è nemmeno dei diritti degli individui che abitano fuori dai suoi confini. Un regime dispotico che non riconosce l’esistenza di diritti individuali, non riconosce nemmeno che i Paesi confinanti sono costituiti da un insieme di individui da rispettare: un regime dispotico è maggiormente teso a considerare gli altri Paesi come entità uniche da combattere, sfruttare, controllare, conquistare. Il tutto per la realizzazione di fini collettivi e astratti dettati da ideologie e religioni. Al di fuori del Mondo Libero, non vi è pace e anche dove vi sia pace, ci si prepara continuamente alla guerra. E così la Cina arma la sua frontiera con la Russia e si attacca alla gola dell’India, mentre questa si prepara alla guerra con lo Sri Lanka e il Pakistan, quando quest’ultimo, assieme all’Arabia Saudita, arma la mano degli integralisti islamici da lanciare in Cecenia contro la Russia che, a sua volta, mira a riconquistare con la forza tutte le repubbliche ex sovietiche che si mostrano troppo indipendenti… Il mondo fuori al di fuori del Mondo Libero appare come un insieme eterogeneo (per religioni e ideologie) di Stati autoritari o totalitari, in cui ogni Stato si prepara a combattere contro tutti gli altri e dove la pace è assicurata solo dalla minaccia reciproca di distruzione o da equilibri militari troppo svantaggiosi per entrambe le parti in causa.

Dove Mondo Libero e dittature confinano, il Paese più libero rischia perennemente di essere cancellato dalla carta geografica. In tutti i casi, il suo benessere e la sua libertà sono visti dai dittatori confinanti come una sfida sovversiva inaccettabile. E’ per questo che i confini del Mondo Libero sono perennemente insanguinati: la Colombia sta fronteggiando da 20 anni l’aggressione di bande armate comuniste finanziate da Cuba e adesso anche dal regime comunista di Chavez in Venezuela; la Croazia ha dovuto combattere per cinque anni per liberarsi (non si sa quanto a lungo) dall’aggressione della Serbia comunista; Israele sta combattendo da tre anni una guerriglia ferocissima, all’interno dei suoi stessi confini, alimentata dalle dittature arabe che lo circondando; le Filippine devono anch’esse combattere una guerriglia durissima, all’interno dei propri confini, contro integralisti islamici armati dal regime indonesiano; Taiwan rischia ogni giorno di essere invasa dalla Cina, il più grande regime totalitario oggi esistente; la Corea del Sud e il Giappone, ogni giorno, rischiano di essere annientati fisicamente dai missili nordcoreani, attualmente il regime più oppressivo e militarista del mondo.

Nel mondo non libero, poi, si stanno formando anche gruppi transnazionali che hanno come obiettivo prioritario quello di riunire tutti gli Stati autoritari e totalitari in una crociata che distrugga il Mondo Libero, visto come l'origine di tutti i mali dell’umanità. Questi nemici giurati della civiltà, per nostra fortuna, sono ancora limitati nel numero e nella potenza, ma stanno crescendo. I più virulenti sono gli integralisti islamici di Al Qaeda, che hanno dominato la scena dagli attacchi terroristici del settembre 2001 in poi. All’alba del 2003 mostrano, ancora, di essere forti e pronti ad agire ovunque nel mondo con nuovi attentati. Tuttavia, questi sono solo i più evidenti, ma vi sono anche altri movimenti, che non agiscono con gli strumenti vistosi del terrorismo, ma che fanno ugualmente paura. Basti pensare agli Eurasianisti, che hanno la maggioranza del Parlamento russo e dominano la Bielorussia, ai confini dell’Europa.  O ai Castristi, che hanno appena ottenuto il controllo del Brasile con la vittoria elettorale di Lula, che mirano a conquistare il controllo dell’Argentina (sfruttandone la grave crisi economica) e che tentano ancora di esportare la rivoluzione armata nel continente americano e (per quanto possibile) nel mondo. E poi vi sono anche dei movimenti fiancheggiatori all’interno del Mondo Libero, perennemente sottovalutati, ma quasi altrettanto pericolosi (se non altro per la pressione culturale che esercitano), come i “no-global”.

Fortunatamente, all’alba del 2003, è ancora viva la tendenza opposta: la tendenza del Mondo Libero a espandersi.  Vi sono popoli che si stanno ribellando in massa ai loro regimi dittatoriali, per entrare a far parte del Mondo Libero. I casi più vistosi, all’inizio del nuovo anno, sono il Venezuela, che sta cercando di sollevarsi contro il castrista Chavez e l’Iran, che da anni cerca di liberarsi dal terribile totalitarismo religioso degli ayatollah. Tuttavia non sono casi unici e isolati. La dissidenza cresce a Cuba e sotto molte dittature arabe, come in Libano o in Egitto. Un’opposizione democratica continua ad esistere in Russia, in Serbia e in Bielorussia. Altri Paesi, quali la Bosnia, l’Albania, la Macedonia, la Romania, la Bulgaria, la Turchia, l’Ucraina, l’Armenia, l’Adzerbadjan, la Georgia, il Kazakhistan e l’India  si stanno lentamente e progressivamente riformando per volontà dei loro stessi governi e sono sempre più vicini al Mondo Libero.

Il 2003 si presenta come un anno di conflitto, dunque. E’ un anno che presenta speranze e paure fra loro ben equilibrate e per questo potrebbe essere un anno decisivo, sia in negativo che in positivo. Dipende tutto dai governi e dalle opinioni pubbliche del Mondo Libero. Per far sì che il prossimo anno sia positivo, occorre seguire quattro regole molto semplici:

1.     Mantenere compatto il Mondo Libero al suo interno, difendendolo da aggressioni terroristiche dirette.

2.     Difendere attivamente quei Paesi del Mondo Libero minacciati da dittature confinanti; nel 2003 la priorità spetta a Israele, alla Corea del Sud e al Giappone, che rischiano l’annientamento, rispettivamente, ad opera dell’Iraq e della Corea del Nord.

3.     Cooptare in qualche modo, soprattutto con accordi di alleanza militare, di libero scambio e di libera circolazione delle persone, quei Paesi che hanno imboccato la via delle riforme liberali.

4.     Aiutare in tutti i modi i dissidenti che agiscono, dall’interno, contro i regimi autoritari e totalitari del mondo non libero; per il 2003 la priorità spetta al Venezuela e all’Iran.

 

Se queste quattro regole verranno rispettate nel 2003, il mondo degli anni successivi sarà più pacifico e sicuro per tutti. Tuttavia c’è da aggiungere, che è difficile che questi quattro punti vengano rispettati, almeno a giudicare dal comportamento seguito dai governi del Mondo Libero nel corso dell’anno scorso.

Vedendo la cosa punto per punto:

1.     Solo i Paesi del Mondo Libero aggrediti militarmente da dittature confinanti e solo i governi di Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, si riconoscono come parte di un Mondo Libero da difendere; gli altri Paesi sembrano non esserne nemmeno consapevoli, non tanto a causa della loro opinione pubblica (che, almeno per intuito, sa di essere nata nella parte giusta del mondo), ma a causa di governi cinici formati e consigliati in modo pessimo da intellettuali nichilisti. Fra questi, i campioni sono, attualmente, il governo francese e quello tedesco. Movimenti nazionalisti, regionalisti e separatisti, più o meno violenti, contribuiscono a minare ulteriormente la coesione interna del Mondo Libero. Fra questi il più virulento si è mostrato il movimento separatista basco dell’ETA.

2.     Si è lasciato da solo Israele nella sua difesa contro le dittature confinanti; di fronte alla minaccia della Corea del Nord, gli Stati Uniti non sanno prendere decisioni utili per la difesa della Corea del Sud e del Giappone. In generale questa amministrazione degli Stati Uniti mostra di essere indecisa, lenta e troppo incline ai compromessi per qualsiasi decisione si debba prendere.

3.     Soprattutto a causa di una sempre maggiore volontà dell’Europa a chiudersi, non si è fatto nulla per cooptare, in istituzioni comuni al Mondo Libero, quei Paesi che hanno imboccato la via delle riforme; questa chiusura ottusa, soprattutto da parte del governo francese, ha fatto sì che un Paese già altamente liberalizzato come la Turchia, facesse un passo indietro con la vittoria di un partito islamico.

4.     Dissidenti e ribelli all’interno delle dittature, sono lasciati da soli o anche ostacolati dall’indifferenza dei governi del Mondo Libero.

 

 

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