Sabato 13 aprile insieme all'associazione "la Piazza e l'Aquilone" e al
"Social Forum del III municipio"
abbiamo effettuato una passeggiata rumorosa per focalizzare l'attenzione
su alcune aree verdi del III municipio che al momento sono chiuse
e non possono quindi essere utilizzate dai cittadini.
Le aree sono:
Entrambe hanno ettari di verde chiuso al pubblico.
Chiediamo ai cittadini interessati di unirsi a noi nella battaglia
per rendere pubblici e aperti ai cittadini i parchi che circondano
le due ville.
Per saperne di più cliccate su
VILLA BLANC
oppure scrivete a: lapiazzaelaquilone@hotmail.com
Riportiamo una scheda informativa su Villa Blanc
curata dall’Associazione “La piazza e l’aquilone” e dal
Social Forum del 3° Municipio
e una breve storia scritta da Antonina Di Rienzo De Laurentiis
Originariamente appartenuta alla famiglia Lezzani, che vi avevano fatto costruire una vigna, nei suoi quattro ettari di giardino, e un fabbricato rustico. Nel 1893 Villa Blanc fu acquistata dal conte Alberto Blanc, al tempo Ministro degli Esteri del re Umberto1°, che affidò la ristrutturazione all’architetto, ed anche archeologo, Giacomo Boni negli anni 1896-97 in collaborazione con Francesco Mora. In quel periodo il Boni stava seguendo uno scavo a Tor di Quinto dove era stato ritrovato un bellissimo mausoleo che, con il consenso del conte Blanc, fu inserito nel giardino della villa. Attualmente, in seguito all’allargamento della Via Nomentana alla fine degli anni Cinquanta, il mausoleo si trova isolato fuori dalle mura di cinta della villa. Il fabbricato principale è ricco di finestre ad arco, di loggette ad archetti su colonne, di pilastri e di cariatidi. I diversi elementi architettonici e decorativi, realizzati da Adolfo De Carolis e Alessandro Morani, ricordano lo stile rinascimentale ed anticipano quello "Liberty" . Per realizzare la notevole sala da ballo, con il soffitto a cassettoni ottagonali alternati a quadrati, sono stati utilizzati materiali moderni, come la ghisa e il ferro. Oltre alla villa, nel giardino ci sono quattro costruzioni del 1925, tra cui uno chalet svizzero, che era la casa del giardiniere e del portiere. Nel vasto parco si trovano lecci, pini e allori, tipica vegetazione mediterranea, e piante esotiche quali il banano e le palme.
A cura dell’Associazione “La piazza e l’aquilone” e del
Social Forum 3° Municipio
lapiazzaelaquilone@hotmail.com
“La
storia di Villa Blanc inizia quando, nel 1973, la Società Generale Immobiliare
vende la Villa all’Ambasciata dell’allora Germania Federale. Scoprimmo quasi
per caso che l’accordo tra le parti prevedeva il perfezionamento del contratto
previa eliminazione dei vincoli (e i vincoli sono leggi dello Stato) che
tutelavano la Villa. Da allora iniziammo una battaglia, la cui prima vittoria tangibile
fu una delibera del Comune in cui si dichiarava la Villa “zona N” (parco
pubblico), era il 1974. In quei tempi la Villa era abbandonata a se stessa e
chiusa al pubblico, si sperava che quello fosse l’ultimo atto di una battaglia
vinta.
Diciotto anni dopo, nel 1992, le condizioni della Villa erano ulteriormente peggiorate e la Villa continuava a restare chiusa. In quell’anno, l’allora Ministro dei Beni Culturali Ronchey acquisì la Villa, tra i beni pubblici per frenare una delle ennesime speculazioni: la storia è nota, Ronchey dovette desistere.
Sei
anni dopo la Luiss acquistava la Villa.
Fummo
tra i sostenitori di quella soluzione. Un’Università è comunque un servizio
pubblico, un’istituzione culturale, e poi la Villa aveva veramente bisogno di
restauri immediati.
Siamo
nel 2002, sono passati quattro anni e la Villa è in uno stato di abbandono
crescente e sempre chiusa al pubblico. L’anno prossimo sono trent’anni esatti
che la vicenda della Villa ha avuto inizio. Abbiamo lottato contro
amministratori sonnolenti, speculatori, vandali, ladri (una volta si sono
persino rubati un’intera scalinata), incendi, etc.
Ad ogni
nuova fase abbiamo chiesto di fare in fretta, abbiamo urlato ai quattro venti
che ci sono pericoli per le strutture, pericoli per il parco e pericoli per il
quartiere intorno.
Ad ogni
nuova fase ci dicevano che finalmente si era trovata la soluzione più adatta
alla Villa, che finalmente la Villa era salva e via dicendo.
Esauriti
i facili entusiasmi di ogni nuova fase, quando tutti discordano del problema,
tornavamo a chiedere di fare in fretta, urlare ai quattro venti che ci sono
pericoli per le strutture, pericoli per il parco e pericoli per il quartiere
intorno.
A
trent’anni dall’inizio della nostra lotta e a quattro dall’acquisto da parte
della Luiss, la Villa è ancora in stato d’abbandono. Anche questa volta
torniamo a chiedere di fare in fretta, a urlare ai quattro venti che ci sono
pericoli per le strutture, pericoli per il parco e pericoli per il quartiere
intorno: non vorremmo essere ripetitivi, ma è la situazione a non cambiare.
La
Villa va restaurata immediatamente e il parco non riceve manutenzioni serie
ormai da decenni.
Noi
continuiamo a sperare che il futuro di Villa Blanc si a tornare ad essere un
bene fruibile, che possa diventare una sede universitaria con un parco aperto a
tutti. Questo potrebbe essere uno degli ultimi appelli, non perché ci
stancheremo di farli, ma perché potrebbe essere la Villa a non esistere più se
non si parte immediatamente con un lavoro serio di restauro.”
Antonina Di Rienzo De Laurentiis