Parte n°
III – Temi trasversali – metacognizione
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– Valutazione 2/2. – Valutazione 3/3. – Recupero
2/2.
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SCHEDA
n° 1/4
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Belgio |
francese |
spagnolo |
2e
anno |
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Portogallo |
portoghese |
inglese |
5e
anno |
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
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– Valutazione. – Metodi. |
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PRESENTAZIONE:
LA METACOGNIZIONE
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Eccezionalmente
in questo caso proponiamo di visionare in un primo momento le due sequenze
citate sopra una dopo l’altra, in modo da fare una prima serie di
attività riferite alla nozione “ metacognizione ”. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
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1. Visionate una dopo l’altra le due sequenze. Se
necessario leggete le trascrizioni corrispondenti. |
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2. Definite con una frase il contenuto di ogni sequenza
(tipo di attività, obiettivo dell’insegnante). |
2. Sequenza 1: L’insegnante dà all’insieme della classe le consegne
per il lavoro che ha previsto e verifica che siano state ben comprese
dagli studenti. Sequenza 2: Si tratta di una plenaria orale collettiva
sotto la direzione dell’insegnante, con l’obiettivo di valutare una
sequenza già realizzata. |
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3. Che cosa hanno in comune queste due sequenze?
Ritrovate la tecnica particolare che è utilizzata da ognuna delle due
insegnanti. |
3. Ogni insegnante fa riflettere gli studenti sul
procedimento (articolazione dei compiti in successione) da realizzare o
realizzato, e chiede di esporlo. |
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4. Che cosa pensate di questa tecnica? La utilizzate o
la utilizzereste nelle vostre classi? Perché? |
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I settori sono: gli obiettivi,
i supporti, i metodi e la valutazione. |
Si potrà chiedere ai corsisti, dopo aver nuovamente
visionato ogni registrazione, di ritrovare i settori (obiettivi, metodi,
ecc.) affrontati oltre a quello del procedimento. Altrimenti si potranno dare subito i vari settori e
chiedere ai corsisti di trovare un esempio corrispondente in una o
nell’altra registrazione.. |
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5. Secondo voi perché i professori fanno spesso
riflettere così gli studenti e li portano a verbalizzare queste
riflessioni? ATTENZIONE : Prima di passare alla domanda seguente, leggete
la soluzione corrispondente a questa domanda 5 (con il rinvio al termine
“ metacognizione ” nel Glossario). |
5. La ragione è da ritrovare nelle ipotesi avanzate dai
partigiani delle “ attività metacognitive ”
nell’apprendimento delle lingue straniere: vedere queste ipotesi nella
definizione del termine “ metacognizione ” nel Glossario. |
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6. A quali altri settori dell’insegnamento/
apprendimento delle lingue si applica già correntemente la
concettualizzazione? |
6. Alla grammatica, come nel caso in cui si chiede agli
studenti di indurre una regola sintattica o una regolarità morfologica
partendo da esempi. Ma si possono far riflettere gli studenti su tutti gli
altri settori dell’insegnamento/apprendimento: il lessico, la fonetica,
la cultura… |
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Le due insegnanti: –
Utilizzano il “ metodo attivo ”: vogliono che siano
gli studenti stessi a enunciare le idee, anche se per ottenere ciò devono
guidarli molto da vicino, fino
a dare, in alcuni momenti, l’impressione di manipolarli. – Danno una grande importanza al fatto che gli
studenti capiscano il procedimento da realizzare, cioè la natura e
l’articolazione dei vari compiti che sono stati fissati. In queste due registrazioni la reale autonomia degli
studenti è molto limitata, in quanto non si confrontano con una vera e
propria “ soluzione di problemi ”, che presupporrebbe che
essi stessi definissero le procedure in funzione degli altri parametri
(obiettivo fissato, risultato atteso, dispositivi adoprati, mezzi da
sfruttare, criteri di valutazione definiti). Questa forte limitazione dell’autonomia in queste due
registrazioni non deve essere considerata come una critica alle due
insegnanti: l’autonomia è in realtà un processo (“ di
autonomizzazione ”) durante il quale solo l’insegnante, che
conosce i propri studenti, può valutare la quantità di aiuti e di guide
che è ancora necessaria per loro. |
Si potrà far tornare nuovamente i corsisti ad un lavoro comune sulle due schede,
con l’obiettivo di far emergere – al di là di tutto quello che le
differenzia – le strategie di insegnamento comuni. |
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SCHEDA n° 2/4
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Belgio |
francese |
spagnolo |
2e
anno |
|
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
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– Consegne. |
CONTESTUALIZZAZIONE
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In questa sequenza l’insegnante dà agli studenti le
consegne per il lavoro che devono fare. Si ritrova la stessa insegnante
nella sequenza Recupero 1/1. |
TrascriZionE originale
francese
L1, spagnolo L2 |
TRADUZIONE |
P. – No tenéis que empezar hasta que os digo lo que
tenéis qué hacer. Por favor, ocultar la hoja : vuestro compañero no
tiene que ver la hoja. Entonces, el alumno que tiene la historia… Se trata de
la historia de un Príncipe, que se llama el Príncipe Gordilonio.
Entonces, el alumno que tiene la historia escrita, se la va a contar al
otro, pero teniendo que poner los verbos en pasado. ¿De acuerdo? La
historia está en presente, la tenéis que contar en pasado. Entonces en
pasado: en imperfecto y en “passé simple”. El alumno que tiene la
historia desordenada –las viñetas están desordenadas– va a
escucharlo y va a ordenar las viñetas. Y después, para comprobar que lo
tiene correcto, una vez que el alumno ha ordenado las viñetas, le va a
contar de manera resumida la historia del Príncipe Gordilonio. ¿Está claro? A ver… Quién quiere explicar… a ver…
Noemi. ¿Qué hay que hacer? Puedes decirlo en francés. E.
– … P.
– Tu vas mettre les… Mais comment tu vas les mettre dans l’ordre ? E.
– … P. – Oui, mais par quels moyens, comment tu sais,
comment tu dois mettre dans l’ordre l’histoire ? Qu’est-ce que
Julie va faire ? Qu’est-ce que va faire la personne qui a l’histoire
écrite ? E. – … La personne qui a l’histoire va la raconter
au passé et… P. – Voilà,
il va la raconter, il va mettre les verbes au passé, et il va aussi
ajouter les connecteurs et les marques du temps qui ne se trouvent pas
dans le récit et que vous avez pour vous aider dans le petit cadre, mais
c’est plus détaillé ici. Donc mettre les verbes au passé, et ajouter
les connecteurs et les marques du temps. E. – … P. – alors… la remettre dans l’ordre [l’histoire],
et puis, qu’est-ce qu’on fait pour vérifier que l’ordre est correct ? E. – On la raconte… P. – Voilà, on la raconte en résumé. Et seulement
à la fin vous regardez, vous vérifiez quel ordre était exact |
P.
‑ Non dovete cominciare prima che vi abbia detto quello che dovete
fare. Per
favore, coprite il vostro foglio: il vostro compagno non deve vedere il
foglio. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
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1. A quale fase cronologica
della sequenza di pedagogia differenziata corrisponde questa
registrazione?
|
1.Proprio all’inizio di una sequenza, alla fase delle
consegne iniziali. |
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2. Quali sono i due principali
obiettivi dell’insegnante nella fase registrata?
|
2. In primo luogo vuol spiegare agli studenti come si
organizza la sequenza, in secondo luogo vuole assicurarsi che abbiano
capito. |
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3. Perché ad un certo momento
l’insegnante passa dalla L2 (la lingua insegnata, lo spagnolo) alla L1
(la lingua materna degli studenti, il francese)?
|
3. Vuole verificare che le consegne che ha dato in
spagnolo siano state ben comprese. |
Si potranno chiedere ai corsisti le loro reazioni
personali di fronte a questa “ alternanza di codice ”
(L1/L2). |
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In una fase in cui l’obiettivo è la comprensione del
messaggio (in questo caso le consegne), il controllo attraverso il
passaggio alla L1 è estremamente razionale a partire dal momento in cui
l’insegnante può avere dubbi (come sembra in questo caso) sulla qualità
della comprensione. |
Si potrà anche chiedere ai corsisti di esprimere le
loro ipotesi sul giudizio che può dare un formatore su questa alternanza. |
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Quando vuole controllare la comprensione di una parola o
di un’espressione sconosciuta, oppure di una frase o di un insieme di
frasi. |
Si potrà chiedere ai corsisti in quali altre situazioni
un insegnante può essere portato ad utilizzare la L1 per il controllo
della comprensione. |
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4. Nella seconda fase in L1
(francese), è data una nuova consegna che non appare nella fase iniziale
in L2 (spagnolo). Quale?
|
4. Si tratta della consegna che riguarda l’inserimento
dei connettori e degli indicatori di tempo. (Il “ riquadro ”
a cui si fa allusione appare sui fogli distribuiti agli studenti. “ qui ”,
nel discorso dell’insegnante, corrisponde alla lavagna.) |
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5. Per quale ragione
l’insegnante si dilunga sulle consegne nelle due fasi, e assicura una
ripetizione interna delle consegne all’interno di ogni fase?
|
5. Considera – molto giustamente – che la procedure
proposta è complessa, difficile da capire da parte degli studenti,
soprattutto se, come sembra, non sono abituati a questo tipo di attività. |
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Pochi studenti hanno partecipato alla riformulazione delle consegne in
francese. Si può quindi prevedere che l’insegnante: – passi da un gruppo all’altro per ripetere le
consegne e assicurarsi che ogni studente abbia capito il suo ruolo; – osservi lo svolgimento dell’attività per
vedere se il procedimento è rispettato e intervenga immediatamente in
caso di necessità.. |
Si potrà chiedere ai corsisti se queste tecniche di
spiegazione (ripetizione interna ad ogni fase e insistenza in una fase e
nell’altra) saranno sufficienti e che cosa in più farà probabilmente
l’insegnante durante il lavoro di gruppo. |
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SCHEDA n° 3/4
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Portogallo |
portoghese |
inglese |
5e
anno |
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
|
– Valutazione. - Autonomizzazione. |
CONTESTUALIZZAZIONE
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Si tratta di un progetto di classe sul macro tema
dell’ “ identità ”. Gli studenti hanno formato i
gruppi autonomamente. L’insegnante ha dato suggerimenti per
l’utilizzazione del materiale video. Gli obiettivi sono di tipo
linguistico, tecnico (realizzazione di un video), di creatività e di
socializzazione. All’interno di ogni gruppo gli studenti hanno avuto
delle responsabilità differenti, sulla base delle competenze di ognuno.
Il lavoro è stato presentato in classe da ogni gruppo. La valutazione è
stata in un primo momento collettiva (sequenza filmata), poi individuale
mediante una griglia riprodotta in Allegato. |
TrascriZionE originale
portoghese
L1, inglese L2 |
TRADUZIONE |
T.
– I’d like you to explain what kind of work this is, so what did
I ask to you? Will
you please tell us. So what did you have to do? What did I ask to prepare
for the beginning of this term? S.
– … a video about our identity…- … about your identity … S.
– … cultural identity T.
–
So I asked to produce some kind of work about identity. And why identity? S.
– Because we were studying … T.
– … we were studying that topic that was the issue of the whole second
term. So for the end of it you had to prepare a work on that. And
I made some requests, didn’t I? How should it be? S.
– A video tape. T.
– Yes, a video tape. How long? S.
– Fifteen minutes. T.
– A fifteen minutes video tape. And what else did I ask to do? How
should you do that? How? S.
– Anyway. S.
– … identity. T.
– Do you have an idea why did I ask you this? I mean why … I did …I
wanted you to show your own way. …I wanted you to present the meaning,
your own meaning, your idea of identity. And I wanted you to work as a
group. How did you get together in the groups? Did I decided that ? S.
– No. T.
– You decided. S.
– We had some problems. T.
– You discussed? S.
– Fighting! T.-You
made the groups yourselves? Yes, so were they homogenous or heterogeneous? S.
– Heterogeneous. T.
– That means what? S.
– Everybody is different. T.
– So you were different. You didn’t have the same abilities, the same
capacities, neither in English or the other different capacities. What
capacities did you need for this? S.
– How to film. T.
– Well, you needed to be creative, what else ? To know something about
the country. You needed to do some researches; did you do that? E.-
More or less. T.
– A little bit. How much of it did you do ? … It varies. You think it
is a good attack at the knowledge ? S.
– Yes. T.
– He gave it to you. So he was your source ? S.
– Yes. T.
– Do you mean that you co-operated according to the different abilities
you had in the group? S.
– Yes, someone knew how to do films, someone knew how to do research …
we put … T.
– You co-operated, you used different abilities you had not only in the
English but concerning everything. So should I ask how useful it was in
the end? S. – It was funny. T. – So you learned a few things ? S. – Yes. We learnt to do films and how to take a
camera. T. – You learnt technical things, you got some
knowledge at the issue you were working about. You learnt through
Emmanuel, didn’t you ? S. – Yes. T. – Each group now to say in a sentence what kind of
work you did, right ? |
P.
‑ Vorrei che spiegaste di che tipo di lavoro si tratta. Ditemi che
cosa vi ho chiesto. Volete dircelo? Che cosa dovevate fare? Che cosa vi ho
chiesto di preparare per l’inizio di questo trimestre? S.‑
... una cassetta video sulla nostra identità... P.‑
... sulla vostra identità... S.‑
... identità culturale. P.‑
Vi ho chiesto di fare un lavoro sull’identità. E perché l’identità? S.‑
Perché si stava studiando... P.‑ … si
stava studiando questo argomento che era la conclusione del lavoro fatto
durante tutto il secondo trimestre. Quindi per la fine del trimestre
dovevate preparare un lavoro su questo argomento. E vi ho fatto alcune
richieste, vero? Che cosa doveva essere? S.
‑ Una cassetta video. P.‑
Sì, una cassetta video. Di che durata? S.‑
15 minuti. P.‑
Una cassetta video di 15 minuti. E che cos’altro ho chiesto di fare?
Come dovevate farlo? Come? S.‑
Come volevamo. P. ‑
Dipendeva da voi, potevate scegliere quello che volevate fare e il modo in
cui farlo. Dovevate semplicemente riferirvi a… S.
‑ ... l’“ identità ”. P.-
‑Avete un’idea del perché vi ho chiesto questo? Voglio dire:
perché ho fatto questo? Volevo che metteste in valore le vostre
rispettive possibilità.... Volevo che presentaste il significato, il
vostro personale significato, la vostra idea di identità. E volevo che
lavoraste in gruppi. Come vi siete divisi in gruppi? Ho deciso io? S. ‑ No. P. ‑ Avete
deciso voi. S. ‑
Abbiamo avuto qualche problema. P. ‑ Ne
avete discusso? S. ‑ Ci
siamo picchiati! P. ‑ Avete
formato i gruppi sa soli? Sì. Ed erano omogenei o eterogenei? S. ‑
Eterogenei. P.
‑ Che cosa significa? S.
‑ Ognuno è diverso. P.
‑ Allora, voi eravate diversi. Non avevate le stesse abilità, le
stesse capacità, né in inglese, né altre capacità di tipo diverso. Di
quali capacità avevate bisogno per questo lavoro? S.
‑ Saper filmare. P.
‑ Bene. Dovevate essere creativi. Che cos’altro? Conoscere alcune
cose sul paese. Avete avuto bisogno di fare delle ricerche, le avete
fatte? S.-
‑Più o meno. P.-
‑Un po’. Quante ne avete fatte?… Dipende. Pensate che sia un
buon punto di partenza per imparare? S.
‑ Sì. P.
‑ Vi ha dato questo? Allora è stato la vostra fonte? S.
‑ Sì. P.
‑Volete dire che avete cooperato secondo le diverse abilità che
avevate nel gruppo? S.
‑ Sì, uno sapeva filmare, no sapeva come fare le ricerche,
abbiamo… P.-
‑ Avete cooperato, avete utilizzato le diverse competenze che
avevate, e non solo in inglese, in ogni campo. Vorrei
chiedervi se, tutto considerato, è stato utile. S.
‑ E’ stato divertente. P.
‑E avete imparato qualcosa? S.
‑Sì, abbiamo imparato a filmare e come utilizzare una cinepresa. P.
‑ Avete imparato degli aspetti tecnici, avete acquisito conoscenze
sull’argomento su cui avete lavorato. Avete imparato da Emanuel, vero? S.
‑ Sì. P. ‑ Ogni gruppo mi dice in una frase il tipo di
lavoro che ha fatto, d’accordo? |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI
|
FORMAZIONE
|
1.
Completate il seguente elenco, in modo da definire tutte le
caratteristiche che l’insegnante affronta nel corso di questa
registrazione riguardo al lavoro a cui si riferisce: a)
Obiettivo
(risultato atteso): … b)
Importanza:
… c)
Argomento:
… d)
Metodologie
consigliate: … e)
Dispositivo
imposto: … f)
Giustificazione
del dispositivo: … g)
Competenze
richieste: … |
1.
Elenco completo: a)
Obiettivo (risultato atteso): produzione di una cassetta video di
15 m. b)
Importanza: conclusione del lavoro di tutto il secondo trimestre. c)
Argomento: l’identità. d)
Metodologie consigliate: nessuna. e)
Dispositivo imposto: lavoro di gruppo. f)
Giustificazione del dispositivo: sfruttamento e valorizzazione
delle possibilità di ognuno attraverso la ripartizione dei compiti
all’interno i ogni gruppo. g)
Competenze richieste: sapersi esprimere oralmente in inglese, saper
filmare, essere creativi, sfruttare le conoscenze culturali, saper fare
ricerche. |
|
2.
Per quale ragione l’insegnante insiste sul modo in cui gli studenti
hanno costituito autonomamente i gruppi? |
2.
Vuole che prendano coscienza del fatto che hanno spontaneamente costituito
dei gruppi eterogenei in modo da avere in ogni gruppo le competenze
necessarie alla realizzazione del compito. Vuole anche mostrare loro
l’interesse che esiste nell’utilizzare al meglio le diverse competenze
di ognuno. |
Si
potrà far osservare che l’insegnante è relativamente direttiva nel
condurre questa sequenza, forse perché vuol convincere i suoi studenti
dei vantaggi del lavoro di gruppo, e , per questa ragione, è lei che
prende fortemente in mano la conduzione dell’argomentazione, rischiando
forse di orientare troppo gli studenti verso le risposte che aspetta,
limitando in questo modo l’efficacia dell’attività metacognitiva
realizzata. |
3.
Osservate il modello di scheda di autovalutazione personale del lavoro di
gruppo in Allegato. |
|
|
3.1.
Quali criteri della scheda di autovalutazione apparivano già nella
sequenza di valutazione collettiva orale? |
3.1.
La creatività, le ricerche, la cooperazione. |
|
3.2.
A che cosa corrisponde in questa scheda di autovalutazione il nuovo
criterio chiamato “ lingua ”? |
3.2.
Rimanda certamente all’efficacia del lavoro di gruppo per quel che
riguarda l’apprendimento linguistico (ciò suppone che i gruppi abbiano
utilizzato la lingua straniera come strumento di comunicazione interno
durante il lavoro di realizzazione della cassetta). |
|
3.3.
Che cosa pensate del fatto che nella prima parte della scheda ogni
studente valuti se stesso? |
3.3.
E’ interessante chiedere un’autovalutazione dettagliata per abituare
lo studente a questa capacità importante, in particolare per la sua
motivazione. |
|
3.4.
Che cosa pensate dell’idea di far valutare ad ogni studente anche gli
altri membri del suo gruppo? In quale modo l’insegnante potrà
utilizzare questa parte della scheda, e quali sono i vantaggi… e i
pericoli di questa operazione? |
3.4.
E’ certamente interessante per ogni studente confrontare la
rappresentazione che si è fatto del suo funzionamento nel gruppo con
l’immagine che gli altri ne hanno avuto: ciò permette una formazione
all’autovalutazione. Suppone anche che l’insegnante faccia, per ogni
studente, una sintesi delle valutazioni fatte dagli altri membri del suo
gruppo… e che le relazioni tra gli studenti siano serene, per evitare
che alcuni si offendano, o si sentano ingiustamente criticati. |
|
4.
Alcuni studenti italiani di secondo anno di lingua inglese che hanno
effettuato un’attività di gruppo simile a quella degli studenti
portoghesi, hanno fatto queste osservazioni finali sulla scheda in
questione: - E’
stato un esperimento molto importante per esercitarci nella comunicazione
in inglese. Io mi sono divertita tanto. -
E’ stato bello lavorare in gruppo, ci siamo aiutati a vicenda e ci
siamo divertiti un sacco. - E’ stata un’esperienza molto divertente.
|
|
|
4.1.
Confrontate queste osservazioni con quelle fatte oralmente dagli studenti
durante la plenaria: quale aspetto mettono maggiormente in evidenza? |
4.1.
Il piacere (alla domanda dell’insegnante portoghese “ Vorrei
chiedervi se tutto considerato è stato utile ”, la risposta di uno
studente è: “ E’ stato divertente ”). |
Si
potrà chiedere ai corsisti di riflettere sulla differenza di criteri di
valutazione fra l’insegnante e lo studente (utilità vs piacere). |
4.2.
Quale spiegazione si può dare di questo? |
4.2.
Si può desumere che gli studenti non hanno l’abitudine di lavorare in
gruppo. Studenti abituati al lavoro di gruppo avrebbero certamente messo
l’accento sull’efficacia. |
|
ALLEGATO (scheda
originale)
Personal
assessment (1 to 5)
Name:
……………………………………..…………… Class:
……………… Number: …………………… Date:
……………………………….
Creativity |
Research |
Organisation |
Cooperation |
Decision |
Responsibility |
Language |
General
appreciation |
|
|
|
|
|
|
|
|
Personal remarks:
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Group
assessment (1 to 5)
Name
|
Creativity |
Research |
Organisation |
Cooperation |
Decision |
Responsibility |
Language |
General
appreciation |
|
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|
Personal remarks:
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
ALLEGATO
Valutazione
personale (1 - 5)
Nome:
……………………………………..…………… Classe:
……………… Numero: …………………… Data:
…………………………….
Creatività |
Ricerche |
Organizzazione |
Cooperazione |
Decisioni |
Responsabilità |
Lingua |
Valutazione
generale |
|
|
|
|
|
|
|
|
Osservazioni personali:
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………..…………………………………
Valutazione
del gruppo (1 - 5)
Nome
|
Creatività |
Ricerche |
Organizzazione |
Cooperazione |
Decisioni |
Responsabilità |
Lingua |
Valutazione generale |
|
|
|
|
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|
|
Osservazioni personali:
……………………………………………………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………………………..…………………………………
SCHEDA
n° 4/4
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Belgio |
francese |
inglese |
intervista
studenti |
|
|
|
Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
|
– Dispositivi. - Lavoro
di gruppo. – Programmazione. – Autonomizzazione. |
CONTESTUALIZZAZIONE
|
|
L’insegnante della classe, alla presenza
dell’insegnante visitatrice, fa domande a due delle sue alunne a
proposito di una sequenza di lavoro di pedagogia differenziata che si è
svolta il giorno precedente. Questo tipo di intervista era stata richiesta
dagli esperti del PCE in modo da raccogliere“ a caldo ” la
valutazione di studenti che hanno partecipato ad una sessione di lavoro di
pedagogia differenziata. |
TrascriZionE originale francese
L1, inglese L2 |
TRADUZIONE |
P. – Est-ce que tu aimes travailler comme ça ? E1. – Oui. P.
– Pourquoi ? Tu peux expliquer ? E1. – Ben parce que on travaille en groupe, on sait
s’entraider… et voilà. P. – Oui… Qu’est-ce qui s’est passé exactement ?
Tu peux expliquer ? E1. – Ben… par exemple quand quelqu’un ne trouve
pas la réponse, on sait l’aider, et… P. – Et toi, Ange, est-ce que tu aimes travailler
comme ça ? E2. – Ben moi c’est presque la même chose que
Jennifer. C’est mieux de travailler en groupe parce que… c’est mieux
pour tout le monde. P. – Oui… Et pour toi ? Pourquoi est-ce que
c’est mieux de travailler en groupe ? Qu’est-ce qui se passe dans
le groupe ? E2. – Ben parce que… j’aime pas travailler toute
seule quand je travaille. J’aime mieux avec tout le monde, j’aime
travailler avec tout le monde parce qu’avec tout le monde, si je ne
comprends pas, on s’entraide et tout, comme ça, il y en a qui
m’aident bien. P. – Voilà, oui. Et qu’est-ce que tu crois avoir
appris, Jennifer, dans la leçon de mardi ? E1. – À interviewer quelqu’un, et à être
interviewé. P. – Et, qu’est-ce que tu aimerais encore apprendre
sur ce sujet ? E1. – … P. – Donc tu trouves que c’est… tu sais
interviewer, mais comment tu peux expliquer un peu comment ça s’est
passé ? Tu dis le travail en groupe, l’entraide, mais qu’est-ce
qui s’est passé exactement ? E1. – On était en deux parties, le groupe A et le
groupe B. Le groupe A devait faire les questions, et le groupe B y répondre. P. – Et puis qu’est-ce qui s’est passé ? E1. – Et puis alors on devait reformer nos questions
autrement et redonner des réponses courtes et des réponses longues. P. – Oui. Et à la fin de la leçon, Ange, qu’est-ce
qui s’est passé ? Qu’est-ce que le groupe B a dû faire aussi ? E2. – Le groupe B a dû inverser. P. – Il a dû aussi… E2. – … poser des questions. P. – Et quand il y avait des problèmes, quand les élèves
étaient bloqués, qu’est-ce qui s’est passé ? E2. – Il y en avait d’autres qui levaient le doigt
pour les aider. P. – Voilà ! OK ! Merci ! |
P. ‑
Ti piace lavorare così? S1. ‑ Sì. P. ‑ Perché? Puoi spiegarti? S1. :‑ Perché si lavora in gruppo, ci
si può aiutare… ecco. P. ‑ Sì…Che cosa è successo esattamente?
Puoi spiegarti? S1. ‑
Ecco… per esempio, quando qualcuno non trova la risposta, si può
aiutare e… P. ‑ E a te, Ange, piace lavorare così? S2. ‑
Per me è quasi come per Jennifer. E’ meglio lavorare in gruppo perché…
è meglio per tutti. P. ‑ Sì… E per te? Perché è meglio
lavorare in gruppo? Che cosa succede nel gruppo? S2. ‑ Ecco perché… non mi piace lavorare
da sola quando lavoro. Mi piace di più insieme agli altri, mi piace
lavorare tutti insieme perché con gli altri, se non capisco, ci si aiuta
ecco, così, ci sono alcuni che mi aiutano molto. P. ‑ Benissimo. E che cosa pensi, Jennifer, di
aver imparato nella lezione di martedì? S1. ‑ A intervistare una persona e a farmi
intervistare. P. ‑ E cos’altro ti piacerebbe imparare su
questo argomento? S1. ‑ … P. ‑ Quindi pensi che… sai intervistare, ma come
puoi spiegare un po’ come è successo? Dici … il lavoro di gruppo,
l’aiuto reciproco, ma che cosa abbiamo fatto esattamente? S1. ‑ Eravamo due gruppi, il gruppo A e il gruppo
B. Il gruppo A doveva fare le domande e il gruppo B rispondere. P. ‑ E poi cosa è successo? S1. ‑ E poi si dovevano formulare le nostre
domande diversamente e dare delle risposte brevi e delle risposte lunghe. P. ‑ Sì. E alla fine della lezione, Ange, che
cosa si è fatto? Che cosa il gruppo B ha dovuto fare, anche lui? S2. ‑ Il gruppo B ha dovuto invertire. P. ‑ Ha dovuto, anche lui … S2. ‑ … fare le domande. P. ‑
E quando c’erano dei problemi, quando gli studenti erano bloccati, che
cosa è successo? S2. ‑ Ce n’erano altri che alzavano la mano
per aiutarli. P. ‑ Bene! OK! Grazie! |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI
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FORMAZIONE
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1.
Qual è l’obiettivo dell’insegnante in questa conversazione?
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1.
Vuol sapere quale valutazione gli studenti danno della sequenza
differenziata realizzata in classe. |
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2.
Su quale idea l’insegnante inizia e conclude la conversazione? In che
modo si può spiegare?
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2. L’insegnante inizia e conclude la conversazione
sull’idea che la motivazione al lavoro di gruppo nasce dalla possibilità
di aiutarsi. Utilizza così una motivazione tipica degli studenti di
quell’età, che viene a trovarsi d’accordo sia con il dispositivo
privilegiato di realizzazione della pedagogia differenziata (il lavoro di
gruppo), sia con un valore educativo forte (la solidarietà). |
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3.
Trovate nella registrazione di questa conversazione l’enunciato
dell’obiettivo comunicativo. |
3.
“ […] intervistare una persona, e […] essere intervistato”. |
Si
potrà fare osservare che questo obiettivo comunicativo è messo in
secondo piano : nell’insegnamento scolastico, i professori mettono molto
spesso in primo piano il loro ruolo di educatori, prima di quello di
insegnanti di lingua. |
4. Trovate nella registrazione di questa conversazione
gli enunciati che indicano il procedimento seguito (successione e
organizzazione dei compiti). |
4. La domanda corrispondente dell’insegnante è
“ Che cosa è successo esattamente? ”. La risposta va
da S1.:“ Eravamo in due gruppi… ” a “ S2.:
“ …fare le domande ”. |
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5.
Quali sono gli altri argomenti che l’insegnante avrebbe potuto
affrontare se si fosse costantemente posta in una prospettiva cognitiva
(di riflessione degli studenti sul proprio apprendimento)? |
5.
Altri argomenti possibili: – le rappresentazioni che gli studenti hanno delle ragioni per cui
l’insegnante ha organizzato così questa lezione; – le
difficoltà incontrate dagli studenti durante il lavoro, come essi le
analizzano, quali conclusioni ne traggono per la successiva attività
dello stesso tipo; – le differenze di reazioni/comportamenti da un studente
all’altro durante questa lezione, come gli studenti interrogati le
spiegano e quali conseguenze ne traggono; - le rappresentazioni degli studenti di fronte a
questo tipo di attività: considerano che debba rimanere
eccezionale? Quali sono i vantaggi e gli inconvenienti potenziali? Quali
tipi di obiettivi si adattano di più o di meno? |
La
risposta a questa domanda richiede che il lavoro sulla prima scheda (con
la presentazione e l’illustrazione della “ metacognizione ”)
sia già stato effettuato. |
6.
Qual è l’atteggiamento delle due studentesse durante questa
conversazione e come si spiega? |
6.
L’atteggiamento sembra abbastanza riservato e poco spontaneo, il che si
può spiegare attraverso vari fattori: – Le
studentesse sono intimidite dal fatto di trovarsi contemporaneamente di
fronte ad una cinepresa… e a due insegnanti! – Le
studentesse sono poco abituate a esprimere la loro opinione e le loro
reazioni riguardo a ciò che l’insegnante propone loro. |
Si
potrà far notare che una delle domande dell’insegnante provoca la
perplessità di una delle ragazze che non poteva assolutamente rispondere
(“ Che cosa ti piacerebbe ancora imparare su questo
argomento? ”). |
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La
scheda Valutazione 2/2 ne dà un buon esempio di applicazione alle
correzione di compiti; la scheda Recupero 2/2 propone un esempio di
metacognizione applicata nello stesso tempo all’autovalutazione e al
recupero. |
Come
sintesi del lavoro sul tema della “ metacognizione “, si
potrà chiedere ai corsisti di pensare a quali altri momenti la
metacognizione potrebbe essere efficace, applicata ad altri settori. |