Bruno Zevi, Storia e Critica
Moderatore:
Vittorio Franchetti Pardo
Direttore Dipartimento Storia dell'Architettura,
Restauro e Conservazione dei Beni Culturali

Marcello Fagiolo        La spazialità secondo gli storici dell'arte

"Zevi ha un legame con gli storici moderni dell'arte, con loro ha un debito formativo.Ha apprezzato Brunelleschi e Borromini"

Arnaldo Bruschi         Storia e storiografia

"B. Z. propose di colorare con tonalità di rosso, giallo, verde,..., le opere di A. Palladio, in modo da sconfiggere la monotomia. Architettura contemporanea come profezia del futuro."

Antonino Saggio

"Per Zevi un convegno è politico o no. Vedeva la storia più come risorsa della progettazione quotidiana. E' importante capire perchè Michelangelo, Brunelleschi, Borromini, siano stati innovatori nei loro campi e periodi, e gli altri no. La crisi è fondamentale, il concetto di modernità riesce a dare continuità storica, storia come campo di sceltamcritica e consapevole."

Gianfranco Cimbolli Spagnesi    Note su 'Poetica dell'Architettura Neoclassica'

"Nel '53 diceva: Wright è Neoclassico prima della nascita del De stil, è lo fu anche dopo.
Apprezzava in wright il modo di procedere dallo spazio interno all'esterno.
La ricerca storica da allora qual'è stata? Wright sembrava arrivare all'improvviso sulla scena europea, e in qualche modo diventa uno spreco per tutta l'architettura. Perchè?Perchè si sono voluti vedere solo pochi aspetti dell'architettura di Wright. Fenomeno isolato? Forse c'era la ricerca comune di una generazione."

Roberto Secchi  La Cultura dell'Espressionismo

"Cosa intendeva Zevi con Espressionismo? Non solo le manifestazioni artistiche del periodo, ma anche quelle di rottura che oppongono al conformismo la novità.
Eric Mendhelson è il protagonista assoluto. Espressionismo è per Zevi, avanguardia e modernità. Conta ciò che si ha da dire, ognuno dica qualcosa di diverso.
Modernità: avventura del soggetto, nuovo e opposizione alla tradizione.
Rapporto tra Primitivismo. pratica critica del razionalismo e naturalismo, ricerca dell'elementare.
e Espressionismo: ricerca dell'individualità ."

Joseph Rykwert        La Critica Architettonica

"Critica è costante battaglia per Zevi; per il meglio, contro il peggio.
In italia nel'43, per riparare i torti del fascismo all'architettura.
Edoardo Persico morì prima della guerra, Giuseppe Terragni fuori di testa a Como, Giuseppe Pagano e Gianluigi Banfi nei campi di concentramento.
Zevi fu risparmiato, troppo giovane per aver preso parte attiva nella professione prima che le leggi razziali lo avessero in ogni caso escluso, ma non era molto coinvolto nemmeno nell'opposizione attiva o nella Resistenza.
Negli U.S.A. fu coinvolto nel gruppo antifascista Giustizia e Libertà , al suo ritorno in italia fu attivo nel Partito d'Azione.
Arrivò sulla scena italiana come un meteorite, stette lì come una stella; folgorante, intransigente, comunicativo, documentato, generoso.
Voleva portare l'Ialia fuori dall'oscurità accademica, per portarla verso la luce sfavillante di un futuro democratico. Con il libro 'Verso un'Architettura Organica' sostiene un'architettura democratica.
'Saper Vedere l'Architettura' mostra il contrasto tra la roma organica e la Milano razionalista.
Altro suo impegno politico, dichiarò la sua identità ebrea e la sua adesione al Sionismo, ma questo non lo offuscò davanti alla grandezza di un architetto come Terragni, fascista. La prova estrema della potenza della forma è nell'abilità dell' architetto di manipolare lo spazio.
E' curioso che questo nemico dell'universalismo, delle regole e dei sistemi, alla fine della sua vita, tentò di formulare dei criteri per attribire valore alle architetture.
Regole e criteri sono il suo testamento, suggerisce un cammino, ma questo dimostrò, a mio avviso, una sfiducia nel conseguimento dei propri obiettivi. Il suo esempio consiste in una infaticabile attività, generosa e altruistica difesa e propugnazione dell'idea. L'impegno per la causa in cui credeva. Questa è un'eredità che non ha bisogno di una regolamentazione."

insegnamento di Bruno Zevi

Moderatore:
Antonino Terranova
Direttore DAAC

"Se nelle nostre aule possono risuonare interrogativi platonici e ricattatori come questo: Signorina, il Guggenheim Museum di Bilbao è architettura?
Possono tornare come zombie le contrapposizioni ideologiche tra nobiltà del passato e ignobiltà della modernità, tra ordine presunto di Aldo Rossi e presunto disordine di F.O. Gehry.
Zevi, nel nome dell'arch. organica è simultaneamente contro l'architetto razionalista, tradizionalista, accumunati da un'europea ossessione per le codificazioni stilistiche, astratte e storiciste, che contraddice l'esprimersi di una nuva vitalità antiaccademica dell'architettura organica.
Piccinato, Quaroni e Zevi sono accumunati da  un trionfale fallimento disciplinare.
Progetto del decentramento orientale del P.R.G. di Roma del '62 e progetto interrotto dell'asse attrezzato. l'antagonista, la via Olimpica.
Piccinato e Quaroni sono stati recentemente riconosciuti maestri degli Urbanisti Italiani.Il Lab. di Progettazione di v.le Mazzini e L'Istituto di Critica Operativa, restino tra noi come invito alle interferenze ed alle finalizzazioni disciplinari, ed al ruolo peculiare prima ancora che eminente svolto nell'Università dalla ricerca scientifica, dalla disputa disciplinare, dal dibattito culturale.
Per una Università della quale Bruno Zevi non dovesse nemmeno ipotizzare di andarsene."

Tullio de Mauro
            Architettura come Linguaggio

"Venivo da studi di filologia classica e linguistica storica, nel '55 per necessità e accompagnato da presentazioni di Riccardo Musatti, Nuccia Ascoli e Elena Croce, approdai in via Nomentana nelle stanze di 'Architettura Cronache e Storia'.
Zevi mi offri il compenso, lo accettai.
Volevo finire gli studi e fare il linguista. Zevi esplose:Lingluista? Ma i linguisti siamo noi, gli architetti e gli urbanisti, ma non sà che l'architettura è linguaggio?.
Completai la mia tesi, fui promosso redattore capo ma durò poco.
All'Enciclopedia dello Spettacolo mi offrivano un posto di redattore, metà tempo a stipendio doppio, accettai. Con Zevi restammo amici.
Nel '63 gli portai un libro chr scrissi, molte pagine erano dedicate all'analisi dell'urbanizzazione sociale e linguistica del paese.
Una frase di Wittgenstein:'...La nostra lingua è simile a una vecchia città: un dedalo di strade e piazze, di case vecchie e nuove con aggiunte di varie epoche, intorno i nuvi quartieri con strade regolari, case uniformi.. '
Zevi lesse e sogghignò: lovede doveva fare l'urbanista!."

Francesco Tentori


"Ha insegnato a Venezia dal 1948 al 1963, poi a Roma, sono stato suo allievo dal '49 al '51. Ho intervistato lacuni suoi collaboratori, emerge la continuità nel metodo d'insegnamento che esigeva, da ogni studente, il rilievo di un monumento architettonico scala 1:100 al primo anno, una tesina al secondo.
Per la mostra a Ferrara di Biagio Rossetti nel '56 e per la mostra a Roma su Michelangelo, cercò di concentrare il lavoro degli studenti sulle opere dei due maestri."