È questo uno dei più remoti componimenti delle Occasioni, edito in rivista già nel 1930. Il poeta si rivolge ad Arietta o Annetta, una donna morta giovane designata ora con l'uno ora con l'altro nome, protagonista di un ciclo di poesie che incomincia già negli Ossi di seppia e, come si è visto, include forse anche al finale di Arsenio. Il tema di questo complesso componimento è quello della memoria e forse, come in Cigola la carrucola, dell'emergere di un fantasma mentale che potrebbe salvare...
Il componimento è complesso e si presta a diverse interpretazioni. Montale in una lettera del 1971 ad Alfonso Leone scrive: «La casa dei doganieri fu distrutta quando avevo sei anni. La fanciulla in questione non poté mai vederla; andò... verso la morte, ma io lo seppi molti anni dopo. lo restai e resto ancora. Non si sa chi abbia fatto la scelta migliore. Ma verosimilmente non vi fu scelta». Che la fanciulla sia poi
l'Arletta-Annetta di altri componimenti risulta anche dalla lirica Annetta, pubblicata nel Diario del '71 e del '72, dove, fra l'altro, si legge: «Perdona Annetta se dove tu sei / (non certo tra di noi, i sedicenti / vivi) poco ti giunge il mio ricordo. / Le tue apparizioni furono per molti anni / rare e impreviste, non certo da te volute. /Anche i luoghi (la rupe dei doganieri, / la foce del Bisagno dove ti trasformasti in Dafne) / non avevano senso senza di te». Ebbene da queste tarde testimonianze di Montale si può essere indotti a considerare che le allusioni oscure della Casa dei doganieri all'altrove in cui si trova Annetta siano allusioni al "regno dei morti". Ma questa di certo è solo l'interpretazione che a posteriori ne dà Montale nel componimento Annetta; non è invece possibile stabilire con esattezza se il poeta quando compose, nel 1930, La casa dei doganieri pensasse ad Arletta-Annetta come a una morta o solo come a una persona smarrita nel labirinto della vita (tanto più che egli stesso afferma che solo «molti anni dopo» egli seppe della morte prematura della ragazza).
A ben vedere tuttavia le due interpretazioni possono anche essere considerate per molti versi semplicemente l'una come l'intensificazione dell'altra. I dati comuni sono l'assenza della donna (per lontananza nella vita o nella morte), il diaframma temporale che si instaura tra l'ultima apparizione di lei e il presente, e il tema antiproustiano del ricordo imperfetto, del poeta che tenta vanamente di rievocare stabilmente un'immagine passata e darle nuova consistenza. A questo tema del ricordo, come già in Cigola la carrucola, può essere associato l'altro tema tipicamente montaliano dell'evento miracoloso che può portare alla realizzazione esistenziale (nelle sue varie sfumature: riscatto, felicità, vita autentica, liberazione dalla normalità paralizzante, ecc.): il recupero di un'immagine, di una presenza del passato in entrambi i componimenti potrebbe significare imbattersi «nel fantasma che ti salva».
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