Le "ragioni" della sinistra
di Vito Copertino

'Sinistra' è termine che evoca un impegno. Impegna a cercare le ragioni della sua stessa esistenza, del suo rinnovamento e dell'autonomia della sua cultura. Impegna a ricominciare da capo, tutte le volte che si fallisce. In Europa, in Italia, nelle nostre città. Induce a riempire di senso e di pratiche l'impegno politico, la vita quotidiana, l'esperienza di ognuno. Soprattutto quando 'le grandi narrazioni' finiscono (Mario Centrone). è un termine che va consumandosi, oggi, in tutto l'occidente, dopo avere attraversato almeno due secoli della nostra storia, fin dagli anni del 'parlamento' postrivoluzionario francese.
Sinistra, che infastidisce oggi l'avversario politico e lo preoccupa, lo spaventa. Sono in molti quelli che vogliono liquidare il Novecento definendolo secolo di macerie, per ignorare il marxismo e l'esperienza del movimento operaio, per cancellare le sue conquiste, i diritti dei lavoratori (Marcello Piepoli). Ed oggi molti neppure si accorgono della crisi profonda della rappresentanza democratica (Michele Losappio). E, tra i molti, ci stanno a cuore di più quelli che, cresciuti identificando la sinistra con l'orizzonte socialista, oggi fanno fatica a riconoscersi anticapitalisti.
Sinistra è incontro tra autonomie, confronto dialettico tra diversi, luogo di convergenze. Luogo dove può avvenire la sintesi dei diversi approcci, luogo in cui perde di significato la separazione tra sinistra moderata e quella antagonista.
Nelle nostre realtà, nelle città in cui viviamo, nelle prossime elezioni, proviamo a ritrovare parole e valori inequivocabili, i 'fondamentali' che non ci confondano con la destra: una parola definitiva sulla guerra. Soprattutto quando si parla di risorse e di Mediterraneo (Alberto Altamura). E poi quando si decide di economia (Francesco Mancini), quando si riafferma la pratica della pace (Raffaele Porta). Diciamo con chiarezza che sul commercio d'armi non si costruisce alcuna ipotesi di rilancio economico, alcun benessere, che non ci sono benefici che da un tale mercato possano venire alle nostre imprese: sia chiaro, presidente Ciampi, si tratta di 'mercanti d'armi', non di imprenditori! Nessuna opportunità, nessun beneficio! E, poi, si è perduto definitivamente l'orizzonte del disarmo?
Sinistra è luogo di elaborazione: prima di tutto di leggi da abrogare, per riparare ai danni dei governi di destra (Damiano de Virgilio). Ma soprattutto elaborazione di politica da reinventare (Ruggiero Gorgoglione). Per sconfiggere la destra, il berlusconismo, anche a casa nostra, nelle amministrazioni delle nostre città. E, poi, non possono gli apparati di partito essere gli unici protagonisti, al governo come all'opposizione. Spesso sono preoccupati unicamente di cercare soluzioni organizzative, discutono in lunghe riunioni di equilibri interni, si preoccupano troppo di organigrammi, di leadership. Che tipo di rinnovamento è mai questo? A volte, neppure le giovani generazioni di dirigenti politici usano linguaggi nuovi, pratiche nuove. Il futuro che ci aspetta è precario (Francesco Masi). Ma 'sinistra' significa lotta alla precarietà (Milena Bruno) ed all'oltraggio del lavoratore (Rosalind Innes), allo svilimento della scuola e della formazione, dell'istruzione professionale (Gaetano Magarelli e Gaetano Ragno), dell'Università e della ricerca (Massimo Veltri).
Sinistra è pensare che 'un altro mondo è possibile', evoca la bellissima immagine di Benjamin, l'Angelo della Storia che si erige sulle macerie dell'umanità per riscattarla dalla catastrofe, per ridare fiato all'utopia (Rossana De Gennaro).
Sinistra è dar voce ai movimenti reali che in questi anni si sono mobilitati contro le tragedie del liberismo (Gaetano Cataldo), contro le ingiustizie della nostra epoca, contro lo smantellamento della Costituzione italiana. Alla nostra cultura europea appartengono i diritti di cittadinanza, da contrapporre alla americanizzazione selettiva che sta riducendo la Costituzione europea ad una sorta di trattato liberista.
Sull'ambiente la sinistra non parte da zero (Edo Ronchi). C'è già ed è forte la contestazione del primato del mercato e dell'impresa sul lavoro e sugli individui. A partire dallo scenario planetario fino alle piccole storie nel mondo (Francesco Ciari) e di casa nostra. Sta maturando di sicuro la consapevolezza dell'invasività del biopotere (Ottavio Marzocca). Le prospettive future vanno chiarendosi (Silvio Boccardi). C'è anche la conoscenza dei limiti ambientali e sociali della disinvoltura finanziaria del governo nazionale e delle amministrazioni comunali di centro destra, della loro tendenza ad uno sviluppo distruttivo dell'ambiente e del territorio (Massimo Veltri). E preoccupa la legge delega sull'ambiente approvata dal Parlamento italiano, con un voto di fiducia sia al Senato che alla Camera: legge delega al governo per il riordino della legislatura ambientale. Tutto - dai parchi all'acqua, dai rifiuti alla difesa del suolo, alle procedure di valutazione dell'impatto ambientale, fino al condono per chi ha compiuto abusi edilizi in paradisi ambientali - tutto sarà affidato ad una commissione di ventiquattro esperti (!) nominati dal ministro dell'ambiente e privi di qualsiasi mandato democratico, a cui verrà dato il compito di riscrivere tutte le leggi. Un'offesa al parlamento e alla democrazia.
Sinistra è sinonimo di partecipazione. In anni di crisi della democrazia rappresentativa, è andato comunque avanti un cammino di supplenza, con gruppi e singoli che hanno partecipato all'agire comune e alla genesi di embrioni di cultura per costruire una vera sinistra politica e qualificare un programma di centro sinistra. Non solo per vincere le elezioni ma per governare il paese.
Sinistra è determinazione, anche coraggiosa. Scrive Tabucchi che dobbiamo tornare a valorizzare il vocabolario della sinistra, proprio della sua storia, della sua tradizione. I volontari retribuiti e quelli che fanno propaganda politica a pagamento sono 'mercenari'. 'Casa delle libertà' e 'buon governo' non possono appartenere ad una coalizione che partorisce la legge Cirami, i licenziamenti di Biagi e Santoro, i lodi Schifani. E con un presidente del consiglio che non solo controlla l'informazione, ma la produce, si è in pieno 'regime'. Sbagliamo quando ci serviamo del loro linguaggio, i loro termini: ministro del 'welfare' per un leghista che smantella lo stato sociale; 'cavaliere' e 'premier' per il capo di una stretta maggioranza che governa il paese con scambi e favori personali; 'toghe rosse' per magistrati coraggiosi. Solo per fare qualche esempio. E diciamo con chiarezza: per i gestori del 'nuovo disordine mondiale' sono quanto mai indispensabili tre strumenti, cioè l'uso della menzogna, la pratica del furto, il metodo della violenza (Pasko Simone).
Anche il nostro linguaggio sia alternativo: riappropriamoci delle nostre parole e dei nostri valori. Essere di sinistra non è un'infamia, oggi, come non lo è stato nel passato: lo testimonia più volte l'impegno a difesa della democrazia e delle istituzioni repubblicane. è così che non temeremo più la complessità della società moderna, perchè sapremo riappropriarci della memoria (Raffaele Cappelluti), anche dei nostri sentimenti e della nostra umanità (Nino Mastropierro), del valore della semplicità (Giuliana Tatulli). Delle ragioni e delle passioni di sinistra.

gennaio - aprile 2005