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Depressione secondaria

Depressione che insorge successivamente a patologie fisiche, con coinvolgimento diretto od indiretto del SNC od in seguito a trattamento farmacologico.

Talvolta il quadro sintomatologico di una depressione secondaria è assolutamente indistinguibile da una depressione primaria, cioè quella che non ha una causa di tipo organico. Nel caso della depressione secondaria è chiaro che si tratta di una patologia che insorge in seguito a patologie fisiche. Si è detto prima che probabilmente la depressione può essere intesa in senso generale come una sindrome che può essere provocata da vari agenti etiologici e tra questi troviamo le patologie qui di seguito:

  • Malattie neurologiche
      • Epilessia
      • Sindrome del Lobo Frontale
      • Traumi Cranici
      • Disturbi vascolari: per es. la tipica depressione post-ictus, che è una eventualità molto frequente, cioè se un soggetto ha avuto un Ictus cerebrale, in oltre il 50% dei casi i soggetti subiranno una depressione secondaria;
      • Neoplasie: ovviamente viene da pensare che chi sa di avere una neoplasia cada in depressione; non è detto e poi c’è un certo tipo di depressione. È chiaro che uno può avere una depressione reattiva, che è più un disurbo dell’ adattamento, ossia una reazione umana normale ad un evento così stressante quale la consapevolezza di avere una neoplasia. Ci sono però delle neoplasie, come la neoplasia della testa del pancreas, che sono silenti e non si vedono ed hanno una sintomatologia del tutto sovrapponibile alla depressione primaria. In questo caso la depressione secondaria a tumore era del tutto indistinguibile con quella primaria;
      • Sclerosi Multipla: anche qui s parla di una depressione particolare, non della depressione reattiva alla malattia, perché la vera depressione ha quei caratteri di endogenicità , rappresentati da quei fenomeni neurovegetativi, alternanza di ri…. (?) inversa etc.. che sono qualcosa di più di un semplice disturbo dell’ adattamento, che è una reazione depressiva che tutti noi potremmo avere di fronte ad un evento drammatico del genere.
      • Morbo di Parkinson: molto probabilmente le aterazioni delle vie dopaminergiche e colinergiche sono state correlate a fenomeni depressivi
      • Fasi iniziali di Demenza: vediamo dei soggetti che presentano un quadro depressivo, che è difficile da diagnosticare perché è la demenza difficile da diagnosticare in una fase iniziale, poiché mancano ancora i deficit cognitivi, di memoria che sono tipici della demenza
  • Malattie Endocrine
      • Ipotiroidismo: ha a comune con la depressione una serie di sintomi;
      • Iperparatiroidismo;
      • Morbo di Cushing;
      • Morbo di Addison;
  •  
  • Malattie Infettive
      • Aids: anche in questo caso non si tratta di una forma reattiva, poiché ci sono delle condizioni morbose ben più gravi che non si associano a depressione
      • Sifilide Terziaria;
      • Influenza;
      • Mononucleosi Infettiva;
      • Epatite Virale;
      • Polmonite Virale;
      • TBC
  • Malattie Sistemiche
      • LES;
      • Artrite Reumatoide;
  • Farmaci e Sostanze
      • Antipertensivi (reserpina, a-metildopa);
      • Corticosteroidi;
      • Contraccettivi Orali;
      • Antiblastici (vincristina);
      • Cimetidina;
      • Indometacina;
      • Sedativi;
      • Alcool;
      • Sospensione di stimolanti (es. Anfetamine);

 I vecchi antipertensivi, come la reserpina o l’ a-metildopa, erano farmaci che davano depressione. Ci si può chiedere se a tutti quelli che assumono reserpina vadano incontro a depressione: la risposta è negativa e si ritorna a quel concetto fondamentale, che ormai vale in tutta la medicina, di una vulnerabilità, di una diatesi, percui se io ho una specie di predisposizione alla depressione, se piglio la reserpina divento depresso. Colui che non ha nessun tipo di vulnerabilità piglia la reserpina e la depressione non gli viene. E questo vale per tutti i farmaci: non è vero che tutti i soggetti che assumono i farmaci che provocano depressione secondaria avranno necessariamente una depressione secondaria, ma la fanno solo soggetti che hanno evidentemente una vulnerabilità nei confronti di questi farmaci.

Il concetto di vulnerabilità è un concetto che si sta estendendo a tutti i campi della medicina, in relazione ai fattori di rischio delle malattie che sono veramente tali qualora sia presente solo vulnerabilità (vedi il fumo di sigaretta con il carcinoma del polmone: solo chi è vulnerabile al fumo di sigaretta svilupperà il tumore). Sappiamo che molte malattie non hanno una genetica specifica, ma quello che si eredita e che ad un certo punto si trasmette è una vulnerabilità verso. A questo punto compare il concetto di ambiente: è chiaro che se io ho un gene che mi predispone ad una certa vulnerabilità, se ci sono determinate condizioni ambientali la patologia a rischio si estrinseca, altrimenti no.

Cambia anche il concetto di comorbilità: io posso avere anche due malattie per es. prendiamo la sclerosi multipla o un disturbo vascolare tipo Ictus: io posso aver avuto un episodio di depressione già prima, poi mi viene l’ ictus e mi viene un’ altra depressione. In questo caso non è stao l’ ictus a determinarmi una depressione, ma io sono un seggetto predisposto a fare la depressione e l’ ictus è un semplice fattore scatenante. Mentre invece un soggetto che non aveva mai sofferto di depressione e che non aveva nemmeno familiarità, quindi nemmeno una genetica, allora la correlazione tra malattia fisica (Ictus) e la depressione è evidente


Episodio Depressivo ad esordio nel postpartum

1.      Il postpartum “blues” costituisce una breve oscillazione dell’ umore in senso depressivo della durata di 1-4 gg che si verifica in circa l’ 80% delle puerpere ed insorge nei primi 5 gg dopo il parto; la risoluzione completa avviene spontaneamente.

 Se ne parla in maniera specifica, perché noi sappiamo che quello che gli americani “blues” è una sensazione di tristezza (il genere musicale deriva proprio da questo, e si diceva che la mamma aveva il blues, con l’ ambiguità di intendere sia un atteggiamento triste che la capacità di cantare).

Un abbassamento del tono dell’ umore può essere comune nel postpartum, perché fisiologicamente c’è uno sbalzo di ormoni notevole dopo il parto, il cervello e le sue cellule sono immerse in questo bagno di ormoni ed un cambiamento rapido degli ormoni può determinare una situazione di questo genere; oltretutto le donne hanno più sbalzi di ormoni di noi, quindi presentano una maggiore vulnerabilità nella loro vita di fronte ai cambiamenti di tipo ormonale (parto, menacra e menopausa sono i maggiori). Sappiamo che ci sono delle correlazioni tra disturbi dell’ umore, depressione e questi sbalzi,  ed il quadro di “blues” post partum è un quadro molto frequente (80%).

  1. Quadro depressivo non psicotico nel 10-15% delle puerpere, che va da 2 settimane a 12 mesi dopo il parto.
  2. Psicosi Puerperale:  stato misto mainaco-depressivo che si caratterizza dalla presenza di sintomi psicotici, disorientamento, labilità emotiva, agitazione, o più raramente, spiccato disorientamento psicomotorio fino allo stupore.

 Prima si definiva psicosi puerperale, ma ora viene riportata come vero e proprio disturbo bipolare. Questo è un quadro molto grave che, se non curato in maniera adeguata, può portare a complicanze gravissime per la donna e qualche volta può rappresentare anche un pericolo per il bambino, per il rischio di gesti incosulti da parte della madre, come il suicidio.

Molti autori ritengono che anche il quadro depressivo non psicotico che insorge nel 10-15% delle puerpere debba essere identificato come un disturbo bipolare, perché spesso queste donne hanno una pesante familiarità per disturbi dell’ umore o per disturbi bipolari. La stessa anamnesi familiare potrebbe mettere in luce le caratteristiche di chi potrebbe lamentare (????), abbiamo per es. già accennato a questo comportamento ciclotimico

Depressione nei Bambini

Nei bambini accanto alla classica sintomatologia depressiva sono frequenti disforia, irritabilità, disturbi somatici, ansie, fobie, fenomeni psicosensoriali.

La depressione c’è nei bambini, eccome se c’è! Però è difficilmente riconoscibile! Studi ben fatti su bambini che vanno dai 6 ai 13 anni mettono in evidenza oltre ad una classica sindrome depressiva, anche qualcosa di diverso che si manifesta con disforia (malumore, rabbia, irrequietezza, irritabilità, ma fondamentalmente si tratta di malumore):

Per quanto riguarda i disturbi somatici, al bambino fa male la pancia, cefalea , anche se si tratta di disturbi aspecifici, poiché possono essere manifestazioni di un disturbo d’ ansia.

La fobia scolare nasconde un bruttissimo disturbo sotto, cioè dietro la paura di andare a scuola c’è spesso una depressione. Altre volte ci sono panico, ansia da separazione, che però sono dell’ ambito dei disturbi di ansia. Raramente possono essere presenti fenomeni psicosensoriali.

Nell’ adolescente l’ umore è prevalentemente irritabile; presenti condotte tossicofiliche e comportamenti antisociali

Tenete presente che molto spesso le condotte tossicofiliche, cioè la tossicodipendenza e l’ uso di sostanze è spesso considerata una forma di autoterapia in questi soggetti che hanno un disagio, che non sono in grado di dire che sono depressi, che non hanno quelle manifestazioni, diciamo sul piano espressivo, ma presentano irritabilità e spesso problemi in famiglia per questo atteggiamento di irritabilità e quindi la tendenza a ricorrere a queste sostanze che apparentemente curano o sembrano migliorare questo tipo di atteggiamenti, comportamenti: ecco la tossicodipendenza. C’ è una grandissima letteratura in questo senso che dimostra che almeno il 50% dei soggetti adolescenti tossicodipendenti hanno un disturbo dell’ umore, qualunque sia, per la maggior parte bipolare. Tant’è vero che oggigiorno è attuale il concetto di doppia diagnosi, cioè di andare a cercare nel tossicodipendente anche una diagnosi psichiatrica che renda conto di questo tipo di comportamento tossicofilico.

Depressione Senile

Grave compromissione cognitiva con deficit di memoria e concentrazione (“pseudodemenza”); agitazione; somatizzazione; preoccupazione ipocondriache; idee di riferimento(??); deliri

È chiaro che in un soggetto anziano avremo dei deficit cognitivi e della memoria per la perdita ogni giorno di milioni di cellule nervose. Ci sono dei casi in cui la depressione si manifesta con perdite di memoria o concentrazione che non sono espressione di una demenza, ma semplicemente di una depressione. In qualche modo ci sono somatizzazioni, molto frequenti sono le depressioni ipocondriache (l’ ipocondriaco è colui che si preoccupa continuamente di disturbi fisici). Già è molto comune nell’ anziano un certo grado di ipocondria, perché col passare del tempo, della vita, l’ orizzonte si restringe fino a concentrarsi su se stessi e basta e questo atteggiamento è probabilmente di stampo adattivo, perché quando uno è giovane si sente di poter far tutto mentre quando è anziano deve stare molto attento a se stesso ed ecco perché nell’ anziano normale forse l’ unica preoccupazione riguarda il proprio corpo. Nella depressione è molto di più quando uno pensa al proprio corpo.

Le depressioni ad esordio tardivo sono caratterizzata dalla tendenza alla cronicità, alla minor predisposizione genetica, con esordio più frequentemente associato ad eventi di vita. L’ episodio depressivo appare più spesso correlato a disturbi internistici e neurologici concomitanti.

Probabilmente le depressioni che compaiono in età più tardiva hanno una minore predisposizione genetica, perché se la predisposizione genetica è più forte e penetrante la malattia genetica si presenta prima. Se io vedo una depressione in un bambino di 13-15 anni, sicuramente ci sarà una predisposizione genetica per i disturbi dell’ umore che siano bipolari o monopolari; invece se una depressione mi comincia in una persona di 70 anni è meno probabile che ci sia una componente genetica, ma che la depressione sia secondaria ad un evento di vita stressante o l’ assunzione di un farmaco o corrrelata a disturbi internistici o neurologici concomitanti.

Disturbo Distimico

1.      Sindrome depressiva ad espressione attenuata e decorso cronico

  1. Nonostante la minore gravità dei sintomi, rispetto ad un episodio depressivo maggiore, la distimia rappresenta una condizione invalidante a causa della lunga durata

Questo è un altro sottotipo di depressione ed è quello che chiamiamo depressione minore cronica, cioè una depressione che per gravità è sicuramente minore della depressione malinconica, dell’ episodio melanconico, però ha una durata molto prolungata. “Cronico” in psichiatria significa prolungato per più di 2 anni: non è una malattia irreversibile, infatti quando parliamo di demenza non parliamo di demenza cronica; quindi con depressione cronica si intende una patologia che dura più di 2 anni senza una remissione dei sintomi che sia maggiore di 2 mesi.

Rappresenta una patologia invalidante perché inficia la qualità di vita del pz, che magari continua a fare la propria attività lavorativa, ma per es. ha meno interesse, interesse per gli altri, si trascina nel fare le cose, ha perso tutta quella componente che determina una qualità di vita accettabile. Di seguito ci sono tutta una serie di sintomi:

  • Umore Depresso;
  • Scarso Appetito od Iperfagia;
  • Scarsa Energia o Faticabilità;
  • Scarsa Concentrazione o Difficoltà Decisionale;
  • Sentimenti di Disperazione;

Sono sintomi che si ritrovano anche nella depressione, ma nella distimia si ritrovano ad un minor livello.

Complicanze della Depressione

Suicidio

I pz che ci mettono angoscia sono quelli che non ritengono di avere una via di uscita se non quella del suicidio: è un problema molto grave e sottovalutato, percui quando ci troviamo di fronte a persone che sono potenzialmente suicide, dobbiamo prenderle seriamente in considerazione. Non sottovalutiamo mai questo rischio: molti medici, soprattutto i generici, banalizzano le parole di un potenziale suicida. Sicuramente un soggetto che ha fatto più tentati suicidi è un soggetto a maggior rischio rispetto ad altri. La modalità del suicido, cioè il modo con cui è stato effettuato il suicidio può essere importante perché si va da quello che ha preso delle pasticche e quello che lucidamente ha messo in atto il suicidio, come fare un cappio e per caso è stato salvato all’ ultimo momento. In questo caso il tentaivo è ad alta letalità, percui la modalità può essere considerata come un predittore di rischio, anche se non abbiamo un vero e proprio predittore per es. di tipo biologico, come per es. il livello della serotonina (sono stati fatti degli studi su questo neurotrasmettitore che è stato proposto essere importante in questo senso, ma molti studi effettuati in questo senso non hanno dato risultati di rilievo. D’altro canto è ormai un’ acquisizione scientifica che la serotonina è uno di quei neurotrasmettitori coinvolti nella genesi della depressione, ma non si sa come).

Abuso di Alcool e Sostanze Psicoattive

Di fronte a noi abbiamo molti pz tossicodipendenti che spesso erano dei depressi e che hanno tentato un’ autoterapia e questo non succede solo nella depressione ma anche nella fobia sociale, nel panico, cioè soggetti che in qualche maniera cercano di migliorare il proprio stato.

Influenza nell’ adattamento lavorativo , sociale ed affettivo

Questi sono soggetti che perdono centinaia, migliaia di giornate lavorative; i costi correlati alla depressioni sono altissimi, non solo per la cura ma anche per le giornate lavorative perse. Sono comuni inoltre problemi di tipo familiare, spesso si va incontro al divorzio, alla separazione per le conseguenti incomprensioni che si creano tra coniugi e l’ insofferenza dei parenti del pz.

Complicanze Organiche

Il depresso, spesso quello in depressione cronica prolungata, tende a trascurarsi. Si arriva in certe forme a soggetti che si sono rifiutati di mangiare.

Fattori di Rischio per la depressione

I principali fattori di rischio per la depressione sono:

  1. Carico Affettivo Familiare: Uno dei fattori di rischio del suicidio è se nella famiglia ci sono stati altri casi di suicidio o tentato suicidio
  2. Giovani Donne: per la caratteristica endocrina delle donne;
  3. Eventi Vitali Negativi: Oggigiorno l’ evento vitale negativo non è identificato come causa della depressione ma come evento scatenante, perché agisce su quella vulnerabilità, diatesi che si diceva prima (secondo il modello, oggigiorno corrente di Diatesys Stress Model)
  4. Disturbi Psichiatrici Invalidanti
  5. Malattie Somatiche e loro Trattamento

 Sinottica della patogenesi della depressione

Casella di testo:  Depressione

 

  

 

Casella di testo: Eventi di Vita;
Malattie Somatiche;

                                                                                        

Casella di testo: Età;
Sesso;
Stato Endocrino

 

 

 

Casella di testo: Caratteristiche di sviluppo e di personalità

 

Casella di testo: Alterazioni Neurochimiche e Neuroendocrine

 

 

Casella di testo: Eventi di Vita;
Malattie Somatiche;

 

Casella di testo: Disfunzione del Sistema Limbico e Diencefalico

Come si vede se una persona ha una forte componente genetica, cioè un temperamento depressivo, una diatesi depressiva, è predisposta ad avere un certo disturbo dell’ umore. Anche un temperamento ciclotimico può essere un fattore di rischio per l’ insorgenza della depressione o dei disturbi bipolari.

Dall’ altra parte ci aono tutta una serie di condizioni di vita, di caratteristiche dell’ individuo quali l’età , il sesso che possono scompensare un soggetto predisposto verso il disturbo dell’ umore. Per es. se mettiamo un ciclotimico, persona con umore con molti alti e bassi, a compiere un lavoro ripetitivo, noioso, esso si scompenserà molto più facilmente che nel fare un lavoro più creativo. Lo stesso rapporto con i genitori od i coniugi può rappresentare un fattore di rischio, qualora per es. se in una famiglia si confrontano quotidianamente due bipolari, succede il pandemonio; oppure un soggetto predisposto alla depressione che si debba contronfare quotidianamente con altri depressi, visto che la compartecipazione etiopatogenetica alla depressione è forte, scompenserà molto facilmente.

L’ età a rischio per le donne sarà principalmente l’ adolescenza, il post-partum, la menopausa; l’ uomo ha minori oscillazioni, percui è soggetto ad un minor rischio, soprattutto per il proprio assetto ormonale.

Quando tutta questa serie di fattori condizionanti creano una alterazione permanente del sistema limbico e diencefalico che danno vita alla depressione, intesa, dal punto di vista clinico, come l’ insieme delle manifestazioni comportamentali della stessa, che sono le uniche che mi permettono di fare diagnosi di depressione.

Neurotrasmettitori implicati nella fisiopatologia della depressione

  • Noradrenalina;
  • Serotonina;
  • Acetilcolina;
  • Dopamina;
  • GABA

Ve ne sono anche degli altri, ma meno bene documentati. La noradrenalina è stato uno dei primi neurotrasmettitori che si è dimostrato essere coinvolto nella depressione. Storicamente siamo arrivati ad ascrivere un ruolo fisfiopatologico di alcuni neurotrasmettitori partendo dall’ osservazione che la somministrazione di alcuni farmaci che aumentavano il livello della Nor oppure della Ser oppure della Dopamina, avevano un effetto antidepressivo. Quando si è cominciato ad usare l’ imipramina, che ha un’ azione noradrenergica ed in parte serotoninergica, si aveva un miglioramento dell’ umore nei pz depressi; successivamente ci siamo resi conto che l’ imipramina aumentava il livello di Nor e Ser nel cervello. Ovviamente i farmaci in questione agivano anche sulle altre amine e neurotrasmettitori: per es. l’ imipramina aveva un effetto anticolinergico, bloccando la trasmissione colinergica e sviluppando effetti collaterali.

Nel tempo si sono cercati farmaci che oltre ad elevare i livelli dei principali neurotrasmettitori ad azione antidepressiva, avessero meno effetto sugli altri neurotrasmettitori e quindi effetti collaterali. Perciò la gamma dei farmaci antidepressivi col tempo si è ampliata enormemente.

Anomalie del Sonno

Dal punto di vista biologico, di parametri che possano dimostrare concretamente una depressione ce ne sono ben pochi.

L’ unico parametro che può essere alterato nella depressione in modo obiettivo è il sonno: nel 40-90% dei depressi si osservano anomalie del ritmo sonno-veglia. Se andiamo a fare una registrazione delle fasi del sonno, il loro sonno risulta differente:

  1. Disturbi della continuità del sonno: prolungamento della latenza del sonno, aumento dei risvegli intermittenti, risveglio precoce al mattino
  2. Riduzione degli stadi 3 e 4 N-REM
  3. Riduzione della latenza REM
  4. Aumento dell’ attività fisica REM
  5. Maggior durata del sonno Rem nella priam parte della notte

Questi disturbi sono tardivi e oltretutto, per fare una diagnosi del genere, bisognerebbe avere un laboratorio del sonno notturno attrezzato.

Perciò in definitiva non abbiamo un vero e proprio parametro di studio della depressione

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Disturbo Bipolare

Forma clinica in cui sono presenti episodi di entrambe le polarità: depressivo e maniacale.

Gli episodi possono essere distribuiti in modo differente: crisi una dietro l’ altra, oppure ci può essere una depressione con intervallo e poi avere una fase maniacale, oppure ci può essere una depressione o una fase cosiddetta ipomanicale.

Disturbo (Depressione) Bipolare I

 È necessaria, nell’ ambito di una depressione cronica grave, un episodio di mania nel corso del disturbo, sia esso anche il primo ed unico episodio. È un disturbo dell’ umore in cui non è raro incontrare sintomi psicotici (deliri, allucinazioni etc..).

Percui si tratta di una fase depressiva profonda, grave con una fase di eccitamento maniacale: basta avere una fase maniacale per fare diagnosi di disturbo bipolare. Invece se ho una depressione grave, ma mi manca l’ evidenza clinica od anamnestica di un eccesso maniacale, non posso fare diagnosi di disturbo bipolare di tipo I.

Disturbo Bipolare II

È una depressione profonda associata a una fase ipomaniacale, ossia di leggera euforia. Chiaramente la cosa più difficile è raccogliere gli elementi discriminanti nella storia del pz.

Spettro Bipolare

Il concetto di spettro bipolare è un concetto in cui c’è una specie di continuità tra le forme lievi che possono essere addirittura temperamentali, cioè il temperamento ciclotimico, distimico, fino al disturbo bipolare più grave, che è il _______ bipolare unico (???). Qui di seguito sono riportati solo 4 tipi, ma c’è chi ne usa 7, alcuni con dei sottogruppi (BP 1; 1 e ½; 2; 2 e ½; e così via).

BP 1

Almeno un episodio maniacale.

BP 2

Almeno un episodio ipomaniacale od episodi ipomaniaclai ricorrenti di qualsiasi durata.

BP 3

Ciclotimia od ipertimia.

BP 4

Depressione senza sintomi di ipomania, ma con anamnesi familiare positiva per BP 1 o BP 2 nei parenti di primo grado

 

Questa classificazione ha importanza dal punto di vista diagnostico e terapeutico: nel primo caso definisce i criteri stringenti di diagnosi dei diversi gruppi bipolari, che devono essere distinti proprio per la possibilità di adottare terapie differenti. Per es. un soggetto con depressioni ricorrenti (1 o più episodi all’ anno) e anamnesi familiare positiva per DB si usa una terapia specifica, per es. i sali di Li che hanno un valore preventivo sull’ insorgenza di successivi attacchi.

Episodio Ipomaniacale

  • Periodo di Umore Elevato od Irritabile;
  • Aumento dell’ Autostima;
  • Distraibilità;
  • Accelerazione del Pensiero;
  • Logorrea;
  • Inusuale Disponibilità di Energia;
  • Eccessivo Coinvolgimento in Attività Ludiche;
  • Ipereattività;
  • Riduzione del bisogno di Sonno;
  • Assenza di sintomi psicotici e di rilevanti influenze sull’ adattamento familiare, sociale o lavorativo

L’ umore è elevato al di fuori dello standard normale di questi soggetti. Spesso al colloquio clinico gli stessi pz, senza che si faccia loro alcuna domanda, confermano di avere passato dei periodi un po’ sopra le righe, altre volte questo inusuale stato di benessere viene interpretato come benessere e basta. Quelli che si rendono condo di questo umore elevato sono i familiari che confermano che il pz era su di giri, distraibile, con aumento dell’ autostima, il paziente parla di più, diventa logorroico, con pensiero accelerato, fa un mucchio di cose, con eccessiva disponibilità di energie, fanno battute molto più comunemente rispetto al loro usuale carattere. Molto importante per la diagnosi dell’ episodio ipomaniacale è l’ assenza di sintomi psicotici. Insomma in parole povere è “supergasato”, come normalmente non è.

Il soggetto con episodio ipomaniacale deve essere differenziato da quelle persone che hanno un temperamento ipertimico permanente ( anche definiti ipomaniaci cronici) e non accessionale, che sono euforici, allegri, iperattivi sempre, e che magari hanno degli episodi di depressione. Chiaramente un familiare di un ipertimico cronico ha una maggiore predisposizione a sviluppare un disturbo dell’ umore, percui spesso accade che un fratello di un ipertimico abbia un temperamento depresso, od addirittura una depressione franca.

Episodio Maniacale

È uno stadio più francamente patologico che viene riconosciuto immediatamente anche ai non addetti ai lavori, e che consta di:

  1. Umore elevato, espansivo od irritabile;
  2.  Autostima Aumentata o Grandiosa;
  3. Diminuito bisogno di sonno;
  4. Maggiore Loquacità del solito oppure spinta continua a parlare;
  5. Fuga di idee od esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente;
  6. Distraibilità (attenzione facilmente deviata da stimoli esterni non importanti o non pertinenti)
  7. Aumento delle attività finalizzate (sociali, lavorative, scolastica e sessuale) oppure agitazione psicomotoria
  8. Eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno alto potenziale di conseguenze dannose (per es. comprotamenti sessuali sconvenienti, investimenti sconsiderati etc..)

 

Finchè l’ umore è di tipo euforico, ci si riesce a parlare, ma i problemi sorgono quando il pz è fortemente irritabile, perché per lui passare al gesto, alla violenza, non ci vuole niente. Questi pz non dormono quasi per niente, ma non è che non dormono e poi il giorno dopo si lamentano, ma stanno bene e continuano ad andare avanti indisturbati. Sono fortemente logorroici, difficilissimi da seguire e poi spesso saltano di palo in frasca  e non hanno “coscienza della malattia”, cioè non si rendono conto di essere malati, nemmeno al II, III, IV episodio, percui è difficilissimo colgiere questi brevi episodi e convincerli a curarsi. C’ è un aumento della attività finalizzata: donne che alle 3 a.m. si alzano e cominciano a buttar all’ aria tutto quanto per pulire , ma la mettono in ordine in maniera inconcludente poiché c’ è un fluire di idee nella testa talmente elevato che uno perde la capacità di finalizzare le proprie azioni. L’ eccessivo coinvolgimento in attività ludiche ha portato persone alla rovina, compiendo investimenti sconsiderati, in maniera ipocritica, suprficiale durante questa fase della malattia. C’ è anche un comportamento sessuale anomalo e si sono viste persone con una moralità, un’ etica impeccabili che hanno combinato pasticci grossi ed è difficile far capire al coniuge od al partner che queste persone sono malate.

Stadi della Mania

L’ episodio maniacale può insorgere in modo repentino entro 1-7 gg o svilupparsi gradualmente entro stadi successivi di mania evidenziabili sulla base di differente grandezza di intensità clinica

L’ insorgenza della mania è brusca, tipo on/off: dall’ oggi al domani un bipolare può sviluppare una fase maniacale. Qualche volta, raramente, c’ è una certa latenza e la mania , in questi casi si sviluppa in stadi successivi. Talvolta l’ episodio maniacale può essere indotto bruscamente con dei farmaci: se diamo ad un bipolare degli antidepressivi, scambiandolo per un depresso, si può scatenare un accesso maniacale repentino.

I stadio

  • Umore Labile, prevalentemente Euforico;
  • Irritabilità;
  • Contenuti di pensiero espansivi (?) e grandiosi
  • Accelerazione del pensiero
  • Ipererattività
  • Eccesso nelle spese
  • Eloquio

 Questi soggetti dicono di avere anche capacità ipermnesiche e probabilmente è vero perché ci può essere sotto una attivazione di determinate strutture encefaliche alla base di questo fenomeno

 II Stadio

  • Aumento della Disforia;
  • Rabbia;
  • Ostilità;
  • Fuga delle Idee;
  • Disorganizzazione dell’ Assetto Cognitivo;
  • Agitazione Psicomotoria;
  • Logorrea;
  • Comportamento Aggressivo;

 In questo secondo stadio ci può essere un aumento del malumore, dell’ aggressività, rabbia, ostilità. In questo stadio cominciano a dire tutto quello che passa loro per la testa, offendono. A questo punto anche il pensiero comincia ad essere disorganizzato: si cominciano ad avere disturbi “formali”, cioè le idee non si collegano con quei nessi logici che sono normali.

 III Stadio

  • Umore chiaramente disforico;
  • Tremore;
  • Disperazione;
  • Incoerenza e perdita dei nessi associativi;
  • Deliri (quando megalomanici sono detti congrui; sono invece Incongrui, ossia non collegati al tono dell’ umore elevato, ma dei banali deliri persecutori, che sono quelli più frequenti nella psichiatria –60% dei disturbi bipolari- e più tipici della schizofrenia)
  • Allucinazioni;
  • Confusione Mentale;
  • Attività psicomotoria afinalistica e sovente bizzarra;

Questo stadio è caratterizzato da un’ ulteriore disorganizzazione del pensiero che può portare al delirio ed alla allucinazione. Per anni le forme di deliri incongrui nei bipolari sono state diagnosticate come schizofrenia. Mai cadere nella tentazione di diagnosticare una allucinazione come facente parte sempre di un quadro schizofrenico: la diagnosi di schizofrenia non può essere basata solo su questo, ma deve trovare fondamento in una serie di osservazioni che si prolungano nel tempo. É importante una corretta diagnosi tra schizofrenia e disturbo bipolare perché l’ approccio terapeutico è differente per i due disturbi e la terapia per la schizofrenia può seriamente aggravare il disturbo bipolare.

Caratteristiche principali di decorso di un disturbo bipolare

Il disturbo bipolare può avere un diverso decorso. I pattern possibili sono:

·        Pattern di depressione-mania-eutimia

 

·        Pattern di mania-depressione-eutimia

 

·        Storia di almeno un episodio maniacale

 Eutimia sta ad indicare una fase di benessere, senza depressione o mania. Il primo pattern prevede che il DB insorga con una depressione che poi lasci campo ad una mania, per ritornare ad uno stadio di eutimia. Il secondo pattern vede come disturbo d’ esordio la mania, per poi lasciare il decorso alla depressione, quindi alla eutimia. Il terzo pattern di solito è abbastanza raro: è difficile vedere un bipolare con solo un episodio maniacale alle spalle od in atto.

È una malattia, oggigiorno, curabile, che permette, se ben curata, una vita normale soprattutto prevenendo od attenuando successive crisi.

Spesso i BP sono persone acutissime ed hanno fatto la storia dell’ umanità: vedi per es. Shumann che scriveva i propri brani negli episodi ipomaniacali; Edgar AllanPoe; Shelly; Byron; Cossiga; Van Gogh è passato per anni come schizofrenico: non è vero perché lui era un bipolare temporale, forse con crisi epilettiche. Uno schizofrenico non fa cose di talento, anche perché ha un deterioramento continuo, a differenza del bipolare che può deteriorarsi soprattutto se gli episodi maniacali o depressivi si alternano con una certa frequenza. Se la componente psicotica è molto elevata, nel tempo si avrà un certo deterioramento. In altri casi, quando si riesce a bloccare questo disturbo questi pz hanno una restitutio ad integrum notevole.

La cura dipende dal tipo di malattia, da quanto è la dimensione psicotica che è all’ interno della patologia.

Al giorno d’ oggi si fa ancora una distinzione didattica tra schizofrenia e disturbo bipolare; molti di noi però ci vedono una psicosi unica che parte dal bipolare con prevalente manifestazione depressiva allo schizofrenico in base a seconda di quanto aumenta la dimensione psicotica all’ interno di questo disturbo. Posso avere un disturbo bipolare senza episodi deliranti od allucinatori; un DB con episodi deliranti od allucinatori però congrui, di grandezza, connessi al disturbo maniacale; un paziente con disturbi psicotici di tipo persecutorio, che spostano la diagnosi verso la psicosi schizofrenica; un pz con disturbi depressivo-maniacali con una dimensione psicotica molto accentuata; fino ad arrivare ad un pz con sempre un disturbo psicotico, fino ad arrivare alla schizofrenia.

Quindi queste barriere che noi poniamo tra una patologia e l’ altra probabilmente non hanno senso.

 Disturbo Ciclotimico

·        Esordio precoce, in genere durante l’ adolescenza

·        Durata maggiore di 2 aa

·        Rapida e continua alternanza di sintomi depressivi ed ipomaniacali di moderata intensità

 Questo disturbo è la controparte della distimia. Questa definizione sta ad indicare un disturbo simile al bipolare, cioè con alti e bassi, ma molto meno gravi. Non arriva perciò a quella gravità del disturbo bipolare I e II, ma ha questo andamento con piccoli episodi depressivi, con episodi più o meno ipomaniacali ed hanno una durata superiore a 2 anni. C’ è una grossa polemica tra il temperamento ciclotimico e la ciclotimia. Secondo la mia esperienza è molto difficile individuare il limite tra comportamento normale e qualcosa di più; forse il limite è quello di oscillazioni del tono dell’umore che compromettano le relazioni sociali: in questo caso si tratterebbe di ciclotimia.

Questi sono soggetti che hanno una instabilità nei rapporti sociali, interpersonali, affettivi, che pur non avendo malattie gravi, fanno una vita come il mare in tempesta. Cambiano frequentemente lavoro, partners, fanno abbondante uso di sostanze e se ne trovano molti tra i tossicodipendenti. Spesso si vede già nei bambini piccoli, negli studenti (in uno studio su ragazzi delle elementari e medie è stata trovata una incidenza del 6,3% di ciclotimici).

Quando vengono all’ osservazione questi soggetti? Quando diventano bipolari. Percui la ciclotimia ha un certo carattere predittivo nei confronti del disturbo bipolare. Il problema è questi individui conoscono dei periodi di pieno ed “eccessivo” benessere e vanno alla ricerca di questi: ecco perché fanno largo uso di sostanze.


Principali elementi differenziali tra disturbi bipolari e monopolari (depressione)

 

Unipolare
Bipolare

Anamnesi di Mania

No

Familiarità per disturbi Bip

Familiarità per dirturbi Uni

Familiarità per alcolismo

Distribuzione nei sessi

> donne

Uguale

Età di insorgenza

30-50

20-30

Esordio nel post-partum

Raro

Frequente

Modalità d’ esordio

Graduale

Acuta

Numero di episodi

5-6 in 20-30 anni

Elevato

Durata media degli episodi

6-13 mesi

3-4 mesi

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Ultimo aggiornamento: 14-10-06.