Ghismunda è un personaggio esemplare: ogni suo gesto, ogni sua parola sono infatti il risultato di una scelta, di un progetto in cui confluiscono passione e intelligenza. Perché questo personaggio (che è un modello) abbia risalto, Boccaccio introduce un antagonista, Tancredi, e dei testimoni (le damigelle, il famigliare che porta il cuore).
Ghismunda e il padre costituiscono la coppia di personaggi che si confrontano e si scontrano; poco risalto ha invece l'amante, Guiscardo. Del modello d'amore cortese sono rimasti nella novella alcuni elementi: le abitudini di vita signorile che fanno da cornice alla storia; la cura con cui Ghismunda decide di tener nascosta la sua relazione con Guiscardo («si pensò di volere avere... occultamente un valoroso amante»); alcuni concetti e termini che la donna utilizza quando vuol dimostrare la legittimità del suo amore (per esempio: la contrapposizione tra nobili e villani).
Sono numerose tuttavia le trasformazioni introdotte da Boccaccio.
- Il soggetto che agisce è la donna: è lei che prende in considerazione, uno per uno, gli uomini che stanno alla corte del padre e che, tra tutti, sceglie colui che le piace; è lei che escogita il modo per incontrarsi con l'amante e che s'adopera per rendere praticabile la via. L'inversione dei ruoli femminile/maschile ha un corrispettivo nella forma del racconto: l'uomo, Guiscardo, pronuncia una sola, convenzionale battuta; il lettore lo conosce quasi esclusivamente attraverso il punto di vista e le parole della donna, che ne celebra le qualità. - Tancredi, che è presentato all'inizio della vicenda come un buon signore («fu signore assai umano e di benigno ingegno») e al quale spetta, feudalmente, il diritto di punire in quanto signore e padre, posto di fronte all'occasione più difficile in cui mostrare la sua virtù, non appare all'altezza della situazione:
a. trascorre alla crudeltà, contraddicendo la fama di sovrano benigno in cui era vissuto;
b. dà segni di smarrimento, si abbandona al pianto, assume un comportamento «femminile» che la figlia stessa gli rinfaccia;
c. infine maschera con ragioni d'onore (tipiche del codice di comportamenti di una società feudale) la gelosia, che è la vera ragione del suo sentirsi offeso.
L'analisi del personaggio di Tancredi è stata al centro della riflessione critica più recente. Vari studiosi hanno rilevato come la chiave di lettura della novella stia nella qualità (morbosa) e nella misura (eccessiva) dell'amore di Tancredi per la figlia. L'andamento della vicenda pone Tancredi in una luce negativa, appunto perché Boccaccio ne considera negativo, in quanto innaturale, l'amore: l'incesto infatti non trova posto nella casistica erotica, pur così ampia, del
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