HOME       LIBRERIA       CRITICA       EVENTI

 

Letizia Lanza: "Femminilità “virile” tra mito e storia" - Puntoacapo editrice, Novi Ligure

L’autrice “gioca” già nel titolo del suo lavoro ( di poche pagine, si badi, soltanto nel numero, ma assai nutrite e di certa corposità erudita, analitica, squisitamente “dotta”):  femminilità virile…tra mito e storia. Evidente l’impiego voluto  dell’ossimoro, filo rosso dell’intero percorso con quella punta di provocazione coglibile nell’etimologia stessa del termine che nello specifico finisce per qualificarsi concordia discorde dando come risultato un’armonica unione di elementi alquanto diversi tra loro.
Letizia Lanza cala un tris di rilievo: Semiramide, le Amazzoni, Zenobia e lo fa calamitando, di rimbalzo, l’attenzione sulla figura di Christine de Pizan ( 1365 ca.- 1430 ca.) antesignana scrittrice di professione che diventa in breve una delle figure più interessanti e autorevoli del panorama letterario francese tra i secoli XIV e XV.
Attraverso le tre figure allegoriche di Ragione, Rettitudine e Giustizia nel lavoro della scrittrice medievale intitolato
Livre de la Cité des Dames, figurano i ritratti della trilogia di Letizia Lanza.
Emerge in tutta la produzione di Christine una nuova forma di identità artistica che intende «stabilire l’autorità femminile» attraverso la ri-scrittura della tradizione alla luce della «propria storia personale ed esperienza»…a scapito della “verità” documentata si può trovare nel
Livre la convincente risposta alla memoria perduta  di una cultura ginocentrica.
Si spiega, in questo modo, e la fortuna della scrittrice medievale italiana naturalizzata francese, riscoperta in ambito cinematografico da Stefania Sandrelli al suo esordio come regista (film che ha preso il via, di recente, a Roma e si intitola, prevedibilmente,
Christine ), sia la componente di forte attualità della tematica proposta dalla Lanza alla luce di questo saggio che “viaggia” sul doppio binario del  mito favoleggiante e del  documento storico.

(Commento a cura di Cristina Raddavero)


in: “Dicta mundi” - Sito web