Il 21 novembre 2005, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari, si svolgerà un Seminario di studi sul pensiero di Nicola Massimo de Feo, al quale prenderanno parte studiosi provenienti da varie sedi, che hanno avuto modo di conoscere e apprezzare l’impegno teorico e politico del filosofo.
Scomparso nel 2002, de Feo ha insegnato per trent’anni Filosofia Morale all’Università di Bari, caratterizzando marcatamente il suo percorso con la sua acutissima capacità di elaborazione e con la radicalità della sua militanza.
Tra i vari indirizzi del suo lavoro spicca certamente quello che lo ha visto attraversare con padronanza estrema il pensiero filosofico, le teorie sociali e le esperienze rivoluzionarie della Germania contemporanea. Anticipando ampiamente il dibattito degli anni Settanta del Novecento sul pensiero negativo e sulla Krisis, già nel decennio precedente egli si confrontava con Kierkegaard, Heidegger e Nietzsche, valorizzandone e discutendone la rivolta esistenziale che altre figure ed altri soggetti hanno tradotto e fatto esplodere nelle diverse forme della rivoluzione sociale soprattutto nei primi decenni del XX secolo.
Nella sua riflessione de Feo ha approfondito in modo particolare la vicenda filosofica di Heidegger, liberandola dalla sua aura iniziatica e decifrandola come tormentata presa di coscienza del tragico intreccio tra “ricchezza” e “miseria” prodotto, lungo tutta la storia contemporanea, dal combinarsi dello sviluppo del capitalismo con le diverse forme di razionalizzazione tecnico-scientifica e di pianificazione del dominio politico.
Ma anche molti altri grandi esponenti del pensiero contemporaneo sono stati attraversati dalla ricerca incalzante di de Feo. Fra questi, indubbiamente, il riferimento principale è stato Marx del quale, ad esempio, egli conosceva gli importantissimi Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica ben prima della loro pubblicazione in Italia (1968) e, perciò, prima che questi quaderni di lavoro dell’autore del Capitale nel nostro paese divenissero oggetto di crescente attenzione e di intenso approfondimento.
Altri interlocutori privilegiati di de Feo sono stati Max Weber e György Lukács che, in un certo senso, hanno rappresentato per lui i versanti opposti e complementari al tempo stesso di una tendenza dominante nella cultura socio-politica del Novecento a costringere i percorsi della “ragione” e della “rivoluzione” nella gabbia della presunta alternativa fra capitalismo tecnocratico e socialismo burocratico.
Soprattutto nell’ultimo quindicennio della sua vita, infine, il percorso di de Feo è stato caratterizzato da un costante lavoro di destrutturazione degli schemi teorici del “riformismo borghese”, del “marxismo ufficiale”, del “socialismo reale” e, soprattutto, da una ricostruzione instancabile delle esperienze politico-rivoluzionarie irriducibili alle conciliazioni fra lavoro e capitale. In questo senso egli ha indagato e saputo riconoscere soprattutto nell’anarchismo comunista degli anni Venti - ovvero nelle lotte per “la libertà illimitata”, per “la propaganda dell’azione”, per “l’azione diretta” - le prime forme storiche dell’“altro movimento operaio” e, più in generale, di quella che chiamava “l’autonomia del negativo” che, secondo lui, periodicamente ed ineluttabilmente si rivolge contro le pretese del capitalismo e della ragione tecnico-economica di imporsi ad ogni sfera dell’esistenza sociale.
Fra i libri più importanti di de Feo vanno ricordati: Kierkegaard, Nietzsche, Heidegger. L’ontologia fondamentale (Milano 1964); Introduzione a Weber (Bari 1970-1995); Weber e Lukács (Bari 1971); Max Weber (Firenze 1975); Riformismo, razionalizzazione, autonomia operaia. Il Verein für Sozialpolitik - 1872-1933 (Manduria-Bari-Roma 1992); L’autonomia del negativo tra rivoluzione politica e rivoluzione sociale (Manduria-Bari-Roma 1992). Recentemente le edizioni Mimesis hanno pubblicato una raccolta di suoi scritti intitolata: Ragione e rivolta. Saggi e interventi 1962-2002 (con Prefazione di Toni Negri, Milano 2005).
Con il Seminario di Studi del 21 novembre prossimo si vuole offrire la possibilità di riscoprire l’esperienza teorica e politica di questo grande studioso.