Oltre gli organismi internazionali ufficiali
dal Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua
di
Vincenzo Masi

Genesi dei Forum Mondiali Alternativi dell’Acqua
Nel marzo del 2002 si tenne a Monterrey (Messico) la Conferenza Internazionale sul Finanziamento per lo Sviluppo, dove per la prima volta questioni economiche e finanziarie vennero discusse nell’ambito delle Nazioni Unite. In quella occasione si doveva stabilire in che misura la collettività mondiale, ed in particolare le società dominanti - che rappresentano meno del 20% della popolazione, che, però, posseggono l’86% della ricchezza del mondo e determinano l’88% dei consumi mondiali - fossero pronte a manifestare la volontà di organizzare il finanziamento dello sviluppo per sradicare la povertà e creare un sistema sostenibile. Il risultato è stato un completo fallimento infatti non fu trovato un accordo né sull’ampiezza, né sulle modalità del finanziamento della politica dello sviluppo che consentisse di raggiungere il pur minimo obiettivo, proclamato in modo trionfale al Millennium Summit (New York, settembre 2000), di essere disposti a diminuire della metà il numero della popolazione in estrema povertà - reddito inferiore ad 1 dollaro al giorno - entro il 2015.

Fallito l’incontro di Monterrey, non aveva alcun senso il III° vertice della Terra di Johannesburg (2002). La conferenza si tenne comunque e il suo andamento ha dimostrato ancora una volta che i potenti rifiutano gli accordi internazionali. Le regole dettate da Bush, che da tempo aveva deciso di snobbare la conferenza, sono state svelate sin dai primi giorni: nessun nuovo accordo internazionale vincolante, diluire gli impegni presi a Rio de Janeiro (1992), perorare soltanto accordi volontari con le imprese e soprattutto imporre il libero commercio, come unico motore dello sviluppo sostenibile per chi nel mercato globale vive, per gli esclusi nessuna considerazione. A Johannesburg è stata inoltre riaffermata la delegittimazione totale dell’ONU, ridotta al rango di intermediario commerciale degli interessi dei privati che oramai a questo tipo di vertici sono la componente più accreditata e potente. Quello che doveva essere uno strumento politico e di indirizzo per tutti gli stati presenti, si è rivelato essere soltanto la copertura politica a livello mondiale degli interessi delle corporations.

Proprio per questo motivo numerose O.N.G. e i rappresentanti della società civile, a cui non era neanche stata concessa la parola al vertice, hanno deciso di abbandonare la conferenza e, da allora in poi, di organizzare Forum Mondiali alternativi a quelli ufficiali promossi dalle organizzazioni internazionali, dai governi e dalle corporations. Il primo di questi Forum alternativi - se si eccettua quello di Porto Alegre, nato in contrapposizione agli incontri del W.T.O. a Davos - fu quello sull’acqua organizzato nel 2003 dal Comitato per un Contratto Mondiale sull’Acqua.

I° Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua – Firenze 2003 –
A Firenze, nel 2003, l’assemblea del I° Forum Mondiale Alternativo sull’Acqua ha elaborato un documento Per un’altra politica dell’acqua che oltre a descrivere la attuale politica dell’acqua dei dominanti, che prevede la privatizzazione dei servizi idrici e privilegia le grandi corporations, enuncia i principi fondanti per una nuova politica dell’acqua e gli obiettivi da raggiungere nei successivi 15 anni.
I quattro assi prioritari del documento di Firenze sono:

  • fare in modo che il diritto all’acqua per tutti diventi realtà entro l’anno 2020;
  • preservare l’acqua come bene comune contro tutte le forme di liberalizzazione e di privatizzazione;
  • assicurare il finanziamento collettivo dei servizi idrici attraverso fondi pubblici;
  • garantire la partecipazione democratica dei cittadini alle decisioni che riguardano il bene acqua.

Da allora, proprio per attuare un’altra politica dell’acqua, molte azioni sono state intraprese dai movimenti per l’acqua e dal Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua.
Due eventi importanti, accaduti negli ultimi anni, possono ritenersi esemplificativi di questo agire politico.

Il Forum di Firenze aveva proposto alle Nazioni Unite di dedicare una giornata speciale per l’accesso all’acqua come diritto di tutti, alla fine dell’anno internazionale dell’acqua (2003). L’ONU aveva risposto con un rifiuto, affermando che la sua agenda di impegni era già completa. Allora si è deciso di agire senza gli organismi internazionali e il Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull’acqua ha organizzato un appuntamento a Roma, il 10 dicembre 2003 - luogo e data simbolici poiché proprio a Roma, il 10 dicembre del 1948, era stata promulgata la Dichiarazione dei Diritti Umani - a cui hanno partecipato i parlamentari nazionali, già costituitisi nell’associazione degli Eletti per l’acqua, parlamentari europei e amministratori locali che condividono i principi del Manifesto dell’Acqua.
L’atto formale che ne scaturì fu la Dichiarazione di Roma che oltre a proclamare che l’accesso all’acqua è un diritto umano universale, propone di far in modo che, entro due anni, 5.000 Comuni nel mondo intero, 1.000 parlamentari, 500 grandi O.N.G. e 100 sindacati nazionali, aderiscano a tale Dichiarazione. Questa adesione non costituisce un atto puramente formale ma implica che i Comuni debbano adottare nei loro Statuti i principi enunciati nella Dichiarazione. Se ciò avvenisse sarebbe un’azione politica forte perché proveniente dal basso, dalla coscienza delle collettività locali, e fornirebbe una base giuridica fondamentale al riconoscimento del diritto all’acqua anche da parte degli organismi internazionali (ONU).
L’altro evento importante, che può essere preso ad esempio per un agire politico in favore di una nuova narrazione dell’acqua e dei beni comuni, è costituito da quanto accaduto, il 10 marzo 2004, nella sede del Parlamento europeo, a Strasburgo. I movimenti hanno operato una forte pressione sui parlamentari europei affinché si esprimessero contro la proposta della Commissione di liberalizzare totalmente i servizi idrici, della sanità e dell’educazione nel mercato interno europeo. La vittoria riportata è stata significativa poiché il Parlamento ha approvato due emendamenti che respingono tutte le aperture alla libera concorrenza nel settore dell’acqua.

Il II° Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua – Ginevra 2005 -
Il II° Forum Mondiale Alternativo dell’Acqua si terrà a Ginevra dal 27 al 30 marzo 2005. In tale occasione non saranno solo denunciate le attuali politiche liberiste sull’acqua, ma saranno stabiliti gli strumenti concreti per contrastarle. La parola forum implica che non c’è una soluzione predeterminata ma, attraverso il confronto tra tutti i movimenti interessati alle problematiche dell’acqua, si giungerà ad identificare un programma di azione politica. Non si parlerà più astrattamente dei problemi dell’acqua e di organizzare proteste contro coloro che ne sono la causa, ma saranno definite azioni concrete. Non ci si limiterà, per esempio, a condannare l’agricoltura intensiva e i suoi effetti inquinanti sull’acqua e l’ambiente ma saranno individuate le azioni da compiere nei prossimi 3 anni affinché si realizzi un altro tipo di agricoltura, biologica e a vocazione ambientale.
Definendo tali azioni si costruisce un progetto e un programma politico per la trasformazione delle Istituzioni e delle politiche attuali quali quelle derivanti dal rapporto Financing water for all del Panel Camdessus, costituito dal Consiglio Mondiale dell’Acqua e sostenuto dalla Banca Mondiale e da numerosi governi occidentali. Questa operazione di ingegneria finanziaria propone, in primo luogo, il ricorso a strumenti finanziari di tipo privato (prezzo ai consumatori, ricorso ai mercati finanziari, prestiti dalle istituzioni multilaterali internazionali, partenariato pubblico privato, etc.) in una logica il cui principio fondante è, come esplicitamente affermato, quello di creare in ogni Paese le condizioni ottimali - assicurando alti livelli di ritorno sugli investimenti e la sicurezza del diritto di proprietà dei beni o dei servizi - per indurre il capitale privato a finanziare i servizi idrici.
Proprio per contrastare questa visione, in preparazione del Forum di Ginevra, dalla fine del 2004, alcuni gruppi di lavoro stanno predisponendo dei documenti di sintesi e tutti coloro che sono interessati alle problematiche dell’acqua e alle tematiche del Forum stanno scambiandosi riflessioni, esperienze, opinioni, attraverso Internet. Un gruppo, per esempio, sta approfondendo il tema dei finanziamenti pubblici per i servizi idrici su scala mondiale e locale: quale nuovo sistema finanziario si può ideare, quale nuova fiscalità, quali nuove forme cooperative, di mutualità etc. Al Forum poi si deciderà come queste risposte potranno essere attuate in ogni continente. Un gruppo svizzero, invece, sta cercando di redigere un testo fondamentale sull’accesso all’acqua che potrebbe diventare una Convenzione internazionale o un vero e proprio Contratto mondiale sull’acqua.
Così si stanno costruendo le basi affinché al Forum possa essere definito un piano di azione per ottenere che le tematiche dell’acqua diventino prioritarie nelle agende politiche degli Stati.
Il Forum costituirà anche il luogo dove sarà affermato il concetto di governo del ciclo dell’acqua che deve sostituire quello ormai obsoleto di gestione dell’acqua perché se è importante gestire il “come fare”, ancora più importante e pregiudiziale è valutare, insieme ai cittadini, il “cosa fare”.
Si stabilirà, inoltre, come contrastare in tutta Europa la Direttiva comunitaria sul mercato interno dei servizi (Bolkestein) che fissa le disposizioni generali che permettono di agevolare l’esercizio della libertà di stabilimento di prestatori di servizi, nonché la libera circolazione dei servizi (art. 1). Tale Direttiva, presentata come uno strumento utile a ridurre la burocrazia interna all'Unione, in realtà realizzerà un vero e proprio dumping sociale verso le legislazioni dei paesi a più alta protezione sociale e del lavoro, affinché riducano, in nome della competitività, i propri standard di garanzie e costituirà un incitamento legale a spostare le sedi delle imprese verso i paesi a più debole protezione sociale e del lavoro per poter approfittare delle legislazioni da stato minimo ivi esistenti.

La visione complessiva ottimistica del popolo dell’acqua deriva dalla storia. Essa rivela che quando i cittadini vogliono assolutamente ottenere il riconoscimento di un diritto alla vita e di un bene comune a tutta l’umanità, riescono a conquistarlo. Quando, invece, restano passivi, quando non riescono a esprimere la loro volontà di cambiamento, consentono al potere di esercitare la sua egemonia.

Numero speciale elezioni amministrative 2005