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Perché riteniamo che questa guerra sia necessaria

Come abbiamo detto prima, riteniamo che questa guerra sia giusta, perché ogni Nazione libera ha il diritto di invadere il territorio di una tirannide. Il diritto, tuttavia, non è dovere. Una Nazione libera ha il dovere di combattere una guerra, solo quando questa è necessaria, cioè quando serve a difendere la vita dei propri cittadini dall’aggressione altrui. Uno Stato legittimo, come il governo federale statunitense potrebbe, legittimamente, invadere il territorio di vere e proprie gabbie di schiavi quali la Bielorussia, il Laos o lo Zimbabwe, ma interventi contro quelle tirannidi non sarebbero necessari, perché i Paesi sopra citati non minacciano direttamente (per ora) di aggredire gli Stati Uniti. L’invasione dell’Iraq, invece, è necessaria, perché è direttamente legata alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Per cui Washington ha il pieno diritto e dovere di invadere l’Iraq. Il regime di Saddam Hussein spende milioni di dollari per accumulare armi di distruzione di massa, chimiche e batteriologiche. Non ha mai cessato di cercare di dotarsi dell’arma nucleare. E tutti questi sforzi sono volti a dare forza all’integralismo islamico, un movimento transnazionale che ha come scopo principale quello di piegare l’Occidente tutto alla religione islamica, non solo gli Stati Uniti, ma anche Israele e tutti i Paesi europei. I legami di Saddam Hussein con il terrorismo islamico sono evidenti: ospita nel suo territorio e arma gli integralisti di Al Qaeda, finanzia e arma gli integralisti di Hamas e della Jihad, rifondendo le famiglie dei kamikaze e fornendo loro assistenza e armi. Benché molti si ostinino a non vederlo, Saddam Hussein, foraggiando il terrorismo islamico, è già in guerra contro di noi, perché i terroristi, da lui armati e pagati, hanno già partecipato ad attacchi contro Israele, contro gli Stati Uniti e contro molti Paesi Europei. Stanno già creando una vasta rete di cellule in Europa (Italia compresa) e nel Medio Oriente. E questo lo stanno facendo da anni, non da quando in Occidente si è incominciato a parlare di guerra. Per questo noi riteniamo che per gli Stati Uniti, per Israele, come per tutti i Paesi europei, direttamente minacciati dal terrorismo islamico, sia un dovere combattere questa guerra. Apprezziamo lo sforzo militare intrapreso da Stati Uniti e Gran Bretagna nel combatterla. Comprendiamo perfettamente che Israele, già impegnato così duramente sul fronte interno, non sia in grado di partecipare direttamente al conflitto. Comprendiamo perfettamente anche la posizione di Aznar, di Berlusconi e dei governi di Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Lituania, che appoggiano questa guerra per quanto possono, ma che non hanno la forza di intervenire direttamente, sia per lo stato di impreparazione delle forze militari, sia per il loro impegno, già molto pesante, su altri fronti della guerra contro il terrorismo. Condanniamo fermamente l’atteggiamento di tutte le forze politiche francesi, che agiscono in conformità al volere di Saddam Hussein e dei radicali islamici, spinte dalla paura di attentati come da calcoli nichilisti di facili guadagni nel breve periodo. Condanniamo fermamente anche l’atteggiamento del governo Schroeder in Germania, che agisce in conformità al volere di Saddam Hussein in forza di un’ideologia anti-americana e anti-capitalista che noi aborriamo. Condanniamo il governo Gul in Turchia, che agisce in conformità alla massa islamica anti-occidentale che lo sostiene e nel nome di propri interessi imperialisti nei confronti del Curdistan irakeno. Non riconosciamo la legittimità del regime di Putin in Russia, né della dittatura totalitaria di Jiang Zemin in Cina, per cui siamo solo inorriditi dal fatto che i suddetti macellai dei loro stessi popoli si arroghino anche il diritto di esprimere una loro opinione in merito.


 

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