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p. 7

  1.  

 

 

Gli antichi, ben consapevoli di quanto il cibo sia fonte di Piacere, ci hanno saputo tramandare una vasta sapienza gastronomica.

Ne è esempio Archestrato, il quale si preoccupò di proporre agli uomini del suo tempo una cucina che fosse semplice e naturale, tanto che il Nostro arrivò a raccomandare ai suoi contemporanei di tenersi lontano dai cuochi siracusani e italioti, poiché questi usavano abusare degli intingoli ed imbandire piatti assurdamente elaborati.

Vero altresì è che Archestrato seppe riconoscere ai cuochi siracusani l'arte di saper cucinare con grande maestria «i pesciolini di scoglio». Del poeta Archestrato ci piace presentare una parte del corpus di frammenti tratti dall'opera Hedypatheia (La vita di delizie a tavola). Peraltro il Nostro si premura di farci sapere che, per una buona riuscita di un convivio, è necessario non solamente la bontà del cibo e del vino, ma soprattutto che «tutti i convitati pranzino ad una sola tavola ricca di delicate vivande, in tre o quattro o al massimo cinque: ché non diventi una tenda di mercenari, avvezzi a vivere di rapina!» (Fr. 61 M).

dalla Prefazione di Carlo d'Altilia

 

 

 

 

p. 21


  

Quando vai ad Ambracia (1), terra beata, se per caso vedi un kapros (2), non fartelo scappare, ma compralo subito, anche a peso d'oro, se non vuoi che la nemesi divina ti soffi contro, terribile, perché questo pesce è davvero fior di nettare.

 

 

 

 

p. 33


  

D'autunno, al tramonto delle Pleiadi (1), prepara lo sgombro in qualsiasi modo. Che bisogno c'è di dirlo? Non potresti rovinarlo, neppure se volessi. Ma se desideri la ricetta migliore, caro Mosco, ecco, disponilo su foglie di fico, con non molto origano. Niente formaggio né altre frivolezze: mettilo semplicemente sulle foglie di fico, legato sopra con un giunco, e spingilo sotto la cenere calda, cogliendo il momento giusto, perché sia cotto e non si bruci.

 

 


 

 

p. 45


  

La lepre si prepara in molti modi, ma questo è certo il migliore. Mentre i tuoi ospiti bevono, portane la carne arrostita, ben calda, semplicemente cosparsa di sale, tolta dallo spiedo ancora un po' cruda. Non disgustarti, se vedi il sangue gocciolare dalle carni, ma ingoiale avidamente. Le altre ricette mi sembrano sempre troppo ricercate, intingoli untuosi, strapieni di formaggio e di olio, buoni solo per i gatti.