Leggiamo che recentemente
sono state accusate di pedofilia delle persone che si scambiavano attraverso
WinMx, un programma di condivisione dei file, delle immagine pornografiche
riguardanti bambini.
Tuffatici a leggere le leggi italiane sulla pedofilia troviamo infatti tante
cose che è giusto sapere, e su cui è necessario riflettere.
La legge punisce chi adesca dei bambini, che li molesta e chi usa loro violenza
sessuale.
Benissimo.
I pedofili veri, quelli che fanno del male ai bambini, o che li molestano
sessualmente, si macchiano di un reato orribile e ci auguriamo che tutti costoro
vengano arrestati e tenuti in galera per tutto il tempo che la legge prevede.
Leggiamo che chi sfrutta i bambini per produrre filmati pornografici (cosa che
comporta violenza ai loro danni) viene punito.
Giustissimo.
Leggiamo che chi trae guadagno dai filmati e dalle immagini di cui sopra viene
punito. Giusto.
Chi guadagna dalla vendita di quel tipo di materiale vuol dire che lo
commissiona a qualcuno che lo produce, e se ne rende complice.
Leggiamo, addirittura, che chi compra materiale pornografico riguardante bambini
viene punito dalla legge.
E qui, per quanto schifo ci possa fare la cosa, potremmo avere anche qualcosa
da dire.
Chi compra una cosa schifosa, che è stata prodotta con la violenza e in modo
illegale, va punito?
Forse sì, ma non ci sentiremmo di giurarlo.
Chi compra quel tipo di materiale alimenta il giro della pedofilia, e quindi,
alla larga, se ne rende complice.
Diciamo che se se noi fossimo i giudici probabilmente avremo qualche rimorso di
coscienza sia ad assolvere sia a condannare.
Ma c’è una cosa che
leggiamo, e che decisamente troviamo illiberale.
Chiunque possieda immagini di pornografia infantile è punito dalla legge.
Perché?
Noi consideriamo il possedere materiale di questo tipo moralmente ripugnante, e
pensiamo che chi cerca e si procura (anche se senza pagarne i produttori)
immagini di bambini violentati perché ne è attratto probabilmente non sia del
tutto sano di mente.
Ma non compie nessuna aggressione. Non ha violentato nessuno, né ha dato soldi a
organizzazioni che hanno lo scopo di violentare o di molestare bambini.
Possiede delle immagini in cui si commette un reato.
Esattamente come chi colleziona immagini di omicidi. Ma questi, se non ne
commissiona alcuno allo scopo di averne le immagini, non è punito dalla legge.
La legge italiana in definitiva, punisce una cosa che non è aggressiva, ma che è
solo moralmente ripugnante.
Qualcuno, quando è stata fatta questa legge, ha voluto colpire la “amoralità” e
la ripugnanza che questo genere di cose suscitano, e nessuno si è opposto.
Vorrai mica che qualcuno difenda uno squallido scaricatore di foto di bambini
violentati?
Quale politico vorrebbe sputtanarsi come “quello che difende i maiali
pedofili?”.
Nessuno, giustamente.
E’ una battaglia impopolare, che si svolge in mezzo allo schifo e alla
ripugnanza che suscitano queste cose.
Ma la civiltà di un popolo, e delle sue leggi, si misura anche da quanto si
distingue tra ciò che fa schifo, e che suscita repulsione all’uomo della
strada, e cioè che è pericoloso per la civile convivenza tra le persone.
La civiltà di un popolo soccombe nell’esatto momento in cui partono le isterie,
le cacce alle streghe, e si dimentica che lo scopo della legge è proteggerci
dalle aggressioni, non edificarci nella nostra virtù e moralità.
La nostra legge sulla pedofilia, ci dispiace dirlo, nel momento in cui punisce
la gente a seconda delle immagini che ha sul computer perde di vista questa
distinzione.
E da qui alla caccia alle streghe il passo è molto, molto breve.
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