La raccolta
degli Inni sacri sarebbe dovuta essere composta, secondo le originali
intenzioni dell'autore, di dodici testi (Il Natale, L'Epifania, La
Passione, La Risurrezione, L'Ascensione, La Pentecoste,
Il Corpo del Signore, La Cattedra di San Pietro, L'Assunzione,
Il Nome di Maria, Ognissanti, I Morti) riguardanti le
principali festività liturgiche del cattolicesimo. Tuttavia, egli concluse solo
cinque inni (La Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale,
La Passione, La Pentecoste) e ne lasciò incompleto un sesto (Ognissanti).
L'ispirazione
dei componimenti viene dall'antica innografia cristiana e da un'ampia
tradizione che andava dalla Bibbia ai padri della Chiesa fino ad arrivare agli
oratori sacri francesi del XVII secolo
L'idea si
formò nella mente del Manzoni non più tardi del 1810, come testimonia una
lettera al sacerdote giansenista Eustachio Degola, in cui il poeta afferma di
aver pensato «l'operetta» a Parigi. È difficile invece inferire quanto
articolato fosse il progetto nell'ultimo periodo passato in Francia, il termine
«operetta» potendo ascriversi alla modestia manzoniana, sempre portato a
sminuire le sue composizioni, o debba invece riferirsi a una fase ancora
incipiente.
Una missiva al
Fauriel del 9 febbraio 1814 lascia in effetti il dubbio su quanto il progetto
fosse delineato nella mente del Manzoni, anche a distanza di anni e anche dopo
aver completato tre poesie della raccolta: «J'ai fait deux autres Inni,
avec l'intention d'en faire une suite», (Ho composto altri due Inni, con
l'intenzione di farne altri) scrive all'amico.
La stesura
degli inni è databile agli anni 1812-1815, appena successivi alla conversione
religiosa dell'autore, tranne l'ultimo (La Pentecoste), completato dopo
varie revisioni solo nel 1822 e caratterizzato da una sensibilità poetica e
religiosa più matura. Le date di composizione, segnate dall'autore sui vari
autografi, sono le seguenti: La Risurrezione fu scritta dall'aprile al
23 giugno 1812, Il Nome di Maria dal 6 novembre 1812 al 19 aprile 1813, Il
Natale dal 15 luglio al 29 settembre 1813, La Passione dal 3 marzo
1814 all'ottobre 1815, mentre la Pentecoste conobbe una genesi più
complessa.
La lentezza
nella composizione va ascritta a diversi fattori: oltre alla difficoltà di
trovare uno stile omogeneo e accessibile al pubblico, che costituiva uno degli
obiettivi primari della raccolta, entrarono in gioco la malattia nervosa
dell'autore, che cominciava a manifestarsi con forza alla metà degli anni
Dieci, e gli avvenimenti del 1814, cui Manzoni partecipò emotivamente,
dichiarando il proprio sostegno ai patrioti in due canzoni: Aprile 1814
e l'incompiuto Proclama di Rimini.
Nel 1815, dopo
aver terminato La Passione, Manzoni pubblicò i primi quattro testi
presso l'editore milanese Pietro Agnelli, ma il libro passò pressoché
inosservato.
La struttura
metrica delle poesie che andarono a costituire il libriccino originario è
variabile: dove prevale la gioia, come ne La Risurrezione e ne Il
Natale, Manzoni opta per strofe di sette ottonari (l'ultimo è sempre
tronco), dando un ritmo serrato ed esultante all'inno, mentre sceglie quartine
di endecasillabi per Il Nome di Maria, e La Passione si compone
di strofe di otto decasillabi.
I primi
quattro inni in particolare sono costruiti su uno schema che corrisponde grosso
modo all'enunciazione del tema, la rievocazione dell'episodio e le conseguenze
dottrinali e morali dell'evento; invece La Pentecoste, rompendo questo
schema, è centrata sulla novità portata dal cristianesimo e dall'azione dello
Spirito Santo nella storia.
Benché non sia
compreso nel progetto iniziale, si è soliti aggiungere agli Inni Sacri
il frammento intitolato Il Natale del 1833, ispirato al giorno nel quale
morì la moglie di Manzoni, Enrichetta
Blondel.