I palestinesi sono tornati alle urne (estratto dalla relazione degli “osservatori internazionali” inviati dal Comune di Napoli, Provincia di Napoli e Regione Campania)
di Raffaele Porta dal Laboratorio Politico Città di Potenza

Il 23 dicembre 2004 si sono tenute in Cisgiordania le prime elezioni dei Consigli Municipali dopo 28 anni, le prime dalla nascita dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp).

Si è votato in 26 città di 11 distretti (Gerusalemme, Jenin, Toubas, Tulkarem, Qalquilya, Salfit, Nablus, Ramallah, Gerico, Betlemme, Hebron), tra le quali le 2 grandi città di Toubas e Gerico. In questa prima tornata gli aventi diritto al voto sono stati 143.921 cittadini di cui 71.662 donne e 72.259 uomini. Il villaggio piu’ piccolo (Nweimeh & Duke, 1.027 elettori) e la città piu’ grande (Gerico, 15.352 elettori) interessati al voto sono entrambi localizzati nel distretto di Gerico. I nominativi degli aventi diritto al voto in ogni città sono stati iscritti di ufficio dalle autorità competenti - o a seguito di richiesta di iscrizione degli stessi aventi diritto - in elenchi che sono stati esposti il giorno del voto nei singoli seggi. Sono state avanzate complessivamente 1003 candidature (152 donne e 851 uomini). Al momento del voto però, a seguito di alcuni ritiri, sono restati in lizza solo 887 candidati per 306 consiglieri da eleggere.

Il regolamento elettorale prevede che, in relazione alla popolazione, ciascun Consiglio Municipale può essere composto da un minimo di 9 consiglieri ad un massimo di 15 e che il Sindaco viene eletto all’interno del Consiglio. Ogni candidato può essere rieletto una sola volta ed anche il Sindaco, di conseguenza, può ricevere un solo rinnovo del mandato. Ogni elettore ha la possibilità di esprimere, al massimo, un numero di preferenze pari al numero dei componenti il Consiglio, avendo a disposizione una scheda con i nomi prestampati di ciascun candidato, le sue generalità ed un numero di riferimento. L’elettore deve tracciare sulla scheda esclusivamente una croce in corrispondenza dei candidati prescelti. Almeno 2 candidate donne devono necessariamente essere elette, a prescindere dai voti ricevuti, a meno che non si è in presenza soltanto di una o di nessuna candidatura femminile.

In questo primo turno elettorale in quasi tutte le città erano state allestite due o più sedi dove poter esercitare il diritto di voto, ciascuna con almeno due seggi elettorali al proprio interno. 156 seggi elettorali erano stati allestiti complessivamente nelle 26 città andate al voto. La maggior parte di questi era stata localizzata in edifici normalmente utilizzati come sedi di istituti scolastici. Il loro numero è risultato però altamente insufficiente sia per la massiccia affluenza al voto, concentrata in un’unica giornata elettorale, sia per il lungo tempo impiegato da ogni singolo elettore nella compilazione della scheda dal momento che questi era tenuto ad indicare fino a 15 preferenze tra un numero elevato di candidati (in un caso anche 68!). Ampio uso, giustificato peraltro dalle molteplici candidature, è stato fatto all’interno delle cabine elettorali di “bigliettini”, distribuiti al di fuori dei seggi, recanti le indicazioni di voto da copiare sulla scheda elettorale.

All’interno di ogni seggio elettorale erano presenti alle pareti manifesti indicanti divieto di fumare, divieto di usare telefoni cellulari e, abbastanza in evidenza, divieto di "introdurre armi”. Inoltre erano stati affissi anche vistosi manifesti colorati con indicazioni molto precise e semplici sulle modalità di esercizio del voto.

Dappertutto gli addetti ai seggi garantivano ordine nelle procedure, organizzando e facendo rispettare lunghe file all’esterno dei seggi per non consentire un sovraffollamento degli ambienti dove si esercitava il diritto di voto. Ciononostante, quest’ultimi risultavano a volte troppo angusti per contenere le cabine elettorali (mai inferiori al numero di 3), il tavolo degli addetti al controllo delle generalità degli elettori e l’area di stazionamento dei rappresentanti dei singoli candidati. La partecipazione femminile risultava massiccia, e molto efficiente, nell’apparato organizzativo sia tra i presidenti di seggio che tra il personale addetto ai controlli ed agli scrutini.

All’interno dei singoli seggi erano state allestite “rudimentali” cabine elettorali costituite semplicemente da banchi di scuola sui quali erano stati poggiati in verticale cartoni piegati a “U” per garantire all’elettore di non essere visto né davanti, né da destra, nè da sinistra mentre esprimeva il proprio voto. Venivano usate per votare penne a biro di differente natura. Non era consentita la presenza, all’interno del seggio, dei singoli candidati ma soltanto di un loro rappresentante. Al contrario, non era raro assistere alla presenza nella stessa cabina di più persone. Veniva consentito, infatti, all’elettore che si autoproclamava “analfabeta” di farsi aiutare da una persona di suo gradimento nell’espressione del voto. In tal caso il presidente del seggio, o un suo delegato, era tenuto a sorvegliare che il designato eseguisse correttamente la volontà dell’elettore analfabeta. Dal momento che spesso le donne che si dichiaravano analfabete si recavano al voto con uno o più bambini piccoli al seguito, talvolta le persone contemporaneamente presenti in cabina diventavano anche quattro o cinque!

Nella maggior parte dei seggi si è votato fino alle ore 19.00. Ma essendo consentito di chiedere al Comitato Elettorale Centrale, di stanza a Ramallah, il prolungamento del voto fino alle 21.00 qualora alle ore 19.00 fossero presenti all’interno o in prossimità del seggio elettori in attesa, in non pochi seggi le operazioni di voto si sono protratte oltre il termine orario previsto. Nel distretto di Jenin, ad esempio, pare sia stato concesso di votare addirittura fino alle ore 2.00 del mattino del giorno 24.

I risultati del voto

Alla fine la percentuale media dei votanti è stata pari all’81%, con un picco massimo del 95.71% a Kafr Labad (distretto di Tulkarem) ed un picco minimo del 44.07% a Deir Dibwan (distretto di Ramallah), quest’ultimo dovuto al numero considerevole di cittadini palestinesi emigrati da tempo negli USA. Del totale dei 306 consiglieri eletti 46 sono risultati essere donne, e 21 di queste sono state elette grazie alla legge che riserva loro almeno 2 seggi in ogni Consiglio. Delle 25 donne che hanno invece “prevalso elettoralmente” sui candidati uomini, alcune hanno vinto anche con significativo distacco. Nella città di Benizayid (nordovest di Ramallah), ad esempio, una candidata ha avuto più consensi di tutti gli altri candidati. Tra i candidati eletti a Beit Fourik, nel distretto di Nablus, risulta anche il nominativo della sorella dell’assassino del Ministro Rehavam Zeevi.

E’ difficile dare un giudizio politico sull’esito delle elezioni. Infatti, non sempre i candidati eletti sono risultati appartenenti a liste ben definite come Fatah o Hamas. A volte, inoltre, lo stesso partito di Fatah era presente in alcune città con più liste aventi programmi diversificati. In altri casi il successo di liste indipendenti, spesso espressioni di clan locali, rendevano imprevedibile il futuro esito della votazione per l’elezione del Sindaco. Anche il Ministro per i Rapporti con le Autorità Locali dell’Anp, Jamal Shobaki, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di comunicazione dei risultati elettorali, si è rifiutato di commentare questi ultimi limitandosi a consegnare dettagliati elenchi dei voti conseguiti da ogni singolo candidato in ogni singola città. Stando a quanto riportato dal giornale israeliano Haaretz, comunque, Fatah avrebbe conseguito, in questo primo turno elettorale, la maggioranza in 12 consigli municipali, Hamas in 7, mentre nelle restanti 7 città veniva annunciata una lotta tra i due principali partiti per acquisire al proprio schieramento i consiglieri cosiddetti “indipendenti”, con il fine di raggiungere una maggioranza capace numericamente di esprimere il Sindaco. La radio palestinese attribuiva invece complessivamente 202 consiglieri a Fatah, 84 ad Hamas, mentre sarebbero stati 20, per questa fonte, i consiglieri eletti non legati ai due maggiori partiti. Stando infine alle dichiarazioni di alcuni dirigenti di Fatah, raccolte informalmente a latere della conferenza stampa, il loro partito avrebbe conseguito oltre il 70 % dei consensi in questo primo turno elettorale.

Il nostro lavoro di “osservatori internazionali”

La nostra delegazione ha monitorato questo primo turno delle elezioni municipali in Cisgiordania seguendo le seguenti fasi:

  1. fase precedente il voto: nei giorni 21 e 22 dicembre - attraverso un incontro con il Ministro per i Rapporti con le Autorità Locali dell’Anp, Jamal Shobaki, attraverso vari colloqui con il suo Viceministro Hussein Alaraaj e con diversi funzionari dell’Alto Comitato Elettorale Centrale - si è venuti a conoscenza delle principali modalità di voto e delle più importanti norme che regolano le elezioni municipali;
  2. fase del voto: la delegazione si è suddivisa in due gruppi di “osservatori” che hanno trascorso l’intera giornata del 23 dicembre presso i seggi delle seguenti città: Abu Deis e Ezariya (distretto di Gerusalemme), Beit Fourik e Beita (distretto di Nablus), Deir Dibwan (distretto di Ramallah), Gerico (distretto di Gerico);
  3. fase dello scrutinio: la delegazione si è recata il giorno 24 dicembre presso un seggio della città di Gerico per monitorare le modalità di apertura delle urne, di scrutinio e registrazione delle preferenze indicate nelle schede, di compilazione dei registri elettorali, di trasferimento delle urne e di tutto il materiale elettorale all’Alto Comitato Elettorale Centrale;
  4. fase del controllo: la delegazione si è recata il giorno 25 dicembre presso l’Alto Comitato Elettorale Centrale di Ramallah per monitorare le fasi di controllo delle operazioni di scrutinio delle 156 urne che, dai vari seggi delle differenti città, erano state tutte trasferite all’Alto Comitato Elettorale Centrale;
  5. fase della proclamazione dei risultati: la delegazione ha partecipato alla conferenza stampa di proclamazione dei risultati elettorali tenuta dal Ministro per i Rapporti con le Autorità Locali dell’Anp, Jamal Shobaki, e dal suo Viceministro, Hussein Alaraaj, presso il Palestine Media Center di Ramallah il giorno 26 dicembre. La proclamazione degli eletti, che avrebbe dovuto tenersi il giorno dopo il voto, è stata rinviata prima al giorno 25 e poi di ulteriori 24 ore. Le cause del rinvio di 48 ore sono state attribuite dal Ministro non solo ai ritardi nella chiusura delle operazioni di voto nei seggi di alcune città (in un seggio nel distretto di Jenin hanno terminato di votare solo all’alba del 24 dicembre), ma soprattutto ai meticolosi controlli effettuati ai checkpoint dai militari israeliani nei confronti delle autovetture che trasferivano le urne elettorali dalle varie città all’Alto Comitato Elettorale Centrale di Ramallah. Inoltre il Ministro ha denunziato le difficoltà, determinate dall’occupazione militare, incontrate dagli elettori nel raggiungimento dei seggi elettorali. Il numero dei checkpoint, nel giorno del 23 dicembre, invece di diminuire sarebbe infatti addirittura aumentato! Il Ministro ha denunziato anche che 5 candidati, risultati poi eletti, sarebbero stati fermati dalle autorità militari israeliane nel giorno stesso del voto: 2 a Hebron, 1 a Jenin, 1 a Gerico e 1 a Gerusalemme.

Risulta che Hamas abbia presentato 3 ricorsi per irregolarità denunziate nelle fasi del voto e dello scrutinio nei seggi di Ezariya (distretto di Gerusalemme) e di Ya’bad e Arrabah (distretto di Jenin). Vari giornalisti hanno criticato, durante la conferenza stampa di proclamazione dei risultati, sia il voto “assistito” degli analfabeti che il numero esiguo dei seggi elettorali rispetto all’alta partecipazione al voto.

La nostra delegazione ha ritenuto di mettere innanzitutto in risalto il grande sforzo organizzativo messo in campo dalle competenti Autorità palestinesi nelle condizioni logistiche, oggettivamente difficili, di occupazione militare dei territori dove sono allocate le città dove si è votato. Il personale addetto ai seggi ha mostrato un’eccellente preparazione ed una notevole autorevolezza. L’iscrizione dei cittadini alle liste elettorali, la presentazione delle candidature, la campagna elettorale effettuata dai singoli candidati e dai partiti, la partecipazione dei cittadini alla campagna elettorale e la loro massiccia partecipazione al voto, il controllo della regolarità delle votazioni da parte del personale addetto in tutte le varie fasi del processo, i trasferimenti del materiale elettorale in un unico centro per i controlli suppletivi, sono tutte fasi – per citare le piu’ importanti - che sono state eseguite, a parere della nostra delegazione, con impegno, correttezza e nel rispetto delle fondamentali regole democratiche nonostante le condizioni oggettive ambientali non potessero che definirsi assolutamente “inidonee” allo svolgimento di un iter procedurale di tipo elettorale.

Abbiamo sottolineato la straordinaria partecipazione del corpo elettorale al voto, e non soltanto sotto l’aspetto quantitativo. In molte occasioni abbiamo assistito, infatti, a manifestazioni di vera e propria “gioiosa” partecipazione alle elezioni con la permanenza dei cittadini nei dintorni dei seggi sia prima che dopo la loro espressione di voto. Per la stragrande maggioranza dei palestinesi quella di decidere i loro rappresentanti nelle città di residenza è stata occasione di una vera e propria “festa”. E infine abbiamo anche rimarcato la disciplina mostrata dal corpo elettorale nell’attesa paziente del proprio turno nelle lunghe file di votanti presenti ai seggi, ed il rispetto della precedenza sempre data agli elettori anziani ed alle persone diversamente abili.

Inoltre la nostra delegazione non ha sottaciuto i miglioramenti che possono e devono essere apportati alla complessa “macchina elettorale” nel prosieguo del processo democratico decisionale che porterà al voto nel 2005 altre centinaia di migliaia di cittadini palestinesi. Miglioramenti realizzabili attraverso correzioni da apportare a livello organizzativo sia della logistica che dei controlli. Miglioramenti che potrebbero sia consentire una meno problematica gestione delle varie fasi del processo che garantire una maggiore segretezza del singolo voto.

Tra le modifiche suggerite, innanzitutto andrebbe aumentato sia il numero delle sedi elettorali che il numero complessivo dei seggi. Un raddoppio del numero di questi ultimi sarebbe un obiettivo fortemente auspicabile in modo da evitare il sovraffollamento dei seggi dovuto all’alta partecipazione al voto in un’unica giornata elettorale. In secondo luogo andrebbe garantita una maggiore “riservatezza” dell’elettore nel momento dell’espressione del voto attraverso a) l’allestimento di vere e proprie cabine elettorali che possano consentire la “invisibilità” dell’elettore da parte di tutte le persone che nello stesso momento si trovino presenti all’interno dello stesso locale, b) la presenza ad una “debita distanza” dall’elettore dei rappresentanti dei candidati il cui stazionamento nel locale del voto è consentito dal regolamento a difesa degli interessi dei candidati stessi, c) la verifica dell’esistenza “reale” delle condizioni di analfabetismo denunciate dall’elettore, potendosi ipotizzare, per la frequenza registrata del fenomeno, condizioni di voto “coatto ed estorto” in luogo di un voto soltanto “assistito”, d) l’uso di un unico tipo di matita o penna per evitare la possibilità di un riconoscimento dell’elettore dalla lettura della scheda votata. Inoltre, il meccanismo dell’indicazione di un numero di preferenze pari al numero dei consiglieri da eleggere palesemente non garantisce la presenza delle minoranze nei Consigli da eleggere. In teoria con il sistema utilizzato il 50.1% del corpo elettorale potrebbe determinare il 100% degli eletti in Consiglio. In proposito l’indicazione da parte dell’elettore soltanto di 1/3, o almeno della metà del numero di consiglieri da eleggere, consentirebbe una maggiore corrispondenza tra gli eletti e le diverse espressioni di voto. Tra l’altro, per l’elettore, tracciare una croce su 3 , 4 o massimo 5 nomi di candidati (invece di 15!) ridurrebbe il tempo impiegato per il voto che si è dimostrato straordinariamente lungo per molti.

Infine, la delegazione ha ufficialmente invitato le Autorità governative e militari israeliane ad una maggiore collaborazione con l’Autorità palestinese in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, sia prevedendo una riduzione del numero dei checkpoint nelle vicinanze delle città interessate al voto, sia facilitando la mobilità delle persone (candidati ed elettori) e del materiale correlato alle votazioni tra i centri di controllo delle operazioni e le città interessate al voto, sia infine non ostacolando la campagna elettorale dei candidati e facilitando la partecipazione ad essa dei cittadini.

I membri della Delegazione hanno ribadito, inoltre, la loro disponibilità a continuare nell’opera di monitoraggio delle elezioni municipali in Cisgiordania e nella striscia di Gaza in previsione dei previsti turni elettorali che si terranno lungo tutto l’anno 2005.

Elenco dei componenti la delegazione di “osservatori internazionali”:

Raffaele Porta (Comune di Napoli, Assessore all’Educazione ed alle Relazioni Internazionali), Isadora D’Aimmo (Provincia di Napoli, Assessore alla Pace ed alla Cooperazione Internazionale), Adriana Buffardi (Regione Campania, Assessore all’Istruzione ed alle Politiche Sociali), Nino Funaro (Comune di Napoli, Consigliere Comunale), Pietro Mastranzo (Comune di Napoli, Consigliere Comunale), Diego Belliazzi (Provincia di Napoli, Consigliere Provinciale), Alberto Caronte (Comune di Napoli, Dirigente di Staff), Carlo Vosa ( 2° Università di Napoli, delegato), Annalisa Solone (ONG Assopace, delegata), Fulvia Russo (ONG Un cuore per amico, delegata), Daniela De Crescenzo (quotidiano Il Mattino, delegata), Giuliana Caso (quotidiano L’Articolo-l’Unità, delegata), Vincenzo Angerano (fotografo, free-lance).

P.S.: Dopo le elezioni del 23 dicembre 2004 si sono tenuti in Palestina altri due turni elettorali. Quello generale del 9 gennaio 2005 ha eletto Abu Mazen alla presidenza dell’Anp, mentre il secondo turno di elezioni municipali, tenutosi in 10 città della striscia di Gaza il 27 gennaio 2005, ha registrato uno straordinario consenso tributato ai candidati delle liste di Hamas. Infatti, in ben 7 consigli municipali il partito di Hamas ha ottenuto una schiacciante vittoria. Il prossimo turno elettorale, previsto per il 5 maggio 2005, porterà al voto i palestinesi residenti in circa 100 città e villaggi della Cisgiordania e della striscia di Gaza per il rinnovo dei loro consigli municipali.

Numero speciale elezioni amministrative 2005