ANALISI TESTUALE: BOCCACCIO (DECAMERON)

 

Luigi De Bellis

 
 

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GIORNATA VI
NOVELLA 5






L'ideologia di Boccaccio è meritocratica: tesi della novella è infatti che l'ingegno (una qualità personale che non dipende dalla nobiltà della famiglia) vince la natura (in questo caso, l'inferiorità fisica).
I personaggi della novella (Forese da Rabatta, un giureconsulto, e Giotto, pittore già celebre) esercitano professioni tipiche del nuovo ceto intellettuale. Tuttavia il loro prestigio sociale non risulta identico: Forese è collocato in una posizione di superiorità, che gli permette di assumere l'iniziativa nello scambio delle battute; a Giotto è attribuito un atteggiamento più difensivo. Il mestiere di «pittore» godeva infatti di una considerazione ambigua, trattandosi di un «intellettuale» che tuttavia lavorava manualmente e che, proprio per questo, già nell'antichità era stato assimilato ai lavoratori «meccanici».

L'aneddoto riflette quindi la nuova scala dei valori che venivano apprezzati nella società urbana.

Consideriamo ora la struttura narrativa. La novella comprende, come la maggior parte di quelle della sesta giornata, due attanti: un personaggio (Forese) ne provoca un altro (Giotto) che si difende con una pronta risposta e induce il primo a riconoscere il suo errore. In ogni schema narrativo di questo genere è il personaggio provocato che, in quanto autore della battuta risolutiva, ha la funzione principale ed è al centro dell'attenzione. In questo caso è dunque Giotto il vero protagonista della novella. Boccaccio fa emergere il suo punto di vista (valore prioritario delle doti individuali e del talento creativo) dando il risalto maggiore a quello dei due personaggi, l'artista, di cui poteva essere più controversa la collocazione nella gerarchia sociale.

2001 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it