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La necessità di un emulatore

Le fibre ottiche attualmente in commercio presentano un coefficiente di PMD relativamente contenuto, inferiore in genere a 0.5 $ [ps / \sqrt{km}]$. Non é così invece per tutte le fibre che sono state realizzate ed installate nello scorso decennio, quando la PMD non appariva come un fattore limitante per la trasmissione, visto che le elevate perdite imponevano di amplificare e rigenerare il segnale ogni 40 km e la velocità su singolo canale non superava il Gbit/s; pertanto un bit-slot sufficientemente ampio su una tratta relativamente corta rendeva trascurabili gli effetti della PMD sul BER, acronimo per Bit Error Rate.

Attualmente invece sui sistemi installati a 10 Gbit/s e su quelli sperimentali a 40 Gbit/s che utilizzano amplificatori ottici in linea e compensazione della dispersione cromatica e che quindi non prevedono rigenerazione del segnale anche su tratte molto lunghe, l'effetto della PMD diventa importante; da qui la duplice necessità di caratterizzare la PMD e di realizzare opportuni compensatori atti a limitare, se non ad annullare, gli effetti della PMD sul BER.

Un emulatore di PMD si presenta pertanto come uno strumento di sviluppo, utile sia in fase di test di compensatori di PMD, sia come strumento di emulazione di una generica fibra reale, in grado di assumere qualsivoglia caratteristiche di PMD.


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Leonardo Sabaini 2003-08-16