Editoriale

Le elezioni primarie, svolte il 16 Gennaio in Puglia, segnano una nuova fase nella configurazione della sinistra nel nostro paese.
A un anno di distanza dalla famosa manifestazione di Terlizzi contro il Piano di riordino ospedaliero, i cittadini si sono riuniti nelle piazze della nostra regione per scegliere il candidato da opporre a Fitto nelle prossime elezioni regionali.
Era freddo quel giorno, ma il popolo voleva incontrarsi, parlare, comunicare, far sentire la sua voce rispetto alle logoranti trattative dei partiti della Gad, ora diventata Unione.
Nel numero di settembre-dicembre 2004, dedicato a Biopotere e movimenti, la redazione de Le passioni di sinistra aveva rilevato le contraddizioni del sistema maggioritario, che svende la conflittualità e le domande delle masse al tavolo delle trattative con gli altri partiti. Ne era scaturito un dibattito interno di estremo rilievo anche per i futuri impegni della sinistra. Diventava sempre più evidente l’esigenza di coniugare le esperienze di democrazia rappresentativa con le decisive esperienze di democrazia partecipata: un nuovo modo di fare politica, di stare al mondo, di vivere e comunicare.
Noi crediamo che ciò che ha sconvolto l’organigramma della Grande Alleanza Democratica sia stato quel movimento sommerso, le mille associazioni del volontariato, i comitati di quartiere, il cattolicesimo di base, il popolo della sinistra, quel popolo “a venire” che si riconosce nella figura di Nichi Vendola. In questo senso il voto è stato trasversale e non l’espressione dei militanti di Rifondazione Comunista.
Ora si tratta di ripartire e portare nelle piazze l’entusiasmo emerso in quella fredda domenica di Gennaio.
L’avversario da battere è Raffaele Fitto, interprete di una visione tecnocratica della politica che si è manifestata in processi di modernizzazione che molto poco hanno inciso sui livelli di occupazione, sulle aspettative dei giovani e sulla difesa dei deboli e degli anziani.
Questo popolo è chiamato a decidere! A decidere del futuro della regione, dei destini delle giovani generazioni sempre più ricattate dalla possibilità di un lavoro precario o dalla disoccupazione.
Nichi Vendola in una assemblea preparatoria alle primarie ricordava come uno dei fattori di ansia e di disturbo mentale dei giovani sia la estrema precarizzazione del lavoro e l’incertezza del futuro. Noi riteniamo che questo costituisca uno dei punti centrali del programma delle sinistre.
La fuga dei giovani verso un misero salario in una grigia metropoli del Nord sta diventando uno dei principali fattori di crisi e di deprivazione delle nostre terre.
La parziale battuta d’arresto registrata dal movimento dei movimenti sul piano internazionale non può far dimenticare che i principali problemi indotti dalla globalizzazione economica restano sul tappeto. In primo luogo la guerra permanente che i paesi occidentali hanno instaurato con l’Iraq e i paesi produttori di petrolio, in secondo luogo la distruzione del welfare che nella seconda metà secolo scorso ha rappresentato un’importante mediazione nella evoluzione del ciclo economico e la rimozione delle contraddizioni in esso esistenti.
La farsa della manovra fiscale varata dal governo Berlusconi ha messo in rilievo la reale inconsistenza di un intervento che da una parte offre 50 euro in più al mese a quei pochi che ne hanno diritto, dall’altra gliene toglie il doppio con i rincari su gas, luce e benzina. I mancati investimenti in opere pubbliche hanno mostrato a tutti gli italiani le inadempienze del governo in occasione delle nevicate sulla Salerno-Reggio Calabria e della protesta dei pendolari sul tratto Milano-Venezia.
Intanto si sostiene che compito prioritario del nostro paese è quello di esportare la libertà nelle nazioni che non la conoscono attraverso cospicui rifinanziamenti alle spedizioni militari all’estero.
Su questo punto fra i compagni vi deve essere la massima chiarezza.
No alla guerra! No alle fabbriche della morte!
Sì ad un nuovo mondo possibile!
Le energie ci sono e si esprimono nelle pratiche, nei discorsi, nella nuova comunità che si viene definendo nei processi di aggregazione in corso. Questa umanità nuova dovrà esprimersi in modo decisivo nella scadenza del 3 e 4 Aprile aprendo una stagione nuova per la nostra regione e dando il mandato di presidenza a Nichi Vendola.
Noi veniamo da lontano. Il movimento è un’onda lunga che ha origine nel Maggio Francese e si distese in tutte le università d’Europa e degli Stati Uniti. Idealmente si collegava alla lotta di liberazione del popolo vietnamita e alla rivolta dei negri nei sobborghi delle città statunitensi. Cominciarono a cambiare comportamenti e costumi della gente, nuovi modi di comunicare e far l’amore. E poi la musica, il rock, Woodstock. Tutto quello che ha caratterizzato i movimenti degli ultimi trent’anni e che oggi si manifesta nei no-global è determinato da una forte esigenza di libertà e di cambiamento, una nuova collocazione del proprio essere nel mondo, l’affermarsi di un nuovo potere costituente.
Macchine desideranti, intensità represse, la risposta alla messa a morte del soggetto.
L’istanza più forte espressa dai movimenti di questi anni è la richiesta di libertà totale di muoversi, di parlare, di viaggiare, di danzare – come gli indiani. La società contemporanea per impedire la danza ha creato strutture protettive, false fabbriche di soggettività.
Contro queste false fabbriche bisogna lottare, con Nichi Vendola, per portare le sinistre al governo.

Numero speciale elezioni amministrative 2005