I. CONCLUSIONI DEGLI InsegnantI e deGLI STUDENTI
SCHEDA N°1/6
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Austria |
tedesco |
francese |
intervista
insegnante |
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
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– Introduzione (differenziazione). – Valutazione. – Autonomizzazione. – Ambiente. |
CONTESTUALIZZAZIONE
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Si tratta dell’intervista ad un'insegnante austriaca
di francese fatta da una collega italiana insegnante di inglese che ha
realizzato con queste classi il suo dossier di osservazione. |
TrascrizionE
originale
francese |
TRADUZIONE |
PV. – Est-ce que tu pourrais me donner quelques
exemples de différenciation pédagogique en langue française dans ce cas,
pour quelques-uns au moins de ces points. PH. – Pour les contenus, je fais une différenciation
surtout plus tard, dans les classes avancées, quand on parle de questions
de civilisation, de littérature, où ils peuvent choisir la partie du
sujet qui les intéresse le plus, dans des groupes. Pour les objectifs je ne différencie pratiquement pas,
pas beaucoup, mais bien sûr que les meilleurs élèves profiteront encore
du travail autonome. Les matériels sont très divers, j’ai des jeux et
d’autres matériels très divers. Les élèves peuvent donc choisir ce
qui leur plaît le plus ou ce avec lequel ils ont le plus de succès d’apprentissage. PV. – Et le manuel ? C’est-à-dire, est-ce
que tu utilises le manuel que tous les élèves ont d’une manière différenciée ? PH. – Oui, dans le travail autonome oui, parce
qu’il y a des exercices qu’ils peuvent faire ou ne pas faire. Les
activités, c’est un peu pareil, ils peuvent choisir librement les
activités qu’ils veulent faire. PV. – Et les aides ? C’est-à-dire, est-ce
que tu aides tes élèves… tu as la possibilité d’aider tes élèves
d’une manière différente, s’ils travaillent de cette manière ? PH. – Oui. D’un côté il y a le contrôle
autonome. Ils regardent eux-mêmes, ils comparent s’ils ont trouvé la
bonne solution. De l’autre côté, moi je circule dans la classe et les
élèves peuvent me poser des questions. De l’autre côté ils peuvent
demander de l’aide à leurs camarades, aussi, en classe, ce qu’ils
aiment beaucoup faire, et ce qu’ils font plus librement que de me
demander à moi. Et en plus, bien sûr, ils peuvent utiliser les manuels,
les livres de grammaire ou les dictionnaires. PV. – Et les méthodes ? Est-ce que ta méthode
change, dans ta classe, lorsque tu travailles comme ça ? PH. – Maintenant… oui… Je parle maintenant du
travail autonome. Il y a bien sûr aussi d’autres méthodes. Dans le
travail autonome la méthode c’est que je suis plutôt, disons, un entraîneur,
ou que je mets à la disposition de l’élève mon aide s’il en a
besoin. Je ne suis pas le prof qui est devant la classe et qui dicte tout. PV. – Et il y a une différenciation finale, dans
l’évaluation ? PH. – Moi je ne la fais pas. Je ne fais pas de
différenciation dans les épreuves, par exemple. Et j’ai aussi trouvé
que, d’après mon expérience personnelle, je crois, qu’il n’y a pas
eu de grande différence entre les succès des épreuves écrites, entre
les résultats avec le travail autonome ou sans travail autonome. |
PV. – Potresti darmi alcuni esempi di
differenziazione pedagogica in lingua francese in questo caso, almeno per
alcuni dei seguenti punti? PO. – Per i contenuti faccio la differenziazione
specialmente più tardi, nelle classi di livello avanzato, quando si parla
di problemi di civiltà, di letteratura, quando possono scegliere la parte
dell’argomento che li interessa maggiormente, nei gruppi. Per gli obiettivi, praticamente non faccio
differenziazione, non molta, ma certamente gli studenti più bravi
sfrutteranno meglio il lavoro autonomo. I materiali sono molto diversi, ho alcuni giochi e altri
materiali molto diversi tra loro. Gli studenti quindi possono scegliere
quello che preferiscono o con cui hanno maggiori possibilità di successo
nell’apprendimento. PV. – E il libro di testo? Cioè, utilizzi il
libro di testo che tutti gli studenti hanno in modo differenziato? PO. – Sì, nel lavoro autonomo sì, perché ci
sono esercizi che possono fare o non fare. Per le attività è lo stesso
discorso, possono liberamente scegliere le attività che vogliono fare. PV. – E gli aiuti? Cioè, aiuti i tuoi
studenti... hai la possibilità di aiutare i tuoi studenti in modo
diverso, se lavorano in questa maniera? PO. – Sì. Da una parte c’è il controllo
autonomo. Guardano loro stessi, confrontano per vedere se hanno trovato la
buona soluzione. D’altra parte, io circolo per la classe e gli studenti
possono farmi domande. D’altra parte possono anche chiedere l’aiuto
dei loro compagni , in classe, cosa che amano molto fare, e che fanno più
liberamente che chiedere a me. E ancora, naturalmente, possono utilizzare
i libri di testo, i libri di grammatica o i vocabolari. PV. – E i metodi? Il tuo metodo cambia, nella tua
classe, quando lavori così? PO. – Adesso... sì... Parlo adesso del lavoro
autonomo. Ci sono naturalmente anche altri metodi. Nel lavoro autonomo, il
metodo è che io sono piuttosto, diciamo, un allenatore, o che metto a
disposizione dello studente il mio aiuto, se ne ha bisogno. Non sono
l’insegnante che è davanti alla classe e che determina tutto. PV. – E c’è una differenziazione finale, nella
valutazione? PO. – Io non la faccio. Non faccio
differenziazione nelle prove, per esempio. E ho anche trovato che, secondo
la mia esperienza personale, credo che non ci sia stata una grande
differenza tra i risultati delle prove scritte, fra i risultati con il
lavoro autonomo e quelli senza lavoro autonomo. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
|
1.
In quali settori l’insegnante intervistata differenzia realmente la sua
pedagogia, se ci si basa sugli esempi concreti che propone qui? |
1.
Settori di differenziazione: a)
contenuti: solo nelle classi avanzate, per la civiltà e la
letteratura, secondo gli interessi degli studenti; b)
supporti: gli studenti scelgono tra i giochi e il materiale diverso
messo a disposizione dall’insegnante; c)
compiti: gli studenti scelgono liberamente gli esercizi e le
attività che vogliono fare tra ciò che è loro proposto dal libro di
testo o dall’insegnante; d)
aiuti e guide: gli studenti, secondo le loro necessità, ricorrono
ai libri di grammatica e ai vocabolari; quando lo desiderano chiedono
aiuto all’insegnante, ma lo chiedono più spesso agli altri studenti. |
Questa
scheda rinvia a numerosi settori di differenziazione. Potrebbe essere
utilizzata anche in introduzione alla parte I del Libretto, che si
riferisce in modo specifico a questi vari settori. |
2.
In quale settore l’insegnante dichiara di non fare differenziazione?
Perché secondo voi? |
2.
Il settore in cui non si applica la differenziazione è la valutazione. Le
interpretazioni possono essere diverse: l’insegnante può pensare che
gli studenti non ne sono capaci (ma possono diventarlo se sono formati in
questo senso...), ma più facilmente considera che la valutazione rientra
tra le sue responsabilità (senz’altro perché pensa alla valutazione
sommativa e non a quella formativa). |
|
3.
Sul continuum insegnamento differenziato – apprendimento
differenziato (vedere la tabella in Allegato della scheda Valutazione 3/3)
da quale parte si posiziona chiaramente l’insegnante? Giustificate la
vostra opinione. |
3.
L’insegnante si posiziona chiaramente verso l’apprendimento (e quindi
l’autonomia) più che verso l’insegnamento (e quindi la
differenziazione della sua pratica pedagogica): sono gli studenti che
differenziano essi stessi, per conto loro, nei vari settori elencati nella
soluzione del punto 2. |
|
4.
Che cosa significa esattamente la seguente frase: “ Per gli
obiettivi non faccio praticamente nessuna differenziazione, non molta, ma
naturalmente gli studenti migliori sfrutteranno meglio il lavoro autonomo ”? |
4.
Significa che gli studenti migliori differenzieranno da soli gli
obiettivi, cioè sceglieranno obiettivi più complessi, in funzione di
quelle che ritengono le loro capacità. |
Si
potrà far osservare che se il lavoro in classe viene fatto generalmente
in forma di lavoro autonomo che si svolge in modo simile a questo,
l’eterogeneità dei livelli degli studenti non può che aumentare, dato
che i migliori, che sono già autonomi, sfrutteranno meglio questo metodo
di lavoro. Ciò può giustificare una forte presenza dell’insegnante ,
nella forma di una pedagogia differenziata che vada fino alla “ discriminazione
positiva “ in favore dei più deboli.
|
5.
Che valutazione dà l’insegnante del lavoro autonomo? |
5.
L’insegnante conclude che “ secondo la [sua] esperienza
personale, credo che non ci sia stata una grande differenza tra i
risultati delle prove scritte, fra i risultati con il lavoro autonomo e
quelli senza lavoro autonomo ”. |
|
5.1
Come si può spiegare quest’opinione un po’ sorprendente? |
5.1
Una delle interpretazioni possibili è che le prove a cui l’insegnante
si riferisce si basino su di un allenamento particolare che può essere
fatto in modo efficace sotto la direzione dell’insegnante e per mezzo di
particolari attività e esercizi. E’ difficile dare un giudizio senza
conoscere la natura di queste prove e i criteri di valutazione. E’
da pensare però che queste prove nn considerino il grado di autonomia
degli studenti, in altre parole che non si tratti di “ soluzione di
problemi ” (vedere la definizione nel Glossario). Sarebbe
indispensabile sapere anche se quest’opinione dell’insegnante si
riferisce indistintamente a tutte le classi e se è valida sia per gli
studenti più deboli che per i migliori, ecc. |
Questa
domanda fornisce ai corsisti una buona occasione di esercizio
sull’analisi didattica, naturalmente molto legata all’ambiente: tutte
le esperienze e le sperimentazioni di pedagogia differenziata o di lavoro
autonomo devono essere valutate in funzione del loro contesto.
|
6.
Nella parte successiva dell’intervista, l’insegnante si dichiara
nonostante tutto decisamente a favore del lavoro autonomo. Quali possono
essere le sue ragioni? |
6.
La scheda che segue permette di confrontare le ipotesi di ognuno con le
affermazioni dell’insegnante. |
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SCHEDA N°2/6
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Austria |
tedesco |
francese |
intervista
insegnante |
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
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– Autonomizzazione. – Obiettivi. |
CONTESTUALIZZAZIONE
|
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Si tratta della continuazione dell’intervista
precedente (scheda 1/2). La collega austriaca commenta i risultati di un
sondaggio sul lavoro autonomo che ha fatto tra i suoi studenti. |
TrascriZionE
originale
francese |
TRADUZIONE |
PH. –
J’étais surprise parce que la réaction dans les sondages était encore
plus positive que je ne pensais. Le reste… oui… j’ai remarqué
qu’il y avait relativement beaucoup de difficultés [quant] à
l’organisation du temps. Pour les élèves, individuellement, je ne
m’en étais pas aperçue avant. Donc il va falloir un peu faire
attention à ça. Un autre changement que j’ai oublié tout à l’heure :
je crois que les élèves apprennent aussi à être plus autonomes et plus
indépendants, par ce travail. Et… oui, ils sont plus indépendants
comme ça. PV. –
Bon. Donc, but d’une formation générale de l’élève : le
travail autonome les aide, et de quelle manière ? C’est-à-dire
que tu viens de… PH. –
Oui, c’est ça, oui, c’est ça. C’est-à-dire, je pense que c’est
vraiment très important pour diverses raisons. Par exemple, ils
apprennent à travailler en équipe, ce qui est très important
aujourd’hui dans notre société ; ils apprennent à développer
leurs idées eux-mêmes ; à s’organiser eux-mêmes, à organiser
leur temps, à prendre leurs responsabilités, d’eux-mêmes. Parce que,
avec l’auto-contrôle, par exemple, s’ils ne se soucient pas de faire
le contrôle correctement, ce sera leur dommage à eux, et ils en seront
responsables, du résultat. Et comme ça il deviendront plus autonomes
plus indépendants, plus sûrs d’eux peut-être, aussi. |
PO. –
Sono stata sorpresa perché la reazione nel sondaggio era ancora più
positiva di quanto pensassi. Il resto... sì... ho notato che c’erano
forse tante difficoltà sull’organizzazione del tempo. Per gli studenti,
individualmente, non me ne ero accorta prima. Bisognerà quindi che ci
faccia un po’ attenzione. Un altro cambiamento che ho dimenticato prima:
credo che gli studenti imparino anche ad essere più autonomi e più
indipendenti con questo lavoro. E... sì, sono più indipendenti così. PV. –
Bene. Allora, scopo della formazione generale dello studente: il lavoro
autonomo li aiuta, e in che modo? Cioè, tu hai appena... PO. –
Sì, è vero, sì, è vero. Cioè, penso che sia veramente importante per
varie ragioni. Per esempio imparano a lavorare in gruppo, e questo è
molto importante oggi, nella nostra società; imparano a sviluppare da
soli le loro idee; ad organizzarsi da soli; a organizzare il loro tempo; a
prendersi le loro responsabilità. Perché con l’autocontrollo, per
esempio, se non si preoccupano di fare il controllo correttamente, sarà
peggio per loro, e saranno responsabili del risultato. E così
diventeranno più autonomi e indipendenti, anche più sicuri, forse. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
|
1.
Rileggete, nel Glossario, la distinzione tra “ finalità ”
e “ obiettivi ”. |
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2.
Verificate ora le vostre ipotesi sulle ragioni espresse dall’insegnante
in favore del lavoro autonomo. Quali sono? Utilizzate la tipologia
proposta nel Glossario, e citate tutti i passaggi corrispondenti
della trascrizione. |
2.
Riguardano essenzialmente le finalità e non gli obiettivi linguistici o
culturali, e più precisamente la formazione intellettuale e etica: a)
“ autonomia ” e “ indipendenza ”: “ gli
studenti imparano anche ad essere più autonomi e più indipendenti con
questo lavoro. E... sì, sono più indipendenti così ”; “ così
diventeranno più autonomi e indipendenti, anche più sicuri ”; b)
rispetto degli altri (“ imparano a lavorare in gruppo ”); c)
senso di responsabilità (“ imparano a prendersi le loro
responsabilità ”). |
|
3.
Prendete nota di tutto ciò che per questa insegnante definisce
l’autonomia degli studenti. |
3.
L’autonomia è descritta in termini di: – capacità
di organizzarsi da soli; – capacità
di sviluppare le proprie idee; – capacità
di gestire il proprio tempo; – capacità
di autocontrollarsi; – fiducia
in se stessi. |
Si
potrà far precedere questa domanda da una ricerca personale dei corsisti,
e poi far confrontare le loro idee con quelle dell’insegnante.
|
4.
L’autonomia, secondo voi, è una finalità intellettuale o una finalità
etica? |
|
|
5.
Come si può spiegare il giudizio degli studenti sul lavoro autonomo, se
la sua efficacia didattica non risulta chiara agli occhi
dell’insegnante? Pensate che i loro argomenti siano gli stessi
dell’insegnante? |
5.
Il lavoro congiunto sulle tre schede che seguono permette di confrontare
le ipotesi personali con le affermazioni degli studenti intervistati. |
|
PROPONIAMO
QUI DI SEGUITO UN LAVORO COMUNE
SULLE
TRE SCHEDE: 3/6, 4/6 et 5/6.
SCHEDA N°3/6
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Olanda |
olandese |
francese |
intervista
studenti |
|
|
CONTESTUALIZZAZIONE
|
|
Si
tratta dell’intervista agli studenti che si sono visti nella sequenza
Ambiente 3/4. |
TrascriZionE originale olandese
L1, francese L2 |
TRADUZIONE
|
L. –
Jantien, wat vind jij? Wat heb je ervan gevonden om op deze manier te
werken? L1. – Nou, ik vond het wel leuk. Je kan continu
werken en het is afwisselend en je kan in je eigen tempo werken. Als je
gewoon les hebt, dan gaat het soms te snel en dan kun je het niet
bijhouden. L. – En jij, Nicole? L2. – Je kunt doen wat je wilt en in je eigen
tempo en dan hoef je je niet te haasten en je hoeft niet bang te zijn dat
het niet afkomt. Als je boekjes leuk vindt, dan kun je boekjes lezen. Doen
wat je zelf leuk vindt. L. – Is het anders dan bij Engels? L3. – Ja, op zich wel. De opdrachten zijn in elk
geval anders. Je moet vertalen en zo. Bij Engels heb je geen boekjes waar
je dan vragen bij hebt. L. – Bij Engels werk je allemaal aan hetzelfde
tegelijkertijd? L4. – Ja, meestal wel. Je krijgt een op-dracht en
dat is dan precies wat bij de les hoort. L. – Dus
bij Frans is het anders dan bij Engels? Wat is het verschil? L5. – Bij Engels werk je dan met zijn allen. En meestal werk je
allemaal uit hetzelfde boekje met dezelfde opdrachten. L. – En je vindt het wel leuk dat je bij Frans in je eigen tempo
kunt werken? L6. – Je hoeft geen rekening te houden met iets
dat je af moet hebben en je kunt overleggen met anderen. Als je moet
haasten, dan maak je ook sneller schrijffouten. Als je maar moet doorgaan
dan kan je niet alles tot je door laten dringen. L. – En dat stukje dat je in de klas doet. Want
we doen ook wel dingen samen, met zijn allen, aan het begin en daarna ga
je over in je eigen tempo. L7. – Ja, dat vind ik ook wel goed. Dat je je
kunt voorbereiden voor als je een SO krijgt, bij Engels krijg je meteen
die SO. L. – Het feit dat je bij Frans kunt kiezen uit
verschillende dingen dat vind je wel leuk, en ook dat je in je eigen tempo
kunt werken. |
P. – Che cosa ne pensate? Vi è piaciuto lavorare
in questo modo? S1. – Sì, mi è piaciuto. Si può lavorare senza
interruzioni e c’è molta variazione e si può lavorare al proprio
ritmo. Una lezione normale certe volte è troppo veloce e tu non riesci a
seguire. P. – E tu, Nicole? S2. – Puoi fare quello che preferisci, con il tuo
ritmo e non ti devi affrettare e non ti devi preoccupare di non riuscire a
finire il lavoro. Se ti piace leggere i libretti, li puoi leggere. Puoi
fare quello che preferisci. P. – C’è differenza con la lezione di inglese? S3. – Sì, ce n’è. I compiti sono diversi in ogni modo. Devi
tradurre e fare cose simili. Nella lezione di inglese non ci sono i
libretti con le domande. P. – Durante la lezione di inglese lavorate tutti
sulle stesse cose? S4. – La maggior parte delle volte sì. Ti danno
un compito e tu ci lavori per tutta l’ora. P. – Le lezioni di francese sono diverse da
quelle di inglese. Qual è la differenza? S5. – Durante le lezioni di inglese si lavora
tutti con lo stesso libro, con gli stessi compiti. P. – E vi piace poter lavorare con il vostro
ritmo durante le lezioni di francese?
S6. – Non c’è lo stress provocato dai compiti
che si devono finire e si può discutere delle cose con gli altri. Se devi
fare in fretta, fai errori. Se la lezione è troppo veloce, non ti è
possibile capire bene. P. – E quello che facciamo insieme in classe?
Perché facciamo anche delle cose insieme prima del lavoro individuale. S7. – Sì, è una buona cosa. C’è la
possibilità di prepararsi per il test. In inglese si fa il test senza
questa preparazione in classe. P. – E vi piace anche avere la possibilità di
scegliere tra più attività e vi piace anche poter lavorare con il vostro
ritmo. |
SCHEDA N°4/6
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Austria |
tedesco |
francese |
intervista
studenti |
|
|
CONTESTUALIZZAZIONE
|
|
Si
tratta di un’intervista agli studenti che abbiamo visto in classe nella
sequenza Supporti 2/2. |
TrascriZionE
originale
tedesco |
TRADUZIONE
|
L –
Meinungsumfrage. Wir haben gerade eine Meinungsumfrage über das Offene
Lernen gemacht und einige Schüler wollen uns gerne darüber erzählen.
Wir arbeiten mit dem Offenen Lernen jetzt zwei Jahre, und findet ihr dass
das eine gute Lernmethode ist, dass das was bringt? Klara zum Beispiel
vielleicht? S1. – Es
bringt auf jeden Fall was . In der Gruppe lernen macht mehr Spass und man
kann sich auf das konzentrieren was man noch nicht so gut kann. L – Seid ihr
mit der Zeiteinteilung zurechtgekommen? Bettina? S2. – Also ich
finde, dass man mit der Zeit sehr gut zurechtgekommen ist, weil man sich
die Zeit sehr leicht einteilen kann. Also wenn man dreimal in der Woche
Fran L – Also, du
bist mit der Zeit gut zurechtgekommen? Welche Aufgaben haben euch
besonders gut gefallen? Michel, willst du das beantworten? S3. – Mir
haben die Aufgaben sehr gut gefallen, wo man eben in der Gruppe
zusammenarbeiten kann, z.B. in diesem Spiel und man sich untereinander ergänzen
kann und dann eben die Fehler ausbessern kann untereinander. L – Luise, was
hat dir nicht so gut gefallen? S4. – Wenn man
z.B. Texte schreiben muss weil ich finde, dass man das besser zu Hause
machen sollte und man sich beim Offenen Lernen auf die Gruppe
konzentrieren sollte. L – Und weil
es auch wahrscheinlich schwierig ist wenn alle laut sind und wenn alle
arbeiten sich auf einen Text zu konzentrieren. Was würdet ihr gern
verbessern noch am Offenen Lernen? Du, Klara? Hast du eine Idee? S1. –:
Vielleicht noch mehr Übungen, denn man kann nie genug üben. Es sind
teilweise auch ganz kurze Übungen dabei. Vielleicht, dass man die länger
macht, mit Übungssätzen dabei. L – Also,
meine Übungen sind zu kurz? Aber insgesamt möchtest du mehr. Wie habt ihr den
Arbeitsplan gefunden? S1. – Also Übungen in Gruppen. Mehr Übungen in
Gruppen. Die Übungen die man alleine machen kann, kann man auch zu Hause
machen. L – Sonst noch jemand ein Kommentar? Bettina, was möchtest
du sagen dazu? Insgesamt? S2. – Ich finde, dass das Offene Lernen eine gute
Vorbereitung auf die Schularbeiten ist. Man kann vorher lernen, was man
noch nicht gut beherrscht. Man kann sich die Fehler ausbessern. Man kann
sich ergänzen, und man weiß dann ganz sicher, ob man sich gut oder
weniger gut vorbereitet hat auf die Schularbeiten. L – Es ist also die Selbstkontrolle die du gut
findest? Sonst….? S2. – Es ist
einfach so, dass das Ganze lockerer geht. Man kann selbst üben, was man
will. L – Man kann selbst üben, was man will. Und sonst? Fällt
euch noch was ein? Du, kannst
du sagen, was du vorhin geleistet hast. S3. – Ja, ich finde das Offene Lernen sehr gut, weil
man alles so besser im Kopf behältst. Und wenn man es nicht versteht,
dass man dann fragen kann. Und eben, dass man in der Gruppe ist und sich
gegenseitig ergänzen kann. S4. – Dass man eben in der Gruppe arbeitet, dass man
sich gegenseitig helfen. Die ganzen Spiele, das ist abwechslungsreicher.
Nachteil ist, dass man manchmal warten muss, bevor man ein Spiel kriegt. L – Also, man muss warten bis man ein Spiel kriegt?
Noch ein Kommentar oder fällt euch nichts mehr ein? Also würdet ihr
sagen, dass wir weiter machen sollen oder eben nicht? S2. – Ja, wir möchten so weiter machen, bei Französisch. |
P. – Un sondaggio. Si fa un sondaggio su “ L’insegnamento
aperto ” e alcuni studenti ci vogliono dire qualcosa su questo
argomento. Lavoriamo da due anni con il sistema dell’“ Insegnamento
aperto ”: che cosa ne pensate? E’ un buon metodo di
apprendimento? E’ efficace? Klara, cosa ne pensi? S1. – E’ efficace, in ogni modo. Imparare in gruppo
ti dà più piacere ed è possibile concentrarsi sulle cose che non
padroneggi ancora. P. – La gestione del tempo non vi ha posto problemi?
Bettina. S2. – Penso che la gestione del tempo non sia stata un
problema perché si può fare la propria programmazione molto facilmente.
E quando si hanno tre lezioni di francese la settimana non è difficile
fare una buona programmazione e fare le cose che si devono fare. P. – Allora, programmare è stato facile? Quali
compiti vi sono piaciuti in modo particolare? Michel, puoi rispondere? S3. – Mi sono piaciuti i compiti in cui si poteva
lavorare insieme, con gli altri studenti in gruppo, per esempio i giochi,
in cui ci si può aiutare l’un l’altro e in cui è possibile
correggere i propri errori e quelli degli altri. P. – Louise, che cosa non ti è piaciuto? E4. – Per esempio quando si devono scrivere dei
testi, perché credo che si potrebbe farlo meglio a casa. Nel sistema
dell’” Insegnamento aperto ” ci si dovrebbe concentrare
sul gruppo. P. – E perché è probabilmente difficile, quando
gli altri parlano e lavorano e tu devi concentrarti su di un testo. Che
cosa si dovrebbe modificare nell’” Insegnamento aperto ”?
Klara, hai qualche idea? S1. – Forse più esercizi, è necessario farne
molti. Alcune volte lavoriamo con esercizi molto corti. Forse dovremmo
lavorare anche con esercizi più lunghi. Con frasi per allenarsi. P. – Pensi che i miei esercizi siano troppo
corti. Vorresti farne di più. Che cosa pensi dell’organizzazione del
tempo? S1. – Ci piacerebbe fare più esercizi in gruppo.
E’ meglio lavorare a casa sugli esercizi che si possono fare da soli. P. – Altre osservazioni? Bettina, la tua
opinione, per favore. Sull’insieme del programma? S2. – Penso che l’” Insegnamento aperto ”
sia un’ottima preparazione per tutti i test. Si possono imparare prima
le cose che non si conoscono ancora. Si possono correggere i propri
errori. Ci si può aiutare l’un l’altro e si sa se la propria
preparazione per il test è accettabile o no. P.
–
L’autovalutazione è molto importante per te? Qualcos’altro? S2. – Il vantaggio è che tutto è più
rilassante. Ci si può esercitare su quello che si preferisce. P. – Puoi fare gli esercizi che ti scegli.
Vorresti dire ancora qualcosa? Puoi dire quali risultati hai raggiunto
prima? S3. – Mi piace molto l’” Insegnamento
aperto ”, perché le cose restano meglio in testa. E quando non si
capiscono alcune cose, si può chiedere. Nel gruppo ci si può aiutare e
sostenere a vicenda. S4. – Si lavora in gruppo e ci si può aiutare a
vicenda. I giochi portano più varietà. Il problema è che qualche volta
si deve aspettare per fare i giochi. P. – Bene, si deve aspettare per poter fare i
giochi. Altre osservazioni, oppure abbiamo detto tutto? Sareste piuttosto
dell’idea di continuare o no? S2. – Ci piacerebbe continuare così nelle
lezioni di francese. |
SCHEDA N° 5/6
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Italia |
italiano |
inglese |
intervista
studenti |
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|
CONTESTUALIZZAZIONE
|
|
Si tratta di un’intervista fatta ad alcune studentesse
dopo una lezione di pedagogia differenziata; sono le stesse ragazze che
potete vedere al lavoro nella sequenza corrispondente alla scheda
Dispositivi 1/3. |
TrascriZionE originale italiano |
A1. –...
perché preferisco ripassare parlando piuttosto che scrivendo, infatti ho
difficoltà nello scrivere. E ho fatto i giochi, le attività orali
appunto, mentre ritengo che ripassare in questo modo con attività che
sono diverse dal solito ripasso sul libro sia più utile nel senso che
colpisce di più la memoria, quindi un ripasso più vivo. A2. –...
molto bella e molto importante soprattutto perché ho cercato di
migliorare la mia pronuncia inglese soprattutto in vista del nuovo esame
di maturità di quest’anno. Non è stato assolutamente inutile oggi
pomeriggio in quanto ho potuto anche ripassare tutto il programma svolto
quest’anno, parte del programma svolto quest’anno e è stato molto ben
organizzato e io penso sia molto più utile questo metodo di lavoro
piuttosto che magari un’attività singola, comunque anche a coppie
svolta al di fuori della scuola senza l’aiuto degli insegnanti. Gli
schemi sono stati molto importanti perché ci hanno permesso di seguire un
percorso ben determinato, sempre in vista della nuova maturità. Io mi
sono trovata molto bene, mi è servito spero per migliorare la mia
pronuncia e soprattutto per un ripasso guidato del programma fatto
quest’anno in vista della maturità. A3. –
Ti è piaciuto? A4. –
Si mi è piaciuta molto questa esperienza perché sono riuscita a mettere
in pratica quello che ho imparato durante quest’anno scolastico.
Comunque penso che è stata un’iniziativa utile anche per un ripasso
generale alla fine dell’anno. E a te? A3. –
No, anche a me è piaciuto. Mi è piaciuto molto il rallye perché ci
siamo messi alla prova a vicenda e comunque quello che non so io sai tu,
quello che non sai tu so io, quindi ci completiamo è un aiuto reciproco. A4. –
E’ come se studiassimo insieme. A3. –
Sì, forse è anche più utile che studiare da soli E’ vero. |
ATTIVITA’ CHE RIGUARDANO le schede 3/6, 4/6 e 5/6
|
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
|
1. Visionate una prima volta le tre sequenze. |
|
|
2.
Leggete le trascrizioni delle schede 3/6, 4/6 et 5/6, e confrontate le
vostre ipotesi con le affermazioni fatte dagli studenti. Quali sono i
punti positivi di maggiore importanza che gli studenti mettono in
evidenza? Ritrovate tutte le affermazioni corrispondenti. |
2.
Gli studenti mettono in evidenza (in ordine di apparizione, all’interno
di ogni punto): c) il
piacere:
varietà delle attività; assenza di stress, piacere di lavorare in
gruppo; “ i giochi portano maggiore varietà “; “ tutto
è più rilassante ”; scelta personale dei supporti e delle attività;
novità delle attività, “ revisione più vivace ”; b) l’adattamento
al ritmo personale:
“ si può lavorare con il proprio ritmo ”; “ Puoi
fare […] con il tuo ritmo e non ti devi affrettare e non ti devi
preoccupare di non riuscire a finire il lavoro ”; “ si può
fare facilmente la propria programmazione ”; “ si possono
imparare prima”; a) l’efficacia:
“ c’è la possibilità di prepararsi per il test”, “ nel
gruppo ci si può aiutare e correggere gli errori l’un l’altro ”;
“ è possibile concentrarsi su ciò di cui non ti senti ancora
sicuro ”; “ nel gruppo ci si può aiutare e sostenere l’un
l’altro ”; “ ci si può aiutare a vicenda ”; “ rimane
in testa ”; “ questo metodo di lavoro è molto più utile ”;
“ è stata un’iniziativa utile ”; “ ci si completa,
c’è aiuto reciproco ”; “ è più utile che studiare da
soli ”. |
Si
potrà far osservare ai corsisti in particolare che:
– gli
studenti non fanno esplicito riferimento alla formazione etica, ma
nonostante ciò, nelle loro parole sul piacere e l’efficacia del lavoro
di gruppo si ritrova un valore a cui i giovani danno una grande
importanza: la solidarietà;
– gli
studenti non distinguono il piacere dall’effica-cia; – la
gestione del tempo di apprendimento è essenziale (rispetto dei ritmi
individuali). |
3. Quale aspetto dell’applicazione della pedagogia
differenziata è maggiormente citato dagli studenti? |
3. Il lavoro di gruppo che si trova citato nei tre punti
positivi. |
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4. Come si può riassumere la domanda implicita che lo
studente formula attraverso le sue critiche? |
4. Una migliore articolazione fra il lavoro individuale
e il lavoro collettivo, il lavoro in classe e il lavoro a casa. |
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5. Ripercorrete le cinque schede e paragonate i
risultati della vostra analisi di ognuna. Quali differenze appaiono fra il
bilancio che l’insegnante da una parte e gli studenti dall’altra fanno
del lavoro autonomo o pedagogia differenziata? |
Differenze: a) Gli studenti non fanno riferimento esplicito alla “ formazione
generale ”, etica in particolare. b) Sottolineano più la solidarietà all’interno del
gruppo che l’autonomia personale. c) Sono più convinti dell’insegnante dell’efficacia
del metodo, anche per le revisioni prima dell’esame. |
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II. Conclusioni personali
degli utilizzatori della cassetta
e del libretto d’autoformazione
SCHEDA N°6/6
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
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1.
All’inizio del lavoro su questa cassetta di autoformazione e sul suo Libretto,
avete fatto due fotocopie del questionario iniziale e ne avete riempita
una. Riempite adesso la seconda senza guardare ciò che avete scritto
sulla prima. |
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2.
Paragonate
punto per punto i due questionari, tentando di valutare da soli ciò che
si è modificato nelle vostre conoscenze, rappresentazioni e atteggiamenti
personali riguardo alla pedagogia differenziata: a) Come
la definite? Che cosa vi sembra caratterizzarla? b) Sarebbe piaciuto anche a voi imparare così? c) Vi
sembra indispensabile per gli studenti? Perché? d) Quali
sono le condizioni che vi sembrano necessarie o auspicabili per
applicarla? e) Quali
effetti pensate possa dare? f)
Pensate
di utilizzarla nelle vostre classi? Naturalmente
quest’ultima attività del Libretto di autoformazione non ha soluzione. |
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Questa attività potrà essere fatta prima
individualmente, poi in piccoli gruppi e infine nel gruppo classe
cominciando con un resoconto fatto dal portavoce di ogni piccolo gruppo. |