Nella canzone sono uniti il motivo della lode, a cui si accompagna sempre la rappresentazione degli effetti di dolcezza, umiltà, gentilezza indotti dalla donna, e quello della morte, a cui si legano invece sentimenti di angoscia. Nella composizione viene prima il motivo della morte, che Dante svolge utilizzando lo schema della visione onirica e immaginando la morte di Beatrice come presentita, nel delirio, durante una malattia.
Momenti e immagini di drammaticità crescente sono accumulati nelle prime due stanze:
pianto e paura della donna che assiste il malato; pianto e dolore di Dante stesso, nel delirio e quando torna in sé; racconto della visione di morte.
Questa ha come punto di partenza una riflessione sulla fragilità fisica degli esseri umani: la malattia ne è il segno, la morte è la conseguenza necessaria a cui non potrà sfuggire neppure Beatrice.
Gli elementi onirici sono:
-visi «crucciati» di donne che proclamano l'inesorabilità della morte; donne scapigliate e piangenti;
-fenomeni di sconvolgimento cosmico, simili a quelli che secondo il Vangelo avvennero alla morte di Cristo;
-infine un uomo, personaggio misterioso che annuncia la morte della donna «ch'era sì bella».
Proprio quest'ultimo enunciato sottolinea il nodo tematico del testo, che è, ancora una volta, interpretazione in chiave religiosa delle apparenze sensibili del mondo. Neppure la bellezza, di cui Beatrice è esempio supremo, può salvare dalla morte: ma la trasfigurazione, che segue, risolve la paura in accettazione e la morte stessa in «cosa gentile» e «assai dolce». |