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La Chiesa all'attacco


L’estate 2001 è stata segnata dall’integralismo islamico, dall’escalation del terrorismo contro Israele all’11 settembre. Quest’estate la Chiesa Cattolica appare sul piede della controffensiva generale. Contro gli Islamici? Magari! Sempre contro il capitalismo e la “perversa” libertà individuale che lo sottende.

Quali sono, infatti, i pericoli futuri che il Papa ha annunciato al popolo cristiano una volta rientrato in visita a Cracovia? Di pericoli ce ne sarebbero tanti: l’integralismo, il terrorismo, la proliferazione degli armamenti di distruzione di massa, un possibile ritorno di fiamma totalitario… no, questi non interessano. I pericoli enunciati dal Papa sono essenzialmente: la manipolazione genetica, la possibilità da parte dell’uomo di allungare il corso della propria vita, lo sfascio della famiglia tradizionale disobbedendo alle regole della “morale divina” e soprattutto, la minaccia politica che viene identificata consiste in una nuova libertà “sfrenata”, “senza responsabilità”. A cui la Polonia deve opporsi ricordando la sua fiera indipendenza nazionale. Pericoli? Manipolare delle cellule per poter curare una malattia attualmente incurabile è un pericolo? Poter allungare la propria vita, a cui è teso da sempre il progresso umano, è un pericolo? E se la famiglia non funziona e si trasforma in un luogo di botte e litigi continui, è un pericolo “sfasciarla” per rifarne una che funzioni meglio? Meglio per i figli (e per il marito e la moglie) continuare a subire di tutto nel nome di cosa? Della “legge morale divina”? E cosa serve a questo punto una legge che causa sofferenza e basta?

Quanto alla visione politica che emerge da tutto ciò, il discorso si fa più complesso. Si è visto benissimo a cosa si alludeva vagamente con “libertà senza responsabilità”, quando il Vaticano, a una settimana dalla predica di Cracovia, ha lanciato l’appello per salvare la Conferenza di Johannesburg: il punto di ritrovo di tutti gli anti-capitalisti (troppi) ancora rimasti al mondo dopo il crollo dell’ultimo regime totalitario. Al di là delle discussioni sull’agenda mutante della conferenza, il suo obiettivo è chiaro: condannare per inquinamento Paesi ricchi che inquinano poco per tutelare la salute pubblica di Paesi poveri che inquinano tanto. Contraddizione? Si, perché dietro la giustificazione (scientificamente debolissima) dell’ecologia, si nasconde il vecchio adagio del “togliere al ricco per dare ai poveri”. Un ragionamento che ha sempre impoverito il ricco, lasciato i poveri nell’indigenza e arricchito solo i pochi che si occupano della redistribuzione dall’uno agli altri. La stessa logica che ha creato caste politiche e burocratiche inamovibili nei regimi totalitari, retti sull’etica della “giustizia sociale”. E che sempre produrrà questi risultati, stante il fatto che le risorse sono limitate, che produrle solo per ridistribuirle vuol dire limitarle ancor di più e che redistribuendole dall’alto si finisce per concentrarle e basta.  Non serve vedere, fisicamente, come negli Stati Uniti si viva bene e la ricchezza sia ben ridistribuita fra i suoi abitanti, più che nei regimi socialisti? Non serve leggere statistiche che dimostrano come l’emissione dei gas serra sia molto più alta nei Paesi a economia pianificata? No, non serve. Eppure la Chiesa ha avallato moralmente e diplomaticamente questo obrorio e Berlusconi, ligio al dovere di fedeltà papale, subito a rassicurare una platea di Cattolici che “non è vero che sono così liberale” e “andrò subito a Johannesburg”. E non è per ignoranza che la Chiesa avalla moralmente e diplomaticamente Johannesburg. E che Berlusconi la segue, dimenticando il suo elettorato liberale. Questa scelta dipende dalla stessa visione dell’uomo che spinge il Papa a predicare contro la libertà “sfrenata”, la manipolazione genetica, la fine della famiglia tradizionale, la possibilità di allungare la propria vita. La visione della Chiesa è altruista, nel vero senso della parola. L’uomo non deve godere liberamente dei frutti che produce. Non deve godere dei prodotti delle proprie idee. Se si innalza, deve abbassarsi, essere umile. L’uomo deve essere umile perché deve obbedire a una legge che non è dettata dalla necessità di vivere bene in terra, ma che è dettata da un Dio trascendente che premierà quando si sarà in cielo. Come i comunisti sacrificavano vita, salute e benessere credendo nel futuro comunismo che mai arriverà. Come gli integralisti islamici credono nell’assassinio suicida come via del paradiso. La logica è la stessa, si chiami essa religione, materialismo, idealismo.

E’ un caso che il Papa abbia citato quale somma lezione di Gesù Cristo, quella di immolarsi per gli altri? Siamo umani, non siamo all’altezza. Noi preferiamo vivere.


 

 

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