La prima nev

 

La prima neve

Oh! che vent, o Dio che vent,

è una roba de spavent!

nev in terra e sui balcon,

su le strade, fra i volton:

bianch i sass e bianch i scur,

bianch le porte e bianch i mur

bianch le ditte e i davansai,

bianch le gabbie dei fanai.

E la nev continua ancora,

vegna da qualche ora:

è un spettacol imponent

che impressiona tutt la gent.

Chi avess vist el vecc kasser

silensios coma un mister

l'avria ditt, pel badonai,

infestà dai polissai.

Solament de tratt in tratt

se scapussa in qualche gatt

che strisciando longa i mur

cerca un sit un po' sicur.

In 'sti temp così infernai

tuti en pieni de travai

e d'intorna al fogoler

stan coi fìoi e la moier

a contar le vecie storie

le antichissime memorie

dei scianim del quarantott

quand correven i magnot.

È una vera meraviglia

el veder ogni famiglia

lì davanti a la fiammada

co la boca spalancada

a scoltar el più sachen

far la storia de Ruen.

I banim sciockaien ,

i più grand en lì incantà,

fan le donne la calsetta

o le mende a la fodretta;

i om accenden la pippa

co le man in su la trippa:

gh'è la coppia dei moros

che discorren sota vos

e ogni tant pianin, pianin,

se ricambien di basin:

l'orator continua ancora

le storie fin a l'ora

che smorsandose el lumin

te ghe pianta un pisolin.

va a lett la compagnia,

tuta insiem in armonia,

va a lett e s'indormenta...

oh, che vita ckaserienta!

Oh! che vento, o Dio che vento,

è una cosa da spavento!

neve in terra e sui balconi,

su le strade, negli androni:

bianchi i sassi e bianche le imposte,

bianche le porte e bianchi i muri

bianche le insegne e i davanzali,

bianche le gabbie dei fanali.

E la neve continua ancora,

scende da qualche ora:

è uno spettacolo imponente

che impressiona tutta la gente.

Chi avesse visto il vecchio kasser (ghetto)

silenzioso come un mistero

l’ avrebbe detto, pel badonai (perbacco),

infestato dai poliziotti.

Solamente di tanto in tanto

si inciampa in qualche gatto

che strisciando rasente ai muri

cerca un posto un po' riparato.

In questi tempi così infernali

tutti sono pieni di problemi

e stanno intorno al focolare

con i figli e la moglie

a raccontare le vecchie storie

le antichissime memorie

degli scianim (anni) del quarantotto

quando i magnot (soldi) giravano.

È una vera meraviglia

il vedere ogni famiglia

lì davanti al camino

con la bocca spalancata

ad ascoltare il più sachen (anziano)

che racconta la storia di Ruen.

I banim (bambini) sciockaien (dormono) già,

i più grandi stanno lì incantati,

le donne lavorano a maglia

o rammendano la federa;

gli uomini si accendono la pipa

stando con le mani sulla pancia:

c’è la coppia di fidanzati

che parlano sottovoce

e ogni tanto piano, piano

si scambiano dei bacetti:

l'oratore continua ancora

le sue storie fin al momento

che spegnendosi il lume

si assopisce.

Poi la compagnia va a letto,

tutta insieme in armonia,

poi va a letto e s'addormenta...

oh, che vita ckaserienta (infame)!

 

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