Tipico sonetto di tradizione cortese è molto vicino ai modelli provenzali e siciliani e, pur toccando temi che troveremo nei poeti dello Stilnovo (l'importanza data alla funzione del «vedere», la drammatizzazione di alcuni aspetti della fisicità - che compare qui nell'insolita immagine del v. 6 ), non ha l'esasperato intellettualismo di quelli. Il tema principale è uno di quelli tradizionali nella poesia d'amore cortese: il senso di frustrazione, di dolore provato dal poeta che invano desidera l'amata.
Le caratteristiche formali più interessanti del sonetto, che testimoniano di una scelta stilistica polarmente contrapposta a quella fatta nello scrivere i sonetti comici, sono queste:
- l'uniforme dolcezza dello stile, che serve a esprimere il dolce cordoglio del poeta (rime non particolarmente rilevate, sintassi semplice, pochi contrasti, poche figure);
- la pacata lentezza del ritmo (si veda l'avvio, con quei verbi che si allungano in una serie disgiuntiva - o ... o ... o ... - ma sono legati fra loro dalle allitterazioni: «Dovunque eo vo o vegno o volgo o giro, / a voi son, donna mia, tuttor davanti,») che dà a tutto il sonetto un andamento contemplativo;
- la selettività del linguaggio: gira attorno a un unico motivo, modulato attraverso una serie uniforme di voci affini o uguali (sospiro, piango, lamento, doglio, piangendo, sospirando). |