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Il mondo nel 2003
Nel 2003, la
differenza fra il Mondo Libero e il resto del mondo, è sempre marcata ed
evidente a tutti. All’interno del Mondo Libero, non vi sono conflitti, i Paesi
preferiscono lo scambio alla disputa, la trattativa fra governi permette di
risolvere qualsiasi controversia, molte aree sono anche demilitarizzate.
L’assenza di conflitti e un volume elevato di scambi nel libero mercato e una
giustizia che tutela i diritti individuali, permettono alla popolazione di
essere sicura in casa propria. Il Mondo Libero è un mondo sempre più ricco, in
cui il benessere è diffuso al punto che un cittadino medio gode delle stesse
comodità di un nobile di corte di due secoli fa. Stride sempre
maggiormente il contrasto con il resto del mondo non libero: dittature, leggi
liberticide fondate su ideologie o religioni fanatiche, arretratezza
tecnologica, disordine sociale e fame sono all’ordine del giorno. Sistemi
politici dittatoriali, economie chiuse e pianificate e ordini legali repressivi
ostacolano lo sviluppo, frenando la libera creatività degli individui. Nello
stesso tempo promuovono la guerra e il conflitto con i vicini: un dittatore che
non è rispettoso dei diritti individuali nel proprio Paese, non lo è nemmeno dei
diritti degli individui che abitano fuori dai suoi confini. Un regime dispotico
che non riconosce l’esistenza di diritti individuali, non riconosce nemmeno che
i Paesi confinanti sono costituiti da un insieme di individui da rispettare: un
regime dispotico è maggiormente teso a considerare gli altri Paesi come entità
uniche da combattere, sfruttare, controllare, conquistare. Il tutto per la
realizzazione di fini collettivi e astratti dettati da ideologie e religioni. Al
di fuori del Mondo Libero, non vi è pace e anche dove vi sia pace, ci si prepara
continuamente alla guerra. E così la Cina arma la sua frontiera con la Russia e
si attacca alla gola dell’India, mentre questa si prepara alla guerra con lo Sri
Lanka e il Pakistan, quando quest’ultimo, assieme all’Arabia Saudita, arma la
mano degli integralisti islamici da lanciare in Cecenia contro la Russia che, a
sua volta, mira a riconquistare con la forza tutte le repubbliche ex sovietiche
che si mostrano troppo indipendenti… Il mondo fuori al di fuori del Mondo Libero
appare come un insieme eterogeneo (per religioni e ideologie) di Stati
autoritari o totalitari, in cui ogni Stato si prepara a combattere contro tutti
gli altri e dove la pace è assicurata solo dalla minaccia reciproca di
distruzione o da equilibri militari troppo svantaggiosi per entrambe le parti in
causa. Dove Mondo
Libero e dittature confinano, il Paese più libero rischia perennemente di essere
cancellato dalla carta geografica. In tutti i casi, il suo benessere e la sua
libertà sono visti dai dittatori confinanti come una sfida sovversiva
inaccettabile. E’ per questo che i confini del Mondo Libero sono perennemente
insanguinati: la Colombia sta fronteggiando da 20 anni l’aggressione di bande
armate comuniste finanziate da Cuba e adesso anche dal regime comunista di
Chavez in Venezuela; la Croazia ha dovuto combattere per cinque anni per
liberarsi (non si sa quanto a lungo) dall’aggressione della Serbia comunista;
Israele sta combattendo da tre anni una guerriglia ferocissima, all’interno dei
suoi stessi confini, alimentata dalle dittature arabe che lo circondando; le
Filippine devono anch’esse combattere una guerriglia durissima, all’interno dei
propri confini, contro integralisti islamici armati dal regime indonesiano;
Taiwan rischia ogni giorno di essere invasa dalla Cina, il più grande regime
totalitario oggi esistente; la Corea del Sud e il Giappone, ogni giorno,
rischiano di essere annientati fisicamente dai missili nordcoreani, attualmente
il regime più oppressivo e militarista del mondo. Nel mondo non
libero, poi, si stanno formando anche gruppi transnazionali che hanno come
obiettivo prioritario quello di riunire tutti gli Stati autoritari e totalitari
in una crociata che distrugga il Mondo Libero, visto come l'origine di tutti i
mali dell’umanità. Questi nemici giurati della civiltà, per nostra fortuna, sono
ancora limitati nel numero e nella potenza, ma stanno crescendo. I più virulenti
sono gli integralisti islamici di Al Qaeda, che hanno dominato la scena dagli
attacchi terroristici del settembre 2001 in poi. All’alba del 2003 mostrano,
ancora, di essere forti e pronti ad agire ovunque nel mondo con nuovi attentati.
Tuttavia, questi sono solo i più evidenti, ma vi sono anche altri movimenti, che
non agiscono con gli strumenti vistosi del terrorismo, ma che fanno ugualmente
paura. Basti pensare agli Eurasianisti, che hanno la maggioranza del Parlamento
russo e dominano la Bielorussia, ai confini dell’Europa. O ai Castristi, che
hanno appena ottenuto il controllo del Brasile con la vittoria elettorale di
Lula, che mirano a conquistare il controllo dell’Argentina (sfruttandone la
grave crisi economica) e che tentano ancora di esportare la rivoluzione armata
nel continente americano e (per quanto possibile) nel mondo. E poi vi sono anche
dei movimenti fiancheggiatori all’interno del Mondo Libero, perennemente
sottovalutati, ma quasi altrettanto pericolosi (se non altro per la pressione
culturale che esercitano), come i “no-global”. Fortunatamente,
all’alba del 2003, è ancora viva la tendenza opposta: la tendenza del Mondo
Libero a espandersi. Vi sono popoli che si stanno ribellando in massa ai loro
regimi dittatoriali, per entrare a far parte del Mondo Libero. I casi più
vistosi, all’inizio del nuovo anno, sono il Venezuela, che sta cercando di
sollevarsi contro il castrista Chavez e l’Iran, che da anni cerca di liberarsi
dal terribile totalitarismo religioso degli ayatollah. Tuttavia non sono casi
unici e isolati. La dissidenza cresce a Cuba e sotto molte dittature arabe, come
in Libano o in Egitto. Un’opposizione democratica continua ad esistere in
Russia, in Serbia e in Bielorussia. Altri Paesi, quali la Bosnia, l’Albania, la
Macedonia, la Romania, la Bulgaria, la Turchia, l’Ucraina, l’Armenia, l’Adzerbadjan,
la Georgia, il Kazakhistan e l’India si stanno lentamente e progressivamente
riformando per volontà dei loro stessi governi e sono sempre più vicini al Mondo
Libero. Il 2003 si
presenta come un anno di conflitto, dunque. E’ un anno che presenta speranze e
paure fra loro ben equilibrate e per questo potrebbe essere un anno decisivo,
sia in negativo che in positivo. Dipende tutto dai governi e dalle opinioni
pubbliche del Mondo Libero. Per far sì che il prossimo anno sia positivo,
occorre seguire quattro regole molto semplici:
1.
Mantenere compatto il Mondo Libero al suo interno, difendendolo da
aggressioni terroristiche dirette.
2.
Difendere attivamente quei Paesi del Mondo Libero minacciati da dittature
confinanti; nel 2003 la priorità spetta a Israele, alla Corea del Sud e al
Giappone, che rischiano l’annientamento, rispettivamente, ad opera dell’Iraq e
della Corea del Nord.
3.
Cooptare in qualche modo, soprattutto con accordi di alleanza militare,
di libero scambio e di libera circolazione delle persone, quei Paesi che hanno
imboccato la via delle riforme liberali.
4.
Aiutare in tutti i modi i dissidenti che agiscono, dall’interno, contro i
regimi autoritari e totalitari del mondo non libero; per il 2003 la priorità
spetta al Venezuela e all’Iran. Se queste
quattro regole verranno rispettate nel 2003, il mondo degli anni successivi sarà
più pacifico e sicuro per tutti. Tuttavia c’è da aggiungere, che è difficile che
questi quattro punti vengano rispettati, almeno a giudicare dal comportamento
seguito dai governi del Mondo Libero nel corso dell’anno scorso. Vedendo la cosa
punto per punto:
1.
Solo i Paesi del Mondo Libero aggrediti militarmente da dittature
confinanti e solo i governi di Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, si
riconoscono come parte di un Mondo Libero da difendere; gli altri Paesi sembrano
non esserne nemmeno consapevoli, non tanto a causa della loro opinione pubblica
(che, almeno per intuito, sa di essere nata nella parte giusta del mondo), ma a
causa di governi cinici formati e consigliati in modo pessimo da intellettuali
nichilisti. Fra questi, i campioni sono, attualmente, il governo francese e
quello tedesco. Movimenti nazionalisti, regionalisti e separatisti, più o meno
violenti, contribuiscono a minare ulteriormente la coesione interna del Mondo
Libero. Fra questi il più virulento si è mostrato il movimento separatista basco
dell’ETA.
2.
Si è lasciato da solo Israele nella sua difesa contro le dittature
confinanti; di fronte alla minaccia della Corea del Nord, gli Stati Uniti non
sanno prendere decisioni utili per la difesa della Corea del Sud e del Giappone.
In generale questa amministrazione degli Stati Uniti mostra di essere indecisa,
lenta e troppo incline ai compromessi per qualsiasi decisione si debba prendere.
3.
Soprattutto a causa di una sempre maggiore volontà dell’Europa a
chiudersi, non si è fatto nulla per cooptare, in istituzioni comuni al Mondo
Libero, quei Paesi che hanno imboccato la via delle riforme; questa chiusura
ottusa, soprattutto da parte del governo francese, ha fatto sì che un Paese già
altamente liberalizzato come la Turchia, facesse un passo indietro con la
vittoria di un partito islamico.
4.
Dissidenti e ribelli all’interno delle dittature, sono lasciati da soli o
anche ostacolati dall’indifferenza dei governi del Mondo Libero.
Il mondo nel 2003 si
presenta come un posto rischioso, sul quale grava il peso del terrorismo
islamico e della guerra con Iraq e Corea del Nord. Tuttavia, a ben vedere, il
mondo del 2003 sarà un mondo meno rischioso rispetto a quello che vi era 10 o 20
anni fa. Con il crollo dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati, infatti, è
venuta meno la possibilità di un annientamento fisico totale della nostra
civiltà da parte delle potenze comuniste. La lenta frammentazione (anche
traumatica e foriera di conflitti sanguinosi) del blocco di Stati comunisti, ha
fatto sì che il Mondo Libero non si trovasse più a fronteggiare un blocco
militarmente e politicamente compatto di nemici. Da 12 anni a questa parte il
Mondo Libero non ha fatto altro che espandersi, con molti altri Paesi europei ed
extra-europei (fra cui molti ex Paesi dominati da regimi comunisti alleati
dell’URSS), che hanno adottato un sistema politico democratico
costituzionalmente limitato, un sistema economico di libero mercato e un sistema
giuridico fondato sulla garanzia dei diritti individuali. E’ meglio parlare di
Mondo Libero e non di Occidente, come si usa spesso in questi ultimi anni,
proprio per questo motivo: chiunque, indipendentemente dalla sua razza o
posizione politica, può accettare le regole del Mondo Libero. Altrimenti non si
spiegherebbe l’appartenenza a questo blocco di Paesi come Taiwan, il Giappone o
la Corea del Sud che nulla hanno a che vedere con l’Occidente e la sua “cultura
giudaico-cristiana”. I confini del Mondo Libero sono molto più estesi del nucleo
tradizionale dell’Occidente, che comprende Europa occidentale, America del Nord
e Oceania. Oltre a questo nucleo duro, il Mondo Libero comprende anche Paesi
dell’America Centrale (Messico e Panama), dell’America del Sud (Colombia, Perù,
Bolivia e Cile), dell’Europa centrale e orientale (Croazia, Slovenia, Ungheria,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia), del Medio
Oriente (Israele) dell’Africa del Sud (Sudafrica, Namibia e Botswana), del
Sud-Est asiatico (Thailandia, Cambogia e Filippine), dell’Asia orientale
(Taiwan, Corea del Sud e Giappone). Tutti i Paesi che fanno parte del Mondo
Libero, sono fra loro legati, direttamente o indirettamente, da alleanze
militari, istituzioni comuni e accordi di libero scambio.
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