Scende
questa
corda
d'aprile
sul bianco
tuo collo
fiorito.
gioielli.. gioielli... L'uva
già lievita
nell'umido
delle tue
tenere
giostre.
Queste
sono
le tue
offerte
rigonfie
e sazia,
giammai
opponi
dinieghi.
Così
attendi
il maggio
e ancora
mi offri
il tuo
rosso
bicchiere,
ancora,
ancora.


Per Livia.

Non ti servì
il metro,
la scala
celsius
o lo spago,
nè mi
chiedesti
in quei
giorni
la taglia,
il numero
delle scarpe
o il perimetro
dei miei
anni.
Io straparlavo
a volte
per addizioni
e per sottrazioni,
spesso
per equazioni,
ti confondevo
come fa col nero
la pavida
seppia
o peggio
con impertinenti
sofismi
su le déjeuner
sur l'herbe.
gioielli.. gioielli... Come sai,
frenetico
giravo
e rigiravo
le mie corde
pazze
con l'ansietà
di una coazione
a ripetere.

Tu non chiedesti,
io non ero
la tua Halley,
ma dietro
il tuo monitor, come stella,
quando
allungasti
le mani,
non riuscisti
a sfiorarmi.


Lievitare
come
il pane
degli angeli
e raggiungere
questo
paradiso
di canditi,
non chiedevo
di meglio.

Non ricordo
più il fuoco
del forno
elettrico
e i miei
1gioielli.. gioielli... 5 minuti
di cottura
a 180 gradi
e tutti i vicoli
del nostro
labirinto.

Mi è sollievo
sulla lingua
di Procida
la gialla
crema
che ricopre
il tuo piccolo
seno
e mi è riposo
questo
tuo cuscino
di burro
e cioccolato
fondente.

E questo
velo
di zucchero
dove
nascondi
la tua danza
gioielli.. gioielli... del ventre
ce lo giocheremo
a dadi.
L'ardente
mio cannolo,
la tua
soffice
delizia
al limone,
saranno
queste
le vere trombe
della nostra
golosità.


Tienimi
in bilico
sotto
la tua
bolla
opalina,
per il
volo
di Icaro
ho coperto
la mia ala
di pece,
così
gioielli.. gioielli... sospeso
a mezz'aria
ascolto
le tue
vocali
e le mie
così
diverse,
ma uniti
sono
i nostri
gigli
notturni

Le nostre
città
ebbero
ansie
ascendenti
e discendenti
così
costruirono
funicolari
per sorprenderci
dall'alto
e per umiliarci
dal basso.


Che
la tua
nuca
inanellata
o il canale
della tua
fronte
lo screziato
mio stile
inveri,
non te
lo dirà
il Giano
bifronte
chiuso
nelle quattro
mura
del tuo
solitario
condominio.
gioielli.. gioielli...
Così
è sempre
il giostraio
a governare la tua
giga,
mentre
mi offri
i fuochi
del tuo
nuovo
spiritillo.

Ma questo
è segnale
quadrato
e ingannatore
ed ancora
un disertore
è il casellante
al passaggio
a livello.



E' la scala
mobile
di quattro
giornate
che mi
smobilita
equilibrista
smiracolato
alla tua
bocca
fastosa.

Oggi
l'inconsistente
filo
di nylon
dipana
ancora
la tosse
della mia
macchina
sbilenca.

E'
sotto
gli occhi
sospesi
della nostra
mater
dulcissima
che
arde
d'ombre
e di lumi
la giostra
del Merisi.

gioielli.. gioielli...

mi offri
le tue
gonfie
mammelle

io bevo
sette
volte
latte
di birra
dalla rigonfia
mascella
dell'asina
sarda.