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Letizia Lanza, Levia Gravia 2004-2005, Poligrafica, Venezia, 2006, s.i.p.

Valeria Ferraro

(“Le Voci della Luna” 37, Speciale 8 marzo 2007, p. 59)



"Frusto il silenzio con / sillabazioni stente".

Questi due versi di Letizia Lanza descrivono bene il fare poetico dell'autrice in questo libro esile ma intenso, che vuole fin dal titolo assumere in sé al tempo stesso peso e leggerezza.

La poesie, che spesso hanno la compattezza dell'haiku pur non avendone la forma, sono ricche di parole e immagini del mondo classico, e di neologismi sparsi che rendono - e l'effetto credo sia voluto - la lettura ancora più sincopata.

Il succedersi dei testi appare casuale, ma essi si inseriscono nel più ampio percorso poetico dell'autrice, la quale ripropone anche alcune poesie già apparse nelle precedente raccolta,
Poesie soffocate (Venezia, 2005).