Guido Da Verona (anagraficamente Guido Verona) nacque a Saliceto Panaro (Modena) nel 1881. Pubblicò il suo primo romanzo, Colei che non si deve amare, nel 1911; seguirono Mimi Bluette fiore del mio giardino (1918), che ebbe un vastissimo successo di pubblico; Sciogli la treccia, Maria Maddalena (1920), ambigua contaminazione di erotismo estetizzante e di sentimentalismo; e nel 1930 un rifacimento dei Promessi Sposi che ebbe vasta eco nelle cronache letterarie del tempo. Aggravandosi le persecuzioni razziali si uccise nel 1939.
È interessante leggere quello che sui rifacimento dei Promessi Sposi scrive Simona Falchi Picchinesi: «Nel 1930 esce il suo rimaneggiamento dei Promessi Sposi, reso necessario, secondo l'autore, non solo per eliminare quanto vi è di manierato e futile nel romanzo manzoniano, ma soprattutto per insegnare la "gioia del riso a questo popolo che non ama lo scherzo". La vicenda, venata di una forte carica erotica, assume la trama manzoniana a canovaccio sul quale l'autore costruisce poi esilaranti parodie, come quella di Perpetua che si getta nel Resegone sconvolta dalla morte di Rodolfo Valentino, o di Lucia, intenzionata a divenire una stella del
cinema muto piuttosto che la sbiadita e timorata consorte dell'anonimo
Tramaglino. Il sequestro e la distruzione del romanzo non sono imputabili tanto al tono decisamente sacrilego assunto nei confronti dello specifico religioso, morale e letterario, quanto piuttosto all'irriverente satira esercitata nei confronti del costume e dello stile fascista, messi alla berlina attraverso un'intelligente parodia delle ottusità più marchiane dei regime».
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