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IL SITO DEGLI OGGETTIVISTI ITALIANI
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Siamo gente normale
in risposta ad Enclave
 

Nell’ultimo numero di “Enclave, rivista libertaria”, sono usciti due articoli, uno firmato dall’ottimo Guglielmo Piombini e l’altro attinto da uno studio sociologico di Murray Newton Rothbard (il padre del pensiero libertario contemporaneo), in cui emerge un’immagine a tinte fosche del movimento oggettivista e della sua stessa fondatrice, Ayn Rand. Ne esce un’immagine di setta esoterica, paragonabile a sette religiose come quella del Reverendo Moon, dei Raeliani o di Sai Baba. Una setta dove tutto era concentrato sulla devozione al capo, alla sua adorazione e all’obbedienza al suo Verbo. Nessuno di chi scrive qui in questo sito ha frequentato il circolo di Ayn Rand, per cui non possiamo dire se fosse veramente così o meno. E’ da notare che anche un fuoriuscito dal movimento radiano come James Bidinotto, che se ne è andato dall’Ayn Rand Institute sbattendo la porta, sia convinto che la testimonianza di Rothbard sia ampiamente calunniosa: esagerata nei toni, falsa per quanto riguarda molti episodi di fanatismo che cita, motivata più dal suo astio politico per il movimento oggettivista che non dalla voglia di descrivere una situazione reale.

Non è, comunque, su queste ricostruzioni storiche più o meno veritiere, che intendiamo soffermarci. Quello che ci preme dire è che la filosofia di Ayn Rand, di cui si parla pochissimo nei due articoli citati, non porta al settarismo, comunque la si interpreti.

Le sette e le logge nascono, il più delle volte, sulla base di un pensiero di tipo religioso, dove si crede in una realtà che trascende quella direttamente osservabile e di cui il capo della setta si fa interprete. Da qui la necessità di obbedire ciecamente al proprio profeta. Questa è una caratteristica che, dal poco al tanto, accomuna tutte le religioni, che appare più diluita nelle religioni di massa e più marcata nelle religioni di “nicchia”. Anche l’idealismo e il materialismo marxista, che hanno ispirato tanti movimenti estremisti criminali, rispettivamente di destra e di sinistra, rientrano in questa logica: sono filosofie elaborate da filosofi che credevano di aver individuato una realtà che era “altro” rispetto a quello che una persona comunemente vede e che, per questo, si sono arrogati il diritto di guidare le “masse inconsapevoli” verso la loro “verità” rivelata. Questo, nel piccolo degli anni di piombo italiani, ha portato i capetti dei gruppuscoli universitari, sorti come funghi, negli anni ’60 e ’70 in Italia, a sottoporre i poveri adepti a esami ideologici e autocritiche. Nel grande, questa è stata la causa di morte di milioni di persone nei regimi totalitari, guidati da questi fanatici.

Cosa c’entra l’oggettivismo con questa mentalità? Nulla. Ayn Rand era convinta che l’esistenza, che percepiamo attraverso i nostri sensi, esistesse realmente. E che, al di là di essa, non ci fosse nulla da scoprire. Era convinta che 2+2 facesse realmente 4, indipendentemente dagli ordini, dalla visione della realtà e dalle credenze imposte dal fanatico di turno. E’ da qui che deriva il termine “oggettivismo”. Questo insegna Ayn Rand: “impara dalla realtà che vedi, dall’esame dei fatti nudi e crudi - sembra suggerire in ogni suo scritto -  poi pensa tu, con la tua testa, a trarre le tue conclusioni. Se credi e ti affidi ciecamente a un altro, sappi che stai compiendo il peggior atto di rinuncia che tu possa compiere, il peggior peccato contro te stesso e le tue capacità”. Questa, in parole povere, è la lezione di Ayn Rand e la base dell’oggettivismo, che poi si riflette in tutti i suoi aspetti. La psicologia oggettivista consiste proprio nell’educare alla fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità di interpretare razionalmente la realtà. L’etica del cosiddetto “egoismo razionale” altro non è che la codifica di una tendenza naturale all’autoconservazione e al raggiungimento della felicità personale, perfettamente osservabile in tutti gli uomini. La politica capitalista, basata su quello che poi sarà chiamato “assioma di non aggressione”, è un sistema creato per permettere a ciascuno di pensare con la propria testa e raggiungere la propria felicità, con i suoi mezzi e a modo suo, senza calpestare diritti e aspirazioni altrui. Idem dicasi per la filosofia estetica di Ayn Rand (l’aspetto forse meno conosciuto della sua teoria), dove si rigettano tanto l’obbedienza a canoni precostituiti, imposti dalla tradizione, dalla religione o dall’ideologia dominante, tanto il rigido formalismo astratto dell’arte contemporanea, il tutto per lasciare spazio alla libera creatività dell’artista, alla sua, personale, visione della realtà e capacità di ricrearla a modo suo.

Nella filosofia di Ayn Rand, non è un’idea astratta che conta, né il suo insegnamento dottrinario. L’unica cosa che conta, nel pensiero oggettivista, è l’individuo, la sua libertà di pensiero e azione da qualunque conformismo (settario o istituzionale che sia), le sue scelte e la protezione della sua vita.   

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