PARTE n° III - TEMi
TRASVERSAli - AUTONOMIzzAzIONe
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– Obiettivi. – Aiuti e guide 1/1. – Programmazione. – Consegne 2/3. – Valutazione 2-3/3. |
– Recupero 2/2. – Ambiente 3-4/4. – Metacognizione 3-4/4. – Conclusioni1/5 e 2/5. |
Fiche N°1/3
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Olanda |
olandese |
francese |
intervista
insegnante |
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
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– Ambiente. |
CONTESTUALIZZAZIONE
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Questa intervista è stata fatta all’Istituto
polivalente Het Vlietland College (Olanda) in cui si applica la
pedagogia del lavoro autonomo. Tutti gli insegnanti di lingua (inglese,
francese, tedesco) utilizzano il libro di testo Omnibus, concepito
specialmente per applicare la pedagogia differenziata preconizzata dai
programmi ministeriali. In ogni unità didattica di questo libro di testo
sono proposte tre serie di attività differenti (identificabili dai
diversi colori) fra le quali lo studente sceglie in funzione dei suoi
interessi, del suo livello o del suo ritmo di apprendimento. |
TrascriZionE originale francese |
TRADUZIONE |
PV. – Alors, Madame, comment est-ce que vous êtes
parvenue à cette nouvelle méthodologie de l’étude des langues ? PH. – Oui, c’est une conception que l’on a en ce
moment aux Pays-Bas. C’est une évolution qui va vers l’autonomisation
des élèves. Dans les classes de première et deuxième et même troisième
année, le but est un peu différent que pour les grands… quand ils
commencent à apprendre une langue, on ne peut complètement les
autonomiser, mais dans les classes de 4e, 5e et même
6e année, les enfants, les élèves travaillent surtout tout
seuls. Alors ils choisissent la matière, le livre ou le sujet dont ils
ont envie, ou qu’ils trouvent facile, ou qu’ils trouvent agréable à
faire ; l’importance d’une telle façon de travailler est que
l’élève apprend beaucoup mieux parce qu’il travaille sur ce qu’il
aime à ce moment-là ; il apprend aussi à être autonome, à
travailler tout seul et ce sera utile quand il sera plus grand. |
PV. – Allora, come è giunta a questa nuova
metodologia dello studio delle lingue? PO. – Sì, è una concezione che si ha in questo
momento in Olanda. E’ un’evoluzione che va verso l’autonomizzazione
degli studenti. Nelle classi prime, seconde e anche nelle terze, lo scopo
è un po’ diverso da quello che si ha per i grandi... quando cominciano
ad imparare una lingua, non si possono autonomizzare del tutto, ma in 4°,
5° e anche 6° anno, i ragazzi, gli studenti lavorano soprattutto da
soli. Allora scelgono la materia, il libro o l’argomento che li
interessa, o che trovano facile, o che trovano piacevole da fare;
l’importanza di questo modo di lavorare sta nel fatto che lo studente
impara molto meglio perché lavora su ciò che in quel momento gli piace;
impara anche ad essere autonomo, a lavorare da solo e questo gli sarà
utile quando sarà più grande. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
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1. Ritrovate nel testo dell’intervista le tre
espressioni che corrispondono al campo lessicale dell’autonomia con il
contesto sufficiente per far rilevare alcuni aspetti essenziali di questa
“ nuova metodologia ” ai quali implicitamente ci si
riferisce. |
1. a) “ verso l’autonomizzazione degli
studenti ”, b) “ non si possono autonomizzare del
tutto ”, c) impara anche ad essere autonomo ”. L’insegnante fa così riferimento, in modo implicito,
ai tre aspetti essenziali che sono, rispettivamente: a) l’autonomia
come processo; b) l’autonomia come progetto volontaristico degli
insegnanti, e la nozione del grado di autonomie (che piò essere più o
meno elevato) ; c) l’autonomia come competenza acquisita, o in
via di acquisizione. |
Questa scheda, che corrisponde ad un’intervista molto
breve, potrà essere lavorata molto rapidamente, come prima
sensibilizzazione a un argomento che sarà ampliato e approfondito nelle
due sequenze seguenti. |
2. Quali sono i comportamenti osservabili degli studenti
che l’insegnante considera caratteristici dell’autonomia? |
2. Comportamenti osservabili: a) “ Gli studenti lavorano soprattutto da soli ” :
lavoro individuale o in gruppo senza l’insegnante. b) “ Scelgono la materia, il libro o
l’argomento che li interessa, o che trovano facile, o che trovano
piacevole da fare ” : scelta dei contenuti e dei supporti ,
responsabilità di queste scelte. |
Si potrà chiedere ai corsisti di descrivere le
condizioni materiali necessarie all’applicazione di questa pedagogia
dell’autonomia, ed anche le esigenze in termini di formazione degli
insegnanti. Questo lavoro seguirà (o preparerà, secondo l’ordine
adottato) quello previsto nella rubrica Ambiente. |
3. L’insegnante afferma che “ non si
possono autonomizzare del tutto gli studenti nei primi anni di
apprendimento ”. Quali possono essere le ragioni di questa
affermazione? Le condividete? |
3. Possibili ragioni: a) Dato che gli studenti sono più
giovani, non hanno la maturità psicologica e cognitiva sufficiente per
assumere interamente le loro responsabilità. b) Poiché iniziano
l’apprendimento, hanno bisogno di un aiuto costante e di guide precise.
c) L’autonomia è un processo (autonomizzazione), e perciò bisogna
costruirla (l’autonomia non si impone, ma si acquisisce). Si possono condividere queste regioni. Del resto, in
questa scuola olandese, anche gli studenti dell’ultimo anno sono
regolarmente riuniti per lezioni complementari di insegnamento collettivo. |
Da notare che in Scozia la pedagogia differenziata non
è più utilizzata con gli studenti più giovani sistematicamente come
qualche anno fa (vedere l’ultima parte della scheda 4/4). |
4. Rileggete nel Glossario la definizione dei termini
“ obiettivo ” e “ finalità ”. Quali parole
dell’insegnante corrispondono a una finalità del processo di
autonomizzazione degli studenti nello studio della lingua straniera? A che
cosa corrisponde esattamente questa finalità? |
4. “ Lo studente impara a lavorare da solo questo
gli sarà utile più tardi. ” Questa finalità è ben esplicitata nel testo finale
della Conferenza del Consiglio d’Europa che si è tenuta a Klemskerke
(Belgio) dal 26 al 27 novembre 1972, in cui si afferma che: “ il
procedimento autonomo […] deve […] facilitare l’apprendimento e
fornire i metodi necessari per l’educazione permanente. ”. |
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SCHEDA N°2/3
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Finlandia |
finlandese |
inglese |
intervista
studenti |
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
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-
Ambiente. |
CONTESTUALIZZAZIONE
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Questa
intervista fatta a studenti è stata realizzata in Finlandia in una scuola
secondaria sperimentale di 360 studenti, Mankkaa School. Questa
scuola accoglie studenti dai 13 ai 16 anni che preparano la Upper
comprehensive school ( gli ultimi tre anni dell’insegnamento
obbligatorio finlandese). Comprende una classe internazionale, una “ classe
media “ e infine una “ classe virtuale ” (di
cui fanno parte le due studentesse qui intervistate). La scuola partecipa
al Global Citizen Projet delle Nazioni Unite, che permette agli
studenti di presentarsi al Global Citizen Maturity Test, al
quale partecipano studenti di tutto il mondo. La
“ classe virtuale ” lavora su progetti scelti dagli studenti
stessi, che essi portano a termine in gruppi. Una volta terminati i
progetti vengono presentati a tutta la classe che partecipa, con
l’insegnante, ala valutazione. I criteri di valutazione considerano la
lingua, il lessico, la pronuncia, il body language, l’umorismo,
il contenuto e l’effetto globale prodotto. In oltre, ogni studente
partecipante consegna un commento personale scritto all’insegnante che
ne tiene conto nella propria valutazione finale. Infine, uno studente
della classe è incaricato di mettere le presentazioni dei progetti homepage
della scuola (
www.mankkaaya.fi
). In
Finlandia, date le grandi distanze tra gli abitanti, lo stato ha
sviluppato da molto tempo l’insegnamento a distanza. Gli studenti sono
quindi abituati alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. |
TrascriZionE originale inglese |
TRADUZIONE |
T. – Good morning to you. S. – Good morning. T. – It's an honour to have a short interview with you,
because I would like to know something about Mankkaa School… and.
you have been here for how many years? S. – Two and a half years. T. – Two and a half years. And what class are you? S. – 8V. T. – 8V. I was told that “8V” stands for "Virtual
Class". S. – Yes. T. – But first, your names? S. – My name is Marian and (…). T. – I see. Why is it called "the Virtual
Class"? S. – Because we can do independent work at home, or at
school. Or at friends, everywhere. And teachers trust us, that we do our
own work and that we do it well, and they know they don't have to be
behind us watching us like right now, and we can do it at home, in the
library, or somewhere else. T. – So you use the library? S. – Yes, very much and the Internet. T. – But I've always had the impression that students
get lost in the Internet, there's so much in the Internet also in the form
of entertainment. I mean, it's very hard to keep your responsibility and
to do something useful. S. – No, because we can surf in the Internet at home
and if we have our work to do we do it. T. – Could you tell me what useful things you've done
with the Internet for school? May be for projects or other things. S. – Yes, we had a big project last year, we had a
water project, it was an international project. And this year we have a
forest tree project. It's also international. We have done some home pages
in the Internet and… and... T. – Could you tell me what the forest tree project is
about? S. – Yes, we asked some questions about forests from
the other schools and… T. – What d'you mean "the other schools"? S. – Like our friend schools, I mean, around the
world, some schools we know, like in Italy, the Netherlands, and in
America, everywhere. T. – And if you ask something from the students
overthere, they give you information? S. – Yes, and we put it in our page and there's also
some information about things about forests. T. – And what have you learnt from this project? What
are you learning from this project like forest trees or water? S. – We learn very much about projects, and water, and
also that independent work we have to do, and that teachers really trust
us that we do that and it gives us the responsibility for what we learn.
We meet different people from all over the world and get many letters and
e-mail and we get new friends. T. – Yes, yes, well the school has many international
contacts, hasn't it? S. – Yes, yes. T. – D'you like that? S. – Of course. We are going to Austria next month. T. – What are you going to do there? S. – Well, we have our
friend school there, and we work with them. And then we'll visit Vienna
and we'll go to hiking with them, and… T. – I see. And if you have a project just like forest tree
you're doing for your school or are there any other schools in the world
that do the same and you exchange ideas. S. – Yes. T. – How? S. – By e-mail and letters and like I said those
questions. T. – Yes, I see. |
P.
– Buongiorno. S.
– Buongiorno. P.
– E’ un onore per me avere un breve incontro con voi, perché mi
piacerebbe conoscere un po’ Mankkaa School… e da quanti anni
siete qui S.
– Due anni e mezzo. P.
– ... due anni e mezzo. E in che classe siete? S.
– 8V. P.
– 8V. Mi hanno detto che “ 8V ” vuol dire “
classe virtuale ” S.
– Sì. P.
– Ma, tanto per cominciare, i vostri nomi? S.
– Mi chiamo Marianne. E (…). P.
– Bene. Perché chiamano la 8V “ classe virtuale ”? S.
– Perché possiamo fare un lavoro autonomo a casa o a scuola. O a casa
dei nostri amici, dovunque! E gli insegnanti ci danno fiducia che facciamo
da soli il nostro lavoro, e che lo facciamo bene, e sanno che non hanno
bisogno di starci sempre dietro a guardare come vede ora, e possiamo farlo
a casa, alla biblioteca o in qualsiasi altro posto. P. – Quindi
utilizzate la biblioteca? S. – Sì, molto,
e Internet. P. – Ma ho sempre
avuto l’impressione che gli studenti si perdessero in Internet. Ci sono
tante di quelle cose in Internet, e anche tante occasioni di divertirsi!
Voglio dire che è proprio difficile rimanere seri e fare qualche cosa di
utile. S. – No, perché
possiamo navigare in Internet a casa, e se abbiamo un lavoro da fare lo
facciamo. P. – Potreste
dirmi che genere di cose utili avete realizzato con Internet per la
scuola? Forse dei progetti o altre cose? S. – Sì, l'anno
scorso abbiamo avuto un grande progetto, un progetto sul tema
dell’acqua, era un progetto internazionale. E quest’anno abbiamo un
progetto su un albero della foresta. Anche questo è un progetto
internazionale. Abbiamo realizzato alcune “ home pages ” su
Internet e… e... P. – Potreste
dirmi in che cosa consiste questo progetto su un albero della foresta? S. – Sì, abbiamo
fatto domande sulle foreste ad altre scuole e... P. – ... cosa
vuol dire “ altre scuole ”? S. – ... come
scuole nostre amiche in ogni parte del mondo. Ne conosciamo in Italia, in
Olanda, in America, dovunque. P. – E quando
fate delle domande agli studenti di quelle scuole, questi vi danno delle
informazioni? S. – Sì, certo.
E mettiamo questi dati sulla nostra pagina e ci sono anche informazioni
sulle foreste. P. – E che cosa
avete imparato con questo progetto? Che cosa imparate con questi progetti
sulle foreste o sull’acqua? S. – Con questi
progetti impariamo molto, a proposito dell’acqua e anche con il lavoro
personale che dobbiamo fare, e i nostri insegnanti ci danno fiducia. Penso
che questo ci rende responsabili in tutto quello che impariamo.
Incontriamo persone di tutte le parti del mondo, riceviamo molte lettere,
messaggi e-mail e ci facciamo nuovi amici. P. – Sì, sì,
credo che la vostra scuola abbia anche molti contatti internazionali,
vero? S.
– Sì, sì. P.
– E vi piace? S.
– Naturalmente. Partiamo per l’Austria il mese prossimo. P.
– Che cosa ci andate a fare? S.
– C’è la nostra scuola amica e andiamo a lavorare con loro. E poi
visiteremo Vienna e andremo a giro con loro, e... P.
– Bene. E se avete un progetto, come quello delle foreste, è solo per
la vostra scuola o ci sono nel mondo altre scuole che fanno la stessa
cosa, e vi scambiate idee sull’argomento? S.
– Sì. P.
– In che modo? S.
– Per e-mail, e per lettera, come le ho già detto. P.
– Ah sì, ho capito. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
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1. Leggete la definizione della parola “ autonomia ”
data nel Glossario, poi visionate di seguito le due sequenze che
corrispondono alle schede 2/3 e 3/3. |
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Le registrazioni 2/3 e 3/3 si susseguono: sono state
filmate dallo stesso insegnante visitatore nella stessa scuola, e nella
stessa classe nella quale è applicato lo stesso tipo di pedagogia (detta
in Francia “ pedagogia di progetto ”). Considerando l’interesse di ogni registrazione,
abbiamo orientato la prima scheda sui principi applicati in questo tipo di
pedagogia, e la seconda sulle condizioni della sua applicazione, ed anche
su considerazioni generali. |
2. Quali sono le frasi e le parti di frasi pronunciate
da questi studenti che ci fanno pensare che esse abbiano un alto grado di
autonomia? |
2. Frasi caratteristiche: - “ Possiamo
fare un lavoro autonomo a casa o a scuola. O a casa dei nostri amici,
dovunque!. ” - “ Gli
insegnanti (…) sanno che non hanno bisogno di starci sempre dietro … ” - “ …
se abbiamo un lavoro da fare lo facciamo. ” - “ [Questi
progetti] (…) questo ci rende responsabili in tutto ciò che impariamo. ” |
|
3. Qual è la sensazione dominante negli studenti, e la
sensazione dominante negli insegnanti, sensazioni che appaiono in queste
frasi e che definiscono bene il contesto psicologico del lavoro autonomo? |
3. Per gli studenti, senso di responsabilità nei
confronti di loro stesse e del lavoro da fare, per gli insegnanti, fiducia
negli studenti. |
|
4. Per descrivere la loro situazione, gli studenti
utilizzano l’espressione independent work. In realtà si tratta
di autonomia e non di indipendenza: che cosa si può
supporre infatti che facciano gli insegnanti perché ci sia sempre un
processo di insegnamento? |
4. a) Il dispositivo e l’ambiente corrispondenti al
“ lavoro autonomo ” sono stati proposti e applicati
dagli insegnanti. b) Si può supporre che gli argomenti siano stati scelti
dagli studenti in un elenco proposto dagli insegnanti (questa ipotesi è
confermata dall’intervista seguente: vedere scheda 3/3). c) Gli insegnanti rimangono sempre disponibili per
consigliare, guidare e aiutare gli studenti. d) Infine, anche se gli insegnanti hanno fiducia che gli
studenti facciano bene il loro lavoro, si può supporre che lo
controllino, probabilmente di tanto in tanto durante la realizzazione, o
almeno alla fine. |
|
5. Che cosa hanno in comune tutti questi progetti per
quello che riguarda le capacità richieste agli studenti?: |
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5.1 dal punto di vista della gestione
dell’informazione? |
5.1 Capacità di utilizzare lo strumento informatico per
cercare l’informazione, selezionarla, catalogarla organizzarla e
trasformarla. |
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5.2 dal punto di vista relazionale? |
5.2 Capacità di lavorare in gruppo (decidere in comune
il lavoro da fare, distribuirsi i compiti, mettere in comune le
informazioni raccolte, redigere in comune delle sintesi…); capacità di
stabilire e mantenere il contatto con interlocutori di tutti i paesi. |
|
6. Oltre alle capacità suddette, quali sono i grandi
obiettivi fissati dai responsabili di questa scuola con questo tipo di
pedagogia su progetti? |
6. Sviluppo negli studenti del senso di responsabilità
e dell’autonomia; formazione degli studenti alle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione; interdisciplinarità (per
esempio, il tema dell’acqua può essere trattato dal punto di vista
della fisica, della biologia, dell’ecologia, dell’economia...). |
|
7.
Quali “ valori ” umani fondamentali sembrano guidare la
filosofia di questa pedagogia? |
7. Si può pensare alla crescita personale,
all’apertura sul mondo, alla comprensione degli altri popoli, alla
tolleranza e alla solidarietà, all’apprendimento durante tutta la (lifelong
learning). |
Si potrà far notare ai corsisti che questi stessi
valori umani possono essere sviluppati anche in scuole che hanno mezzi più
limitati. |
SCHEDA N° 3/3
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Finlandia |
finlandese |
inglese |
Intervista
studenti |
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
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– Ambiente |
CONTESTUALIZZAZIONE
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Intervista realizzata nell’aula computer
dall’insegnante visitatore con due studentesse della “ classe
virtuale ” di Mankkaa School, la scuola presentata nella
scheda precedente (Autonomizzazione 2/3). Generalmente i gruppi-classe sono formati da studenti di
vari livelli, ma la scuola applica il sistema del age level: un
solo insegnante ha la responsabilità di un gruppo di 7, 8 o 9 studenti,
cosa che gli dà la possibilità di seguire i progetti. Il finanziamento di questa scuola è assicurato dal
comune e da imprese locali. Nota bene: Le proposte di attività su questa sequenza suppongono
che si sia già visionata e lavorata la sequenza precedente
(Autonomizzazione 2/3). |
TrascriZionE originale inglese |
TRADUZIONE |
T.
– OK, do you're working on a… on a… Who are you? S.
– I'm doing a History project about space travels, and now I'm looking
for information on Neil Armstrong, the Sputnik and things like that. T.
– Right. And did you choose the subject yourself? S.
– Yes, we could choose among many subjects and I was interested in this
one. T.
– Could you mention other subjects the students are doing? S.
– American Presidents was one of the subjects and Germany after World
War, and… T.
– Right. The teacher gave you a list of subjects? S.
– Yes. T.
– And are you working on this subject alone? S.
– No, I'm working with my friend. T.
– Yes. Hello friend! What's you name? S.
– Nina (…). T.
– I beg your pardon. S.
– Nina (…). T.
– And what are you doing? I see you're writing an e-mail. S.
– Yes, I'm asking a man who knows about, something about space... T.
– How did you get his name and address? S.
– It was on the news page. T.
– I see, and now what question are you asking him? S.
– Something if he could tell us something new about space. T.
– Like the ice on the moon? S.
– Yes... A meteorite. T.
– How's this meteorite coming to the earth? Will it collide to the
earth, what’d you think? S.
– I don't think so. T.
– What's the latest news? S.
– May be... it’s not sure. We can only confirm it by the year 2002.
Then it's sure! T.
– Yes. Is it big this asteroid? S.
– Yes, it's quite big. T.
– What diameter? S.
– I don't know about that! |
P. – Bene, stai lavorando su… su... Chi sei? S. – Faccio un progetto su di un argomento di storia,
i viaggi nello spazio, e adesso cerco informazioni su Neil Armstrong, lo
sputnik e cose di questo genere. P. – OK. E hai scelto l’argomento da sola? S. – Sì. Scegliamo tra un sacco di argomenti e questo mi ha
interessata. P. – Puoi citare altri argomenti su cui gli studenti
stanno lavorando? S. – I Presidenti degli Stati Uniti, era uno degli
argomenti, ma anche la Germania dopo la seconda guerra mondiale e... P. – OK. Il vostro insegnante vi ha dato un elenco di
argomenti? S. – Sì. P. – E tu lavori su questo argomento da sola? S. – No, lavoro con la mia amica. P. – Sì. Ciao! Come ti chiami? S. – Nina (…). P. – Prego? S. – Nina (…). P. – E cosa fai? Vedo che stai scrivendo un e-mail... S. – Sì, faccio domande a qualcuno che sa delle cose
sullo spazio... P. – Come hai ottenuto il suo nome e il suo indirizzo? S. – Era
sulla pagina delle news. P. – Ho capito. E adesso, che domanda gli stai
facendo? S. – Se può dirci qualche cosa di nuovo sullo spazio. P. – Come il ghiaccio sulla luna? S. – Sì, c’è un meteorite che si dirige verso la
Terra. P. – Sì. Si schianterà contro la terra? Cosa ne
pensi? S. – No, non credo. P. – Quali sono le ultime notizie sull’argomento? S. – Può toccare la terra, ma non è certo. Potremo
confermarlo nel 2002. Allora sarà certo! P. – Ah, sì! E’ grande questo asteroide ? S. – Sì, abbastanza grande. S. – Che diametro ha? S. – Questo non lo so davvero! |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
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1. Quali sono le condizioni
materiali necessarie per l’applicazione istituzionale di “ pedagogia
su progetto ”? |
1. Occorrono condizioni materiali che potranno sembrare
eccezionali in rapporto alle situazioni che prevalgono ancora oggi nella
maggior parte dei paesi europei, in particolare: - un
gran numero di computer; - un
gran numero di connessioni parallele a Internet; - una
grande disponibilità dei computer, il che suppone parecchie aule,
personale di sorveglianza, un dispositivo di manutenzione tecnica
permanente; - una
grande disponibilità degli insegnanti stessi, il che suppone uno statuto
adatto... e buone condizioni di lavoro in sede. |
Nota bene: Questa scheda potrà essere utilizzata con profitto
all’interno della rubrica Ambiente: infatti le prime due domande si
riferiscono rispettivamente ai fattori materiali e ai fattori psicologici
dell’ambiente dell’insegnamento/apprendimento. |
2. Quali prerequisiti devono avere gli insegnanti per
poter praticare questa pedagogia dell’autonomia? In quali nuovi settori
dovranno essere formati in modo particolare? |
2. Si pensa in particolare ai seguenti settori: il
lavoro in équipe, la realizzazione di progetti, la pedagogia
differenziata, il sostegno metodologico, il sostegno per la ricerca di
materiali, l’autovalutazione e le nuove tecnologie. |
|
3. Oltre a nuove competenze tecniche, quali nuovi
atteggiamenti richiede agli insegnanti questa nuova pedagogia? |
3. Devono accettare di non avere più il controllo dei
contenuti dell’informazione (non sono più i soli detentori del sapere,
e possono imparare dai loro studenti). Devono saper rinunciare al loro
ruolo di insegnanti per diventare persone risorse a cui gli studenti di
rivolgeranno in caso di necessità. Devono relativizzare l’importanza
della loro materia (vedere più avanti le implicazioni di questa pedagogia
dell’interdisciplinarità). |
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Le risposte proposte qui di seguito integrano le
constatazioni pragmatiche fatte dai responsabili di questa scuola; si
confronteranno con quelle dei corsisti: a) La matematica e le scienze sono un po’ sacrificate. b) La grande quantità di informazioni raccolte non ne
garantisce né la qualità, né la pertinenza. Rende più difficile
l’originalità del lavoro fatto, il suo rigore, l’approfondimento
della riflessione personale, e rende più difficile il rispetto dei
programmi ministeriali. c) Questa pedagogia ottiene migliori risultati con le
ragazze che con i ragazzi. Gli studenti più deboli si scoraggiano meno,
ma i migliori hanno l’impressione che non faccia al caso loro. Infine ci
sono poche possibilità di cambiare livello. (Da notare che il direttore
della scuola considera che sarebbe meglio costituire gruppi di livello
avanzati/deboli). Tutti questi rischi e questi inconvenienti non
costituiscono riserve o critiche nei confronti della “ pedagogia su
progetto ” per come è applicata in questa situazione, ma spingono
a tenere conto delle particolari esigenze che essa implica. |
Si potrà chiedere ai corsisti di riflettere sui rischi
particolari e sugli inconvenienti già riscontrati di questo tipo di
pedagogia, legati in particolare: a) al fatto che le informazioni disponibili su Internet
riguardano più certe materie scolastiche di altre; b) al fatto che queste ricerche riguardano nello stesso
tempo materie diverse (interdisciplinarità), e che gli studenti hanno
accesso a un’enorme quantità di informazioni; c) infine, al fatto che gli studenti dispongono fin
dall’inizio di un alto grado di autonomia. |