Perchè scegli
sicuri
approdi
e non navighi
con me
in questo
nuovo
mare?
Forse
questa
potrebbe
essere la sola
ragione
della tua lotta?
Con quale
finale
vuoi
chiudere
questo
nuovo
film?
E se lasciassimo
aperte
tutte
le porte?
Ricordi,
disperati
perdemmo
la chiave
lungo
il viale
della Resistenza,
sul bordo
del canale
c'erano
i girasoli,
ma noi
non li guardammo.


Fu quell'intemperanza
primaverile
a metterti
al riparo
di quel
vecchio
portone,
al numero 15
di Via Porta Medina.
Qui
le quattro
gabbiette
sdentate,
cifra
di vecchie
schiavitù,
ti succhiavano
indietro
tra maschere
e prigioni.

Spaventata
apristi
l'ombrello
e incerta
girasti
una chiave.

Davanti
c'era
l'equilibrista
che gridava
ai passanti:
" Ehi della vita!
Nessuno risponde?"

Al suono
della banda
del Circo
cominciasti
a volare,
in cielo
ti aspettava
Federico Fellini.

Quando scesi
per forre
e doline
i campi
erano
un bagliore
di verde
e un languore
di gemme,
la mitraglia
solo un fuoco
di bengala
e il sangue
sui sassi
coppe colme
pronte
alla festa.
Aveva
Aprile
il calore vivo
dei tuoi eccitati
capezzoli
e la libertà
per noi
era come
il profumo
di caffè
all'alba,
come indossare
una fresca
camicia,
come andare
a ballare con te
e Rosamunda.
Ora perchè mi dici
nel tuo post
che ancora
c'è da resistere,
che la cucina
è piena d'insetti,
e che i colori
si sono fatti
indistinti?

In quel
fantasioso
maggio,
Livia,
il nero
era nero
e il rosso
era rosso.



La Ruota
del carro,
anche
l'ultima,
lascia
segnali
sul mio
corpo
e negli occhi
si sciolgono
corti
con valore
di cult,
ma non
chiedermi
il numero
d'inventario
o il calco
in gesso,
o un tuo
ciondolo,
gli anni
o i minuti
sono
ormai
in corto
circuito
nel nostro
anello
di rame.

Quando
salimmo
sui vapori
tra il giallo
delle ginestre
e i neri
ossidati
di sterminator
Vesevo,
tu avevi
solo un permesso
orario
e una gonna bianca
e una rossa macchia
di mestruo
e anelli
e collane di uva
e il tuo desiderio,
Carla,
era
quello
di
una
rondine
in
volo.



    Fu questo
    soffio
    lacrimato
    a spiantare
    l'inerzia
    del gioco,
    sottile
    screzio
    o scorbutico
    singhiozzo,
    distillata
    rabbia
    chiusa
    in tasca.
    Furono
    le trombe
    il disco
    verde
    per la feroce
    cavalleria.
    Sulle
    cimase
    già
    cantavano
    i galli
    cedroni,
    quando
    tu dormivi
    sulle mie
    mani
    e io sognavo
    nel tuo seno.