Maciete ebraiche

Macchiette ebraiche

Sim al gioren del digiun,

se capissa ch’è mognet,

nel chasser no ghè nissun,

un squallor me para el ghett.

                 *

Sul canton de la Piasseta

contra el solit silensiosa,

me son fermà un’oreta

a d’occiar la morosa.

                 *

E così per ingannar

la noiosa aspettazion

me son miss a bagolar

con la Nilde de Maron.

                 *

Da la boca del Tissan

la Lambrosa vegna in

col sidur in de la man

e con tuta cavanà.

                 *

Quatar pass fa in un quadrel

seria,  seria a testa a bas,

un colpet ghe dà al cappel

e slonga un poch el pas:

                 *

cosi chieta in aria pia,

col tran tran d’un lumagot

va su a Scola Beccaria

a purgar i gnavonot.

                 *

Ma chi vedi! El me Aronnin

ben pulì da cap a ,

con le gale al camisin

e le braghe de piché.

                 *

El temp ha sa impegnà:

un per d’ore a Scola granda

a pregar con la torà

che un bel terno Dio ghe manda:

                 *

po’ va a dar el bon mognet

a diversi gnascirim;

va dal cavalier Franchett

a scroccar dei pisciutim.

                 *

Dop che ha fatt el bagolon

a man drita e po’ a la stanca

subit scappa a colazion

da la morosa Bianca.

                 *

Viva i pret e la moral,

lor san viver ben da bon,

magnen anca l’animal

a dispetto de l’Aron.

                 *

De fastidi non ghe n’han

se diverten con prudenza

e le spese che lor fan

ghe le paga la “Credenza”.

                 *

Con el lassi a kanesar

a dir su de ‘sti surot

perché voi intant parlar

del caro Tondolot.

                 *

Tondolot, se nol savì,

è ciamà da tuti “el Nan

de longhessa è un metr e tri,

ma robust coma un paisan.

                 *

È el spavent de tuti i doni

per quel coso che lu g’ha,

e per far el matrimoni

dei fastidi s’è trovà.

                 *

Pien d’ingegn e de pazienza

lu sa far tuti i mester,

è maester d’eloquenza,

fa el becchin e l’arloier.

                 *

Chi un’istanza vol mandar

su de sora in Commission

mai non manca de ciamar

Tondolot che è così bon.

                 *

Ma la scurti anca col Nan

cort de gambe e de quattrin

perché sent sigar lontan

la Maria di Brostolin.

                 *

La Mariana Brostolina

è una donna assai stimada;

un temp era balarina

nonché dama de contrada.

                 *

A vederla andar a

con quell’aria da padron

più d’un om s’è innamorà

e gha pers la ragion.

                 *

g’ha di occ che en du carbon,

g’ha du fianch da piturar,

a Muscina e a Bocalon

el servel g’ha fatt girar.

                 *

G’ha un senato gigantesch,

una vos che sfonda el cor:

quand fa cald e quand fa fresch

da per tutt lei manda odor.

                 *

Ma diversi malmasai

con un spirit da dozina

l’han ciamada per scodmai

la Mariana Brostolina.

                 *

Tuta liscia e ben petnada

la Richeta de Lambros

sota a bras de cugnada

vegna in con far noios.

                 *

È moier de Santagnes

nominato Giacomin

che ben trenta volte al mes

è imbariagh de gregia e vin.

                 *

Quante volte avrì sentì

‘sto model de polizia

a sigar de chì e de lì:

Dova sit, Amalia mia!”.

                 *

Una sera m’ha ciamà

su de sora a casa

e una lettra m’ha detà

granda e grossa coma un bo.

                 *

“Vengo a lei con cuesta mia

per pregarlo in senocion,

g’ho la nera Amalia mia

con un fulmen nel ventron.

                 *

El dotor el me g’ha dito

che sé stado in del balar

e insiem con mio marito

non se fa che backaiar”.

                 *

Dop nov mes s’è po’ savù

che malan era succes

e l’onor g’avem avù

d’un novello Santagnes.

                 *

Quand se dis combinazion

guarda mai chi vedi me:

el vecc Sforni Salamon

con Vittorio el matt Balè.

                 *

Salamon g’ha una fiacheta

che tol anca i sentiment:

è el ridicol de Piasseta

perché a tuti dà el torment.

                 *

El degno compagnon

el servel g’ha un po’ patì,

venda patina e savon

a la rosa e al fajulì.

                 *

Te domanda ogni moment

se ghet gnint de scart da vender;

è una pitima, un torment

che dei bessi te fa spender.

                 *

Con tutt quest non è un mamzer

g’ha bon cor ma poch talent,

è un noios d’un lavativ

per lu tutti en parent.

                 *

E sia gloria a ‘sti gnivrim,

che ho volù chì ricordar:

fassa Dio che i kolaim

non i vaghen a turbar.

                 *

Consolemes, o letor,

che el ckasser è in bone man….

con ste facie el nostr’onor

durarà lontan lontan!....

                 *

 

È il giorno del digiuno (Kippur),

si capisce che è mognet (festa),

nel chasser (ghetto) non c’è nessuno,

il ghetto mi sembra una desolazione.

                 *

Sull’angolo della Piasseta (piazza Concordia)

contrariamente al solito silenziosa,

mi sono fermato un’oretta

in attesa della mia ragazza.

                 *

E così per ingannare

la noiosa attesa

mi sono messo a chiacchierare

con Nilde Maroni.

                 *

Dall’ingresso del Tissan (via Dottrina Cristiana)

arriva la Lambrosa

con in mano il sidur (libro delle preghiere)

piena di cavanà (devozione).

                 *

Fa quattro passi su una mattonella

seria, seria col capo chino,

si aggiusta il cappello

e poi allunga un po’ il passo:

                 *

così tranquilla con aspetto devoto

col ritmo di una lumaca

va alla Scola (Sinagoga) Beccaria

a purificarsi dei suoi gnavonot (peccati).

                 *

Ma chi vedo! Il mio Aronnin

ben pulito da capo a piedi,

con i merletti alla camicia

ed i pantaloni di piqué.

                 *

Ha già occupato il suo tempo:

un paio di ore alla Scola (Sinagoga) grande

a pregare sulla torà (i libri della legge)

che Dio gli faccia vincere un bel terno.

                 *

poi va a dare il buon mognet (augurio)

a diversi gnascirim (notabili);

va dal cavalier Franchett

a scroccare dei pisciutim (soldi).

                 *

Dopo che ha chiacchierato

a destra e a sinistra

subito scappa a colazione

dalla sua fidanzata Bianca.

                 *

Viva i preti e la morale,

loro sanno davvero vivere bene,

mangiano anche il maiale

a dispetto dell’ Aron (la legge ebraica).

                 *

Non hanno problemi

si divertono con avvedutezza

e le spese che fanno

le paga per loro la “Credenza” (il governo).

                 *

Lo lascio con lei a kanesar (sparlare)

a insultare questi surot (figuri)

perché nel frattempo voglio parlare

del mio caro Tondolot.

                 *

Tondolot, se non lo sapete,

è chiamato da tutti “il Nano”

è alto un metro e tre centimetri,

ma è forte come un contadino.

                 *

È il terrore di tutte le donne

per quel suo arnese,

e per sposarsi

ha avuto dei problemi.

                 *

Pieno di ingegno e di tenacia

lui sa fare di tutto,

è maestro d’eloquenza,

fa il becchino e l’orologiaio.

                 *

Chi vuole mandare un’istanza

alla Commissione

non fa mai a meno di rivolgersi a

Tondolot che è così bravo.

                 *

Ma la faccio breve anche col Nano

corto di gambe e di quattrini

perchè sento strillare da lontano

Maria di Brostolin.

                 *

Mariana Brostolina

è una donna molto stimata;

una volta faceva la ballerina

ed anche la signora di strada.

                 *

Vedendola andare in giro

con quell’aria signorile

più di un uomo s’è innamorato

ed ha perso la testa.

                 *

Ha gli occhi che sono due carboni,

due fianchi da dipingere,

a Muscina ed a Bocalon

ha fatto girate la testa.

                 *

Ha un petto gigantesco,

una voce che penetra nel cuore:

sia col caldo che col freddo

manda odore dappertutto.

                 *

Ma alcuni malmasai (sciocchi)

con spirito dozzinale

l’hanno soprannominata

Mariana Brostolina.

                 *

Tutta elegante e ben pettinata

Richeta di Lambros

a braccetto di sua cognata

viene avanti con fare annoiato.

                 *

È moglie di Santagnes

detto Giacomin

che ben trenta volte al mese

è ubriaco di grappa e di vino.

                 *

Quante volte avrete sentito

questo campione di pulizia

strillare di qua e di là

“Dove sei Amalia mia!”

                 *

Una sera mi ha invitato

su di sopra a casa sua

e mi ha dettato una lettera

grande e grossa come un bue.

                 *

“Vengo a lei con questa mia

per pregarla in ginocchio,

ho la mia nera (povera) Amalia

con un fulmine nella pancia.

                 *

Il dottore mi ha detto

che è stato nel ballare

e insieme con mio marito

non facciamo che backaiar (piangere)”.

                 *

Dopo nove mesi si è poi saputo

quale guaio era successo

ed abbiamo avuto l’onore

di un nuovo Santagnes.

                 *

Quando si dice la combinazione

guarda mai chi vedo:

il vecchio Salamon Sforni

con Vittorio Balè il matto.

                 *

Salomon è di una indolenza

che prende anche i sentimenti:

è il buffone di Piazzeta (Piazza Concordia)

perché tormenta tutti.

                 *

Il suo degno compagno

è uno un po’ fuori di testa,

vende crema da scarpe e sapone

profumato alla rosa ed al gelsomino

                 *

Ti domanda ogni momento

se hai qualche cosa che butti via da vendere;

è un seccatore, un tormento

che ti fa spendere soldi.

                 *

Con tutto ciò non è un mamzer (cattivo)

ha buon cuore ma poca intelligenza,

è un noioso  lavativo

per lui sono tutti suoi parenti.

                 *

E sia gloria a questi gnivrim (ebrei)

che qui ho voluto ricordare:

voglia Dio che i kolaim (guai)

non vadano a turbarli.

                 *

Consoliamoci, o lettore,

che il ckasser (ghetto) è in buone mani….

con questi personaggi il nostro onore

durerà molto a lungo!....

                 *

 

 

ELENCO

 

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