ANALISI TESTUALE: RUSTICO FILIPPI

 

Luigi De Bellis

 
 

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Dovunque eo vo o vegno o giro 






Tipico sonetto di tradizione cortese è molto vicino ai modelli provenzali e siciliani e, pur toccando temi che troveremo nei poeti dello Stilnovo (l'importanza data alla funzione del «vedere», la drammatizzazione di alcuni aspetti della fisicità - che compare qui nell'insolita immagine del v. 6 ), non ha l'esasperato intellettualismo di quelli. Il tema principale è uno di quelli tradizionali nella poesia d'amore cortese: il senso di frustrazione, di dolore provato dal poeta che invano desidera l'amata.

Le caratteristiche formali più interessanti del sonetto, che testimoniano di una scelta stilistica polarmente contrapposta a quella fatta nello scrivere i sonetti comici, sono queste:

- l'uniforme dolcezza dello stile, che serve a esprimere il dolce cordoglio del poeta (rime non particolarmente rilevate, sintassi semplice, pochi contrasti, poche figure);

- la pacata lentezza del ritmo (si veda l'avvio, con quei verbi che si allungano in una serie disgiuntiva - o ... o ... o ... - ma sono legati fra loro dalle allitterazioni: «Dovunque eo vo o vegno o volgo o giro, / a voi son, donna mia, tuttor davanti,») che dà a tutto il sonetto un andamento contemplativo;

- la selettività del linguaggio: gira attorno a un unico motivo, modulato attraverso una serie uniforme di voci affini o uguali (sospiro, piango, lamento, doglio, piangendo, sospirando).

2001 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it