Parte n° III – TEmi trasversali - AMBIENTE
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– Supporti 2/2. – Dispositivi 2/3. – Compiti 2/2. |
– Programmazione 2/3. – Autonomizzazione 2-3/3. |
SCHEDA N°1/4
ATTIVITA’ PRELIMINARI
PrEsentaZIONE: l’AMBIENTE
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I due attori principali nel corso di studio
istituzionale delle lingue straniere sono lo studente e l’insegnante, e
l’oggetto della riflessione didattica è soprattutto un processo
congiunto di apprendimento e di insegnamento (quest’ultimo si avvale
anche del libro di testo e di altri materiali). Questo processo, che non si svolge soltanto in classe
(ma anche, per esempio, quando lo studente fa i compiti o le revisioni a
casa), è costantemente sottoposto a varie influenze che giungono
dall’esterno, e che vanno dalla scuola all’insieme della società. In didattica delle lingue si definisce “ ambiente ”
l’insieme dei fattori che influenzano così dall’esterno il processo
di insegnamento/apprendimento. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
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1. La seguente sintesi delle descrizioni di colleghi
italiani che hanno partecipato a questo PCE fa apparire i rapporti l’ “ ambiente ”
che hanno osservato in due diversi paesi (l’Olanda e il Belgio) e la
pedagogia differenziata: |
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Si farà notare ai corsisti che queste osservazioni sono
fatte da insegnanti (in questo caso italiani) essi stessi inevitabilmente
condizionati dal loro ambiente di lavoro. Come illustrazione della necessità di una posizione
relativista, ecco qui di seguito il commento della collega belga membro
del gruppo degli esperti di questo PCE:: |
a)
Un insegnante ha menzionato nel suo rapporto sul soggiorno in Olanda
l’eccezionale apertura di spirito degli olandesi nei confronti delle
varie razze e culture, così come la disponibilità degli insegnanti a
accettare nuovi metodi. Ha fatto osservare l’aiuto dato
dall’amministrazione sotto forma di ampi spazi, di gestione del tempo e
di comprensione generale. Ha insistito sullo spirito di équipe che
prevaleva nella scuola. Inoltre, i libri di testo e altri aiuti o
facilitazioni per l’insegnamento (biblioteca e centro di risorse per le
lingue straniere) erano concepiti in modo tale da rendere possibile la
pedagogia differenziata. |
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a) A titolo personale, ho già sentito molte critiche al
sistema olandese che, pur permettendo a ciascuno di essere se stesso e
dunque libero, finisce per scegliere e selezionare gli studenti in modo
assai insidioso, anche se sembra farlo invece in maniera naturale. (Vedere
del resto, a proposito di questo rischio legato
all’istituzionalizzazione della pedagogia differenziata, le proposte di
riflessione al punto 2 della scheda 3/4 di questa rubrica.) |
b) D’altra parte, altri due
insegnanti fanno capire nel loro rapporto di visita in Belgio che il
concetto di pedagogia differenziata era accettato in pieno solo da alcuni
insegnanti impegnati in un progetto particolare. I libri di testo e gli
altri materiali utilizzati nella pedagogia su progetto non sono concepiti
per la pedagogia differenziata e hanno dovuto essere adattati e arricchiti
dall’insegnante. Comunque una biblioteca e un centro risorse erano a
disposizione. |
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b) In Belgio la situazione è molto più complessa, e la
pedagogia su progetto qui menzionata è un caso raro, anche se alcuni
metodi simili alla pedagogia Freinet si sono diffusi un po’ dovunque. |
1.1 Che cosa hanno in comune queste due descrizioni? Che
cosa vi suggeriscono? |
1.1 Le due descrizioni hanno in comune l’importanza
particolare che accordano all’ “ ambiente ”
nell’applicazione della pedagogia differenziata. |
Questa prima attività potrà servire semplicemente da
sensibilizzazione all’argomento, ma potrebbe servire anche subito da
stimolo ad un dibattito approfondito, secondo le reazioni dei corsisti. |
2. A partire dalla vostra esperienza personale, fate
l’elenco più completo possibile dei “ fattori ambientali ”
che secondo voi possono influire sul processo di
insegnamento/apprendimento e cercate di classificarli. |
2. Quest’elenco non può essere esaustivo poiché i
fattori sono innumerevoli, e si possono immaginare vari modi di
classificazione. Ecco, come esempio, quella proposta dalla collega ceca
del gruppo degli esperti: |
Questa attività di brainstorming potrà essere
realizzata con profitto in piccoli gruppi, con una successiva messa in
comune. |
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a) Fattori psicologici: Riguardano
l’atteggiamento della scuola e della società in generale nei confronti
dell’apprendimento e dell’insegnamento delle lingue. Questo
atteggiamento si riflette da una parte nel rispetto espresso dalla
direzione della scuola e degli insegnanti per i professori di lingue, nel
numero di ore e di anni attribuito a questa materia, ed anche
nell’importanza accordata alle lingue negli esami che danno luogo a
certificazione, ecc.; d’altra parte nell’interesse e nel sostegno
delle famiglie, nell’attenzione rivolta dai media, ecc. Oltre al rapporto con le lingue in generale,
l’atteggiamento nei confronti dei metodi utilizzati nell’insegnamento
delle lingue straniere ha un ruolo decisivo. Alcune società sono più
aperte di altre all’innovazione. Alcune preferiscono un apprendimento
scolastico incentrato sull’aula e sull’insegnante, mentre altre
mettono l’accento sull’autonomia dello studente e sulla realizzazione
di compiti omologhi a quelli del mondo extra scolastico. |
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b) Fattori materiali Questi fattori sono naturalmente legati ai fattori
psicologici: l’importanza sociale attribuita allo studio delle lingue
straniere determina l’importanza delle risorse finanziarie impegnate per
lo stipendio degli insegnanti, l’elaborazione e la produzione dei libri
di testo, l’attribuzione di materiali e di attrezzature specializzate,
ecc. E’
relativamente facile migliorare in modo volontaristico le condizioni
materiali (per mezzo di direttive ministeriali, acquisto di attrezzature,
ecc.); ma in definitiva i fattori determinanti sono legati alla psicologia
collettiva (rappresentazioni e atteggiamenti sociali dominanti), e come
tali possono evolversi solo molto lentamente. |
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3. Tra i fattori ambientali che avete individuato e
classificato, quali sono secondo voi i più suscettibili di influire sulle
rappresentazioni e gli atteggiamenti degli insegnanti nei confronti della
pedagogia differenziata? |
3. Nemmeno per questa domanda c’è una risposta
universale (e nemmeno comune a livello europeo). Ma i fattori che
influenzano più direttamente “ le rappresentazioni e gli
atteggiamenti nei confronti della pedagogia differenziata” sono per
forza di cose di natura psicologica. Ecco, per esempio, la risposta che dà a questa domanda
il responsabile (francese) del gruppo degli esperti. Questi fattori possono situarsi a vari livelli: - il
livello individuale: il carattere, l’esperienza (che sia intima,
formativa o professionale) e le idee personali di ogni insegnante; - il
livello della collettività degli insegnanti in generale, e degli
insegnanti di questa a quella lingua in particolare, in cui si sono
sviluppate e installate tradizioni didattiche talvolta molto resistenti; - il
livello della società nel suo insieme: nel caso della Francia, per
esempio, esiste una specie di “ ideologia egualitaria ”
secondo cui a) il valore predominante è la giustizia, b) la giustizia
consiste nell’assicurare le stesse condizioni a tutti (è il ruolo
attribuito allo stato). Si capiscono allora le reticenze, non solo degli
insegnanti, ma anche degli altri attori del sistema educativo (sindacati,
associazioni professionali, associazioni di genitori...), nell’ammettere
il progetto di “ discriminazione positiva ” (dare di più a
coloro che hanno meno, favorire i meno favoriti) progetto che è alla base
della “ pedagogia differenziata “ per lo meno come è
concepita in Francia. |
Osservazione uguale alla precedente. In questo caso, come si potrà notare dalla risposta
data dal collega francese, l’ideale per il formatore sarebbe di avere a
che fare con un gruppo di corsisti di nazionalità diverse... |
SCHEDA N° 2/4
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Belgio |
francese |
inglese |
1e
anno |
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
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– Obiettivi. |
CONTESTUALIZZAZIONE
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Durante il loro soggiorno in una scuola belga nel 1998,
due colleghe italiane hanno osservato una classe speciale: la “ classe
su progetto ”. Questa sperimentazione, funzionante all’epoca solo
da un anno, è sostenuta dalla Responsabile degli studi e seguita da un
Comitato di sperimentazione, costituito da esperti in materie pedagogiche. Gli
studenti hanno a loro disposizione una biblioteca di 1400 opere e una
ludoteca con 25 giochi educativi. Vi si organizzano attività collettive,
ma gli studenti possono servirsene anche a titolo individuale. Il
progetto si basa su nove principi ispirati dalla Pedagogia Freinet: 1) una
scuola attiva; 2) una scuola del successo; 3) una scuola interculturale;
4) una scuola che formi alla democrazia e che hanno differenti nazionalità
e differenti profili di apprendimento e l’autonomia; 5) una scuola che
rispetti il bambino e l’adulto come persone e che consideri che i ritmi
di vita e di apprendimento sono diversi per ogni; 6) una scuola che dia
“ piacere ” agli studenti… e agli adulti che ci lavorano;
7) una scuola aperta sulla vita esterna, collegata con la vita socio
culturale del quartiere; 8) una scuola che sviluppi lo spirito critico; 9)
una scuola che associ genitori e insegnanti in uno stesso procedimento
educativo. Le due insegnanti italiane spiegano la volontà degli
insegnanti belgi di adottare il nuovo metodo di insegnamento, da un lato
per le diverse necessità degli studenti di questa scuola, che hanno
differenti nazionalità e differenti profili di apprendimento, e d’altro
lato per l’iniziativa ufficiale. Nel 1998 in questo progetto erano
implicati una diecina di insegnanti di tutte le materie. Le due insegnanti
visitatrici notano tuttavia che questa pedagogia è applicata soltanto
nella classe su progetto. La sequenza video corrisponde all’intervista
dell’insegnante belga di inglese di questa classe. E’ la stessa
insegnante che si vede in classe nella sequenza Supporti 1/2, che è
intervistata nella sequenza Programmazione 1/1, e che si ritrova con due
studenti nella sequenza Metacognizione 4/4. |
TrascriZionE originale inglese |
TRADUZIONE |
PV.
– I was impressed by this class, because I think that in this class,
“la classe à projet”, the individualised teaching and learning is not
connected only to what they’ve got to learn in English, but something
which covers all subjects, I mean this is just an element. It’s a sort
of how to get on with the students, but the students have got something, I
think, wider in the sense that it’s a school which wants, or a class
which wants to make things, to do things and it is just to give them a
possibility to do or to get the best from the school for themselves. I
mean for the students the sort of pedagogy is used in all the subjects. PH.
– Yeah, in all the subjects. PV.
– My final question would be: Do you think that teaching a foreign
language needs more specific procedures than teaching other subjects? PH.
– Yes. Of course there are common strategies used in all the subjects,
but for foreign languages we need more specific strategies, i.e. drills,
the charts are different, especially the charts. PV.
– A foreign language needs different resources. And have you got them? I
mean what about the “bibliothèque”? PH.
– Well, the pity is that I have to do a lot of things by myself. There
aren’t many things. The methods, the book can be used in that way, but
the drills, the charts I do myself. I’m quite alone. PV.
– So you haven’t got extra books, extra materials, any different aids? PH.
– Sometimes I find some aids. It’s a question of, it’s searching.
It’s big searching work. |
PV.
– Sono stata colpita da questa classe, perché penso che in questa
classe, “ la classe su progetto ”, l’insegnamento
individualizzato e l’apprendimento non si riferiscono soltanto al corso
di inglese; è qualche cosa che va al di là delle materie... Voglio dire
che è solo un elemento fra tanti altri. E’ in qualche modo una maniera
di avanzare con gli studenti, ma, in fin dei conti, ciò che hanno gli
studenti è molto più grande: nel senso che è una scuola, o piuttosto
una classe, che desidera fare delle cose... Questo dà loro la possibilità
di fare, di trarre per loro stessi il miglior vantaggio dalla scuola.
Voglio dire che per gli studenti questo tipo di pedagogia è utilizzato
per tutte le materie. PO.
– Sì, in tutte le materie. PV.
– La mia ultima domanda sarebbe la seguente: Pensa che insegnare una
lingua straniera richieda più procedimenti specifici che insegnare le
altre materie? PO.
– Sì. Ci sono certo strategie comuni utilizzate in tutte le materie, ma
per le lingue straniere abbiamo bisogno di un maggior numero di strategie
specifiche, per esempio degli esercizi, le griglie sono differenti,
soprattutto le griglie... [Nota del traduttore: si tratta probabilmente
delle griglie di valutazione]. PV.
Una lingua straniera richiede risorse diverse. Le avete ottenute? Come la biblioteca? PO.
– Eh bene, il guaio è che devo fare un sacco di cose da sola: Non ci
sono molte cose. I libri di testo, altri libri possono essere utilizzati
per lavorare, ma gli esercizi, le griglie... li faccio io stessa. Sono
praticamente sola. PV.
– Non ha ottenuto libri supplementari, materiale supplementare, e aiuti
di vario genere? PO.
– Alcune volte trovo degli aiuti. E’ una questione di ricerca. E’ un
grosso lavoro di ricerca. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
|
Contestualizzazione |
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1. Quali sono i fattori ambientali che hanno dato
l’idea di creare una “ classe su progetto ”? |
1. In questa scuola sono iscritti studenti con “ diverse
necessità ”, “ che hanno differenti nazionalità e
differenti profili di apprendimento ”. |
|
2. Fra i “ nove principi ” del progetto,
quali propongono una risposta più specifica a questi fattori? |
2. In
risposta alla diversità delle origini nazionali, i principi 3 (“ una
scuola interculturale ”) e 4 (“ una scuola […]che sviluppi
il senso civico, la solidarietà ”). In risposta ai diversi profili di apprendimento, il
principio 5 (“ una scuola […] che consideri che i ritmi di vita e
di apprendimento sono diversi per ogni bambino ”). |
|
3. Quali sono i diversi elementi dell’ambiente creato
apposta per la “ classe su progetto ”, di cui beneficiano
studenti e insegnanti? |
|
|
4. Fra questi elementi, quali favoriscono direttamente
l’applicazione da parte degli insegnanti della pedagogia differenziata? |
4. La biblioteca e la ludoteca a disposizione degli
studenti. |
|
Contestualizzazione e intervista |
|
|
5. Trovate in questi due documenti gli elementi
contestuali dati come negativi. |
5. Nella contestualizzazione il fatto che la pedagogia
specifica della classe su progetto “ è applicata solo nella classe
su progetto ”. Nell’intervista: il fatto che a causa della
mancanza di mezzi supplementari l’insegnante ha un grosso lavoro
supplementare di ricerca e di elaborazione di materiale pedagogico, in
particolare di esercizi e di griglie. |
|
Intervista |
|
|
6. Quale elemento ha colpito maggiormente l’insegnante
visitatore? Come si spiega la sua reazione? |
6. L’insegnante è stata molto colpita dal fatto che,
nella classe su progetto, gli insegnanti di tutte le materie sono
implicati nell’innovazione pedagogica. Forse perché, come la maggior
parte degli insegnanti, è abituata al fatto che ognuno lavora
isolatamente nella propria materia. |
Si potranno fare riflettere i corsisti sull’importanza
dell’interdisciplinarità metodologica e sulle sue reali possibilità di
realizzazione nelle situazioni di insegnamento che conoscono
personalmente. |
SCHEDA n°3/4
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Olanda |
olandese |
francese |
intervista
insegnante |
|
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Scheda che può essere utilizzata
anche in: |
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– Autonomizzazione. – Dispositivi. |
CONTESTUALIZZAZIONE
|
|
Il
Bollettino del Ministero dell’Insegnamento e delle Scienze in
Olanda ha introdotto nel 1992 nei diversi tipi di scuola
dell’insegnamento secondario olandese una formazione di base composta da
due parti: a)
un tronco comune obbligatorio formato da 14 materie insegnate a tutti gli
studenti, che corrisponde all’80% del numero totale delle ore di
lezione; b)
una parte detta “libera”, che corrisponde al 20% del numero totale di
ore di lezione. Questa formazione di base può dar luogo a due tipi di
varianti.: - Varianti
per l’insegnamento professionale Gli studenti di questo tipo di scuola, che si
interessano più alle materie pratiche che alle materie teoriche, a
partire dal terzo anno possono combinare un certo numero di materie
professionali con le materie obbligatorie. In questo caso, la formazione
di base si estenderà non su tre anni, ma su quattro o cinque anni,
corrispondendo così ala durata della formazione professionale. In ogni
modo gli studenti, durante il loro ciclo di insegnamento professionale,
dovranno affrontare tutte le materie obbligatorie del tronco comune. - Varianti
individuali Degli accomodamenti individuali sono possibili nella
formazione di base, nel senso che uno studente può ottenere una dispensa
per una o più materie obbligatorie. Questa possibilità di dispensa è
stata creata particolarmente per gli studenti la cui lingua materna non è
l’olandese, che così possono seguire lezioni nella loro lingua di
origine, per esempio al posto del francese o del tedesco. |
TrascriZionE originale francese |
TRADUZIONE |
PV. – Est-ce qu’il y a d’autres enseignants qui
travaillent à la même manière dans cette école ? PH.
– Oui... PV.
– Vous qui travaillez, vous mettez en pratique ce type
d’apprentissage, de méthode ? PH.
– Oui, en principe tous les professeurs de la même discipline
travaillent de la même façon, mais aussi il y a des professeurs
d’autres disciplines qui essaient d’appliquer cette méthode
d’autonomisation de l’élève, et elle est un peu répandue partout
dans l’enseignement. PV.
– Et pour ce qui concerne la préparation des textes, du matériel à
donner aux élèves, comment est-ce que vous le préparez, toute seule ou
avec des autres enseignants ? PH.
– ça dépend. Si on travaille ensemble sur une même classe,
si on a les mêmes classes ensemble, on fait les préparations aussi
ensemble et tous les élèves travaillent sur les mêmes textes. Les
textes sont pareils pour tous les élèves d’un groupe, d’une année. PV.
– Oui. Pour ce qui concerne les niveaux différents, pour chaque cours
il y a des niveaux différents, non ? PH.
– Oui. Dans un cours, même dans un cours par exemple de la 5e
ou 4e année, dans les livres dont nous nous servons il y a
trois directions… je pourrais dire trois lignes de travail pour l’élève,
il peut choisir. L’élève qui est très bien, très fort, peut choisir
un autre chemin pour aboutir au but qu’un élève qui est moins fort
dans certaines disciplines. […] PH. – C’est la partie différenciée du cours. Dans
le livre c’est différencié par [le] moyen des couleurs. Les parties
vertes c’est la lecture et l’écriture. Les parties bleues ont rapport
aux exercices qu’on a écoutés avec les élèves, et les enfants qui
ont déjà fini leurs devoirs et leurs exercices, verts ou bleus, peuvent
prendre le petit livre de lecture et ils peuvent finir leurs tâches de
lecture. Ils ont un cahier spécial pour la lecture. Cette fille-là, par
exemple, elle fait… elle lit son livre et elle a des exercices. Le matériel
utilisé pendant ce cours, c’est des livres où ils peuvent corriger
leurs devoirs. Ce sont les petits livres bleus, là. Et les autres livres ce sont des livres de lecture. Donc
les élèves qui ont fini leurs devoirs dans le livre… dans le livre de
classe, ils peuvent prendre un livre de lecture et commencer leurs
exercices de lecture. Ils ont un cahier spécial pour la lecture. Nous
pouvons, par exemple, voir plusieurs enfants qui sont en train.... Et
les enfants qui font la lecture ont un livre spécial, et ils ont aussi
des exercices spéciaux et un cahier spécial pour les livres de lecture.
S’ils ont fini leurs devoirs dans le livre, ils choisissent ce qu’ils
veulent faire. Ils peuvent aussi finir leurs devoirs à la maison. Ils
peuvent aussi trouver les livres dans la bibliothèque de l’école et
les amener à la maison pour finir leurs devoirs de lecture à la maison. |
PV. – Ci sono altri insegnanti che lavorano nello
stesso modo in questa scuola? PO.
– Sì... PV.
– Lei che lavora, mette in pratica questo tipo di apprendimento, di
metodo? PO.
– Sì, in linea di massima tutti gli insegnanti della stessa materia
lavorano nello stesso modo, ma ci sono anche insegnanti di altre materie
che tentano di applicare questo metodo di autonomizzazione dello studente,
metodo che è un po’ diffuso ovunque nell’insegnamento PV.
– E per quel che riguarda la preparazione dei testi, del materiale da
dare agli studenti, come lo prepara, da sola o con altri insegnanti? PO.
– Dipende. Se si lavora insieme in una stessa classe, se si hanno le
stesse classi, si prepara insieme anche il materiale e tutti gli studenti
lavorano sugli stessi testi. I testi sono uguali per tutti gli studenti di
un gruppo, di un ano. PV.
– Sì. Per quel che riguarda i diversi livelli, per ogni lezione ci sono
livelli diversi, no? PO.
– Sì. In una lezione, anche in una lezione per esempio del 5° o del 4°
anno, nei libri che utilizziamo ci sono tre direzioni... potrei dire tre
linee di lavoro per lo studente che può scegliere. Lo studente che va
molto bene, che è molto preparato, può scegliere una strada diversa da
quella di uno studente meno forte, in certe materie, per raggiungere uno
scopo. […] PO. – E’ la parte differenziata della lezione. Nel
libro è differenziata per mezzo di colori. Le parti verdi sono la lettura
e la scrittura. Le parti azzurre sono in rapporto con gli esercizi che si
sono ascoltati con gli studenti, e i ragazzi che hanno già finito compiti
e esercizi verdi o azzurri, possono prendere il libretto di lettura e
possono finire i compiti di lettura. Hanno un quaderno speciale per la
lettura. Quella ragazza là, per esempio, fa... legge il libro e ha degli
esercizi da fare. Il materiale utilizzato durante questa lezione sono
libri in cui possono correggere i loro compiti. Sono i libretti azzurri
laggiù. E gli altri libri sono libri di lettura. Dunque gli
studenti che hanno finito i compiti sul libro... sul libro di testo,
possono prendere un libro di lettura e cominciare gli esercizi di lettura.
Hanno un quaderno speciale per la lettura. Per esempio possiamo vedere
alcuni ragazzi che stanno facendo.. E
i ragazzi che fanno la lettura hanno un libro speciale, e hanno anche
esercizi speciali e un quaderno speciale per i libri di lettura. Se hanno
finito i compiti sul libro, scelgono quello che vogliono fare. Possono
anche finire i compiti a casa. Possono anche trovare i libri nella
biblioteca di scuola e portarli a casa per finire a casa i compiti di
lettura. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
|
Contestualizzazione |
|
|
1. Si può parlare di vera “ differenziazione ”
nelle possibilità previste dai testi ufficiali olandesi? |
1. Sì, si
tratta proprio di differenziazione, prevista a livello curriculare (del
corso di studi degli studenti): a) margini di manovra nella scelta delle materie (fino
al 20% del totale); b) possibilità per gli studenti dell’insegnamento
professionale di fare il loro corso di studi in 3, 4 o 5 anni (e in questo
caso, scelgono il momento in cui seguiranno le materie obbligatorie); c) dispensa di alcune materie obbligatorie a vantaggio
di corsi di lingua materna per gli studenti di origine non olandese. |
|
2. Paragonate questa situazione con quella prevista dai
testi ufficiali del vostro paese. Qual è la vostra opinione personale? |
2. Il confronto dipenderà certo dal paese. Si è
colpiti in particolare da due aspetti, molto liberali: - il
riconoscimento dei ritmi e degli interessi differenti degli studenti
dell’insegnamento professionale; - il
riconoscimento nei bisogni e degli interessi differenti degli studenti di
origine straniera. In conseguenza a ciò non ci si può stupire che questi
stessi testi ufficiali olandesi favoriscano la differenziazione pedagogica
nelle classi. |
Si noterà che “ il riconoscimento nei bisogni e
degli interessi differenti degli studenti di origine straniera ” è
inteso come un’iniziativa generosa, ma che può produrre gravi effetti
di disciminazione istituzionale. |
|
Uno dei rischi più grandi della pedagogia differenziata
è certo, se non di essere interpretata, almeno di funzionare in pratica
sulla modalità dello “ sviluppo separato ”. E’ quello che sembra essere successo in Belgio, dove
l’insegnamento detto “ rinnovato ” che permetteva la
scelta di alcune materie da parte degli studenti ha in fin dei conti
favorito i migliori e aumentato le distanze sociali. |
Un esercizio certo ricco di insegnamenti da proporre ai
corsisti prima di fare loro la domanda n° 2 consisterebbe nel chiedere di
esplicitare le connotazioni che attribuiscono alle nozioni di “ particolarità ”
e di “ originalità ” applicate agli studenti, (per
esempio: quali sono le 4 o 5 parole che vi vengono subito in mente se vi
dicono “ è uno studente un po’ particolare ”, o “ è
uno studente originale ”?); poi nel far confrontare le loro
risposte. La discussione porterà senz’altro a riflettere sulla nozione
di “ norma ”, e sul modo in cui ognuno si rappresenta
l’adeguarsi alla norma: come un atteggiamento buono e giusto, o no. |
Intervista |
|
|
3. L’insegnante olandese non parla di “ differenziazione ”:
quale espressione utilizza per definire l’orientamento che segue? |
3. Il “ metodo di autonomizzazione ”. |
|
4. A partire dalla descrizione della pedagogia
applicata, si può dire che ci sia differenziazione? |
4. Sì, c’è certo differenziazione, ma questa è
gestita principalmente dagli studenti stessi. Per essere esatti non si può
parlare di “ differenziazione pedagogica ”, ma “ apprendimento
differenziato ”. |
Si farà osservare che non tutti gli studenti hanno la
stessa capacità di gestirsi e che una formazione all’apprendimento
differenziato fatta dall’insegnante (cioè qualcosa di simile alla
pedagogia differenziata...) è certo indispensabile se non si vuole che la
scuola rinforzi le disuguaglianze socio culturali. |
5. Quali sono gli elementi ambientali favorevoli ala
differenziazione? Fatene un elenco. |
5. Elementi favorevoli: a) i testi ufficiali; b) la possibilità di lavorare in gruppo con altri
insegnanti di lingue straniere: di preparare insieme alcune attività, c) gli studenti sono formati al lavoro autonomo, metodo
che “ è diffuso un po’ dovunque nell’insegnamento ”; d) la differenziazione è prevista dal libro di testo
utilizzato; e) l’insegnante dispone di materiale complementare,
che può mettere sempre a disposizione degli studenti. |
|
|
La valutazione di questo lavoro potrà concernere non
soltanto i risultati del lavoro effettuato, ma anche i problemi che si
pongono inevitabilmente in un gruppo di lavoro di insegnanti, ciascuno dei
quali ha le proprie rappresentazioni, convinzioni e pratiche riguardo
all’insegnamento/apprendimento di una lingua. |
Si potrà chiedere ai corsisti di formare dei gruppi per
creare, a partire da una unità di un libro di testo, una unità didattica
che integri la pedagogia differenziata e quindi che proponga percorsi
differenziati con supporti e attività differenti. |
|
|
Infine si potranno far discutere i corsisti sui vantaggi
e gli inconvenienti di un libro di testo pronto per l’uso in pedagogia
differenziata. |
SCHEDA n° 4/4
Paese |
L1 |
L2 |
Livello |
Durata |
Contatore |
Austria |
tedesco |
francese |
intervista insegnante |
|
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Scheda
che può essere utilizzata anche in: |
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– Autonomizzazione ”. |
CONTESTUALIZZAZIONE
|
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Nel suo dossier di visita in una scuola austriaca, una
collega italiana ha così descritto il sistema dell’ “ apprendimento
autonomo ” applicato nelle classi che ha osservato: - Ogni
studente riceve periodicamente, con un insieme di esercizi, un piano di
lavoro con l’indicazione degli obiettivi, il tempo previsto (per es. 1
ora, 2 ore, 3 ore, una settimana...). L’elenco degli esercizi è dato
con dei simboli che precisano, per ogni esercizio, se è scritto o orale,
obbligatorio o facoltativo, da fare da soli o con uno o più compagni, da
correggere da soli o da far correggere dall’insegnante. - Ogni
studente lavora poi in classe al proprio ritmo - individualmente
o con dei compagni -,
prendendo gli esercizi nell’ordine che desidera. |
TrascripZionE originale tedesco
L1, francese L2 |
TRADUZIONE |
PV.
– En ce qui concerne ce type de travail, avec quelle fréquence est-ce
que tu appliques... ? PH. – Moi, je le fais avant les épreuves écrites, c’est-à-dire 4 ou
5 fois par an, chaque fois 3 heures de cours, normalement, avant les épreuves. PV.
– Et tu le fais avec toutes tes classes ? PH.
– Oui, si possible. ça
demande un travail énorme de préparation et parfois je n’ai pas le
temps. PV.
– Et de quelle manière est-ce que tu laisses à tes élèves [la
possibilité] de choisir ce qu’ils veulent faire pendant ce temps-là ?
Est-ce qu’ils sont tout à fait libres ou il y a quand même un
parcours? PH.
– Oui, ils ne sont pas complètement libres. Ils ont un plan de travail
sur lequel ils trouvent tout ce qu’il y a à leur disposition. Et il y a
un certain nombre d’exercices qui est obligatoire, c’est-à-dire
qu’ils doivent faire, parce que moi, je pense que c’est très
important pour réussir à l’épreuve écrite. Le reste est facultatif
et ils choisissent en fonction de leurs lacunes, par exemple, ou de leurs
intérêts. |
PV.
– Per quel che riguarda questo tipo di lavoro, con quale frequenza lo
applichi...? PO. – Lo faccio prima delle prove scritte, cioè quattro o cinque volte
l’anno, ogni volta per tre ore di lezione, di solito prima delle prove. PV.
– E lo fai con tutte le tue classi? PO.
– Sì, se è possibile. Richiede un lavoro enorme di preparazione e
certe volte non ne ho il tempo. PV.
– E in che maniera lasci ai tuoi studenti [la possibilità] di scegliere
ciò che vogliono fare in quel momento? Sono completamente liberi o c’è
comunque un percorso? PO.
– Sì, non sono completamente liberi. Hanno un piano di lavoro sul quale
trovano tutto ciò che è messo a loro disposizione. E c’è un certo
numero di esercizi che è obbligatorio, cioè che devono fare, perché
ritengo che sia molto importante per riuscire alla prova scritta. Il resto
è facoltativo e loro scelgono, in funzione delle loro lacune, per
esempio, o dei loro interessi. |
AUTOFORMAZIONE |
SOLUZIONI |
FORMAZIONE
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Contestualizzazione
e intervista |
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1. Qual è la grande somiglianza tra
l’“ apprendimento autonomo ” nella scuola austriaca
e il “ lavoro autonomo ” nella scuola olandese (vedere la
scheda 3/4)? |
1. Nei due paesi la differenziazione è concepita
soprattutto nella prospettiva dell’apprendimento: lo studente sceglie ciò
che differenzierà lui stesso, in modo autonomo (aggettivo comune
alle due definizioni). |
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2. Qual è la grande differenza tra i due orientamenti? |
2. Nella scuola olandese si tratta di un sistema
permanente. Nella scuola austriaca si tratta di un sistema utilizzato
periodicamente. Per esempio l’insegnante intervistata lo applica solo
per attività di revisione, quattro o cinque volte l’anno. |
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3. Secondo voi quali sono i vantaggi e quali gli
inconvenienti del sistema utilizzato da questa insegnante austriaca?
Paragonate le vostre risposte con il giudizio espresso dall’insegnante
visitatore (italiana). |
3. Opinione dell’insegnante italiana: a) Vantaggi – Motivazione e piacere degli studenti. – Tutti gli studenti sono occupati e anche i
migliori non si annoiano. – Questo metodo è indipendente dal numero di
studenti della classe (si può utilizzare anche in classi numerose). – Gli studenti si rendono conto da soli delle
loro lacune. – Gli studenti osano fare più liberamente
domande all’insegnante, perché non sono ascoltati da tutta la classe. – L’insegnante ha un ruolo meno direttivo:
diventa un consigliere e un assistente. – In caso di assenza dell’insegnante la
sostituzione si organizza più facilmente, dato che la presenza di un
insegnante di lingua non è sempre indispensabile. – Gli studenti imparano metodi di apprendimento
diversi. - Negli
studenti si sviluppano qualità come il senso di responsabilità, la
capacità di lavorare in gruppo, il senso dell’organizzazione e della
gestione del tempo, in breve l’autonomia. b) Inconveniente La produzione del materiale richiede molto tempo, ma si
può anche chiedere agli studenti di produrre del materiale da soli. |
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Si ritrova in questo caso la necessità della
collaborazione tra insegnanti... ma anche l’interesse che c’è nel
disporre, come in Olanda, di un libro di testo che presenti già una
differenziazione dei percorsi e dei livelli. |
Si potrà chiedere se ci sono altri mezzi per diminuire
questo costo in termini di tempo. |
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Le
ragioni di questa parziale riduzione dell’applicazione della pedagogia
differenziata in Scozia sono le seguenti: - classi
troppo numerose e quindi difficoltà per gli insegnanti per gestire
simultaneamente i gruppi, e troppo lavoro da preparare; - mancanza
di tempo per il programma scolastico; - gli
studenti più giovani hanno grandi difficoltà a autogestirsi (mancanza di
maturità psicologica e cognitiva); - mancanza
di materiali appropriati (computer, registratori, ecc.); - costo
delle fotocopie fornite dalla scuola. |
La fine del lavoro su questa rubrica darà l’occasione
di chiedere ai corsisti di preparare - eventualmente
per scritto -
un lavoro sull’ambiente favorevole alla differenziazione e
all’autonomizazione degli studenti. Come contributo a questo dibattito citiamo qui accanto
le principali ragioni per le quali, secondo un’insegnante visitatore
belga, la “ pedagogia differenziata ”, molto di moda una
diecina d’anni fa in Scozia, è utilizzata oggi in quel paese in modo
meno sistematico. |