Alla mia penna
Aspetto,
freccia
d'oro,
sul campo
bianco,
dammi
l'estro
felice
che mi sveli
il labirinto
del tarlo,
la misteriosa
tana
del grillo,
la camera
dove il prestigiatore
confessa
i suoi trucchi. gioielli.. gioielli...
Aspetto,
freccia d'oro,
ma il bersaglio
è ancora
un sogno,
e tu, amica,
venisti
da lontano
e ora corri
ancora
più lontano,
ma rimani
a me
sempre
più vicina.






Hai più
di quarant'anni
da ricordare
ancora pochi
per dimenticare:
e piazze
e stazioni
e colpi
e bombe
e tristi
sonagli
e una Renault
ferma
e città
tra tutte
Bologna
gioielli.. gioielli... e i suoi
mille
e mille
rossi
mattoni.
E tu?
C'è un brivido
che circola
ancora
nelle tue vene.



La RAY BAN-USA
che il rigattiere
aveva a lungo
mercanteggiato
forse portava
ad altri camminamenti
a me ignoti
dietro il vetro
rotto.....
gioielli.. gioielli... E' che ora
filtra
nuove luci
virate
in verde
all'occhio
mio miope
sempre
in bilico
tra il dentro
e tra il fuori.
Occhiale,
mio dorato
svuota il dentro
e riempi il fuori,
svuota il fuori
e riempi il dentro.




Bignè con crema pasticciera
caldi cornetti all'amarena,
millefoglie e torte di mele,
nuvole di panna e lava di cioccolata,
montagne di sfogliatelle,
mille e mille cannoli siciliani,
pioggia di struffoli e zeppole,
babà e pastiere,
zuppa inglese e tiramisù,
questi sono i tuoi baci,
li mandi quando tu vegli e io dormo,
gioielli.. gioielli... li divoro quando tu dormi e io veglio.
Il tempo fu maligno con me e con te
la storia ci giocò un cinico giochetto,
e lo spazio è follia perchè il nostro destino è al confine.
Lì sulla veranda azzurrina,
mangiamo ostinati
bignè e caldi cornetti,
millefoglie e torte di mele,
panna e cioccolata,
sfogliatelle e cannoli,
struffoli e zeppole,
babà e pastiere,
zuppa inglese e tiramisù.
Questi sono i nostri baci
nelle tue dolci veglie,
nel mio dolce sonno.






Vieni
oh dolce
messaggera
di delizie,
annega
i miei
occhi
nel tuo
ardente
amplesso.
Ora portami
a cavallo
della grande
luna
nel paese
lontano
degli amanti
furiosi.
Beata
la mia faccia
riposa
gioielli.. gioielli... sui tuoi
gonfi
seni
gemmati,
mentre
tra le tue
cosce
annega
il mio
rosso
papavero.
Tienimi,
nel tuo
umido
grembo
fino
al prossimo
risveglio
e riempi
la mia
fronte
di caldi
baci.
Ora
riportami
nella tua
dorata
gelosia
è lì
che voglio
di nuovo
morire
e dormire.





Fu un odore
d'incenso
a portarti
sotto le ossa
dei sovrani
d'Angiò.
Fu poi
una vaghezza
gioielli.. gioielli... sibillina
che ti invitò
a sostare,
mentre
lenta
si scioglieva
la fila
degli oranti,
negli spazi
dove risuonò
la bomba;
l'altro ieri,
il 1943.
Fu il suono
grave
di un canto
che si abbarbicava
al fiato
dell'organo.
Fu lì che
ti sentisti
nota
stonata.



Davanti è il vecchio
stadio,
qui ronzarono mitragliatrici,
qui Jepson scagliava palloni al cielo,
qui c'erano i vecchi atleti
che per retorica
gioielli.. gioielli... si spalmarono addosso
cucchiate di bronzo ,
qui spesi sudore e ormoni,
cercando di sciogliere
radici quadrate,
qui è il sole di aprile
e io il suo alunno
che per lo scherzetto
di una storia insensata
scrive di lui
con un pegno d'oro.




Ho negli occhi
piccole luci
tremolanti,
le fiammelle
che il sole
regala
al mare;
gioielli.. gioielli... fossero
quelle candele
specchietti
ingannatori
che non ho mai
notato
o guardato
come si fa
con un bicchiere
o un calzino......