VAN MORRISON - Back on top (Virgin)

voto: 8

Non siamo assolutamente del partito di quelli che vedono ogni opera dell'irlandesone volante come un capolavoro assoluto, no ma non siamo neanche tra quelli che sfottono ogni uscita definendola un clone riuscito male del precedente lavoro. Oggettivamente questo Back on top è un signor disco. Avete presente le ballate di Van Morrison, bene aggiungetegli quel 50% di blues, un hammond ed una armonica dirty ed ecco che avrete una miscela incantevole di belle canzoni, ecco che avrete l'ultimo di Van Morrison. Già l'iniziale Goin'down Geneva ci fa capire che aria tiri ma è arrivati alla traccia 4 (la title-track) che si assapora il vero succo del disco, splendida! Abbiamo perso il conto degli album pubblicati dai tempi dei Them ad oggi, forse non è neanche molto importante, ciò che conta è che oggi abbiamo aggiunto altre 10 perle sotto la voce Van Morrison e adesso  sono lì a girare dentro il nostro lettore CD.

 

HAZELDINE - Digging you up (Polygram)

voto: 7,5

Le Hazeldine sono tre ragazze statunitensi, Tonya Lamm, Shawn Barton e Anne Tkach supportate (e forse anche sopportate) dal batterista Jeffrey Richards. Questo Digging you up, prodotto da Jim Scott,  rappresenta il loro esordio su major dopo la pubblicazione del primo lavoro intitolato How bees fly. I suoni fanno correre subito la mente a quelli dell'ultima Lucinda Williams e perchè non anche ad Indigo Girls. Fra i brani migliori;: Summer wine, Apothecary e Drive, nonchè anche un'ottima versione di Fuzzi di Grant Lee Buffalo. Tutto l'album si muove in perfetto equilibrio fra rock, country e folk, strizzando talvolta l'occhio ad un certo alternative-rock.

 

BELLWETHER - Turns tiles (Rustbelt)

voto: 7,5

Con i Bellwether siamo decisamente sulle coordinate giuste, quelle di un certo alternative-country che è e rimarrà sempre nel nostro cuore. Provengono da Minneapolis, sono agli esordi ma se la cavano decisamente bene, sound trascinante grazie al predominio assoluto delle chitarre che ricamano con maestria tutte le melodie. L'album inizia alla grande con Way back round e prosegue altrettanto degnamente con le altre songs fra le quali spiccano: The longest way e One more time. Da sottolineare infine l'ottima voce del cantante Eric Luoma. Gli Uncle Tupelo hanno dato alla luce un altro figlio!

 

WILCO - Summerteeth (WEA)

voto: 8

Abbiamo sempre ammirato i gruppi ed i solisti che non si fossilizzano su certe matrici   sonore ma che cercano di apportare al loro sound qualcosa di sempre nuovo e diverso così come Wilco partiti come costola di Uncle Tupelo, partiti da un meno post-punk A.M., passati da un più rock (alla Stones) Behing there per approdare in questo loro terzo lavoro (tralasciando Mairmaid Avenue) in sonorità pop molto vicine a quelle di Beach Boys e Beatles. Summerteeth contiene diverse belle canzoni come l'iniziale Can't stand it, She's a jar e I'm always in love. Jeff Tweedy ha quindi deciso di cambiare direzione ma è sempre fra noi, per il rock, il roots e l'alternative country c'è sempre tempo e il nostro Jeff lo sa bene che  la musica non va presa sempre troppo sul serio!

 

JIMMY LAFAVE - Trail

voto: 7

Che la stragrande maggioranza dei cantautori statunuitensi avesse un debito con Bob Dylan già lo sapevamo; questo nuovo lavoro di Jimmy Lafave ne è la conferma più evidente. In questo doppio CD live troviamo la bellezza di 13 e ripeto TREDICI versioni di brani originali di Mr. Zimmerman fra i quali fanno bella mostra: Positively fourth street, Oh sister e Forever young. L'album è stato registrato durante alcune tournèes del nostro eroe fra il 1984 e il 1996, tra i brani è presente anche Perfect combinations registrato nel 1996 a Ferrara. Oltre l'omaggio a Dylan ci sono anche brani di Springsteen, Ely e Woody Guthrie, il tutto condito dalle cose migliori del cantante texano.

 

GREG TROOPER - Popular demons

voto: 7,5

Popular demons è l'atteso seguito di Noises in the halway del 1996. Il disco è prodotto da Buddy Miller e vede la presenza di Steve Earle nella rilettura del brano di Dylan Il keep it with mine. Da segnalare anche la splendida Bluebell, nobilitata dalla presenza vocale di Emmylou Harris. I suoni spaziano dal più classico dei country-rock, al blues, alla ballad. Trooper per la realizzazione di questo nuovo album si è circondato della presenza di musicisti validi ed esperti come Duane Jardine e Al Perkins..ed il risultato non poteva essere che più che soddisfacente.

 

V-ROYS - All about town

voto: 7,5

Il nuovo lavoro dei V-Roys è prodotto da Steve Earle (ancora lui!!??!)...ed esce per la sua etichetta discografica, la E-Squared. Le influenze della band vanno da quelle classiche del rock alle armonie pop tipiche delle bands del Regno Unito, su tutti i Beatles. E' proprio questa influenza a differenziare il suono dei V-roys da quello della stragrande maggioranza delle bands d'oltreoceano. Fra i brani segnaliamo: The window song, Virginia way e Hold on to me, ma è tutto l'album a risultare piacevole proprio per la varietà dei suoni che troviamo al suo interno.

 

XTC – Apple venus vol. I

voto: 7

Interminabile è stata questa attesa durata 7 anni, poi finalmente ha visto la luce questo CD, non è una raccolta, non è un tributo ma è l'ultimo album di XTC. Un lavoro, che già nel titolo ne preannuncia un altro, fatto di canzoni composte in questi anni di presunta inattività, sì perchè in realtà Partridge e Moulding hanno scritto eccome, mettendo però tutto nascosto sotto il classico mattone pur di non darlo in pasto alla loro etichetta, la Virgin con la quale da lungo tempo avevano rotto i rapporti. Più di 80 canzoni che in parte verranno pubblicate sui due Apple venus distribuiti dalla rampante ed indipente Cooking Vinyl, canzoni che ci fanno riassaporare arie già respirate 10 anni fa, che ci riportano dentro uno dei pochi mondi rimasti dove la creatività, la fantasia e la voglia di far musica per farla continua ad essere la propria legge naturale. Grazie XTC!

 

XTC – Transistor blast

voto: 7,5

Visto che si parla di XTC riteniamo sia da segnalare, per i "giovani" estimatori di questo gruppo, questo cofanetto (4 CD!!!) che contiene materiale live da ritenersi pregiato considerato che XTC hanno smesso da tempo di esibirsi dal vivo. Il cofanetto svaria dai concerti radiofonici per la BBC, ad un intero CD che riporta il concerto del 1980 all'Hammersmith Palais. Compilato dallo stesso Partridge, il box ripercorre la carriera on-stage della band, dagli inizi fino alla cessata attività. Gli XTC ripropongono il loro pop di classe che spesso e volentieri rimanda ai Beatles, suoni semplici ma mai banali; davvero bella la confezione a forma di radio.

 

STEVE EARLE AND THE DEL McCOURY  BAND – Mountain

voto: 8

Un nuovo album di Steve Earle è sempre un evento, dopo El Corazòn e diverse collaborazioni con Bap Kennedy, V-Roys, Stacey Earle e Julie Miller, esce questo lavoro con la Del McCoury Band. Si tratta di un disco di bluegrass, vestitevi quindi con cappellone, copripantaloni di pelle, stivali a punta e preparatevi a ballare dall'inizio alla fine questo allegro Mountain. La band è una delle migliori e delle più longeve nell'ambito di questa musica. Nonostante questo il tocco di Steve si sente eccome, inutile ricordarvi che il nostro è uno dei migliori songwriter in circolazione. Fra le collaborazioni segnaliamo Iris DeMent (I'm still in love with you), Emmylou Harris e Gillen Welch (Pilgrim) dove tutti i testi sono scritti da Steve. Ancora un centro Mr. Earle!!

 

DAVE MATTEWS & TIM REYNOLDS – Live at Luther College

voto: 7,5

Il nuovo lavoro di Dave Mattews è un doppio CD totalmente acustico (140 minuti!!) registrato nel febbraio del '96 al Luther College nello stato dello Iowa; Tim Reynolds appariva già nel precedente live della DMB ed ha alle spalle una lunga carriera. Tim suona la chitarra acustica e Dave quella elettrica, tra i momenti migliori: Warehouse, Stream, Typical situation. Nonostante duri 2 ore e 20 minuti, il disco non è per niente noioso e rivisita la carriera della DMB attraverso l'alternanza tra brani ultranoti, alcuni meno conosciuti ed altri nuovi di pacca per la naturale gioia di tutti gli estimatori del gruppo. I due intraprenderanno inoltre un tour che porterà in giro per gli States le sonorità di questo album.

 

DEADNECKS – Tornados and trailers

voto: 8,5

Vengono dal Kentucky la musica è la nostra musica (tu cha tu-tu cha), il disco è del giugno ’98 ma solo adesso lo possiamo ascoltare in tutta la sua pura bellezza, chitarre sempre in evidenza, bella voce e cori femminili ben inseriti. Un disco che viaggia in bilico sul confine con il texas mediando in maniera eccellente il suono aspro delle radici con accenti di ballate country-rock di quelle di una volta. Chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare in un mondo fuori dal tempo, da ogni classificazione musicale, un mondo fatto di sogni e di pace. Sulle ali della libertà!

 

RUSTED ROOTS – Rusted Roots

voto: 7,5

Sono tornati, e lo hanno fatto nella maniera in cui ci saremmo aspettati: c’è sempre quel pizzico di etnica unito a sonorità psichedeliche con qualche sprazzo in più di pop, almeno in apertura di disco, che fa che questo CD sia fresco, spontaneo e comunque ben curato nella scaletta e come guests nientepopòdimenochè gli Hot Tuna. Dopo l’ottimo Remember ho trovato il loro suono cresciuto, raffinato e maturato. Da considerare!

 

BOTTLEROCKETS – Leftovers

voto: 7

Dopo 24 hours a day ci si aspettava un altro tipo di sonorità da questa band contemporanea di Uncle Tupelo, un po’ più longeva ma meno produttiva (4 albums in 8 anni), dopo il grande rock si ritorna ancora alle radici, grande tastiera e grandi canzoni (che sembra comunque appartengano alle session di registrazione di 24..). Buona miscela tra rock e radici, l’unico difetto riscontrato è la brevità, poco più di ½ ora di musica.

 

MIKE HENDERSON & THE BLUEBLOODS – Thicher than water

voto: 8

Nonostante Mike sia un eccellente chitarrista, questo strumento a 6 corde non è l’unico protagonista di questo album. Contrabbasso, ed un piano honky-tonk, per una esplosiva miscela di blues, rock, swing nello stile di una grande bar room band. Un disco di down-home music suonato alla stragrande, che vi piaccia o no il il blues-rock questo è un disco che vi entrerà in circolo subito dopo il primo ascolto. Imperdibile!

 

MARK DAVID MANDERS & NUEVO TEJAS – Tales from the couch circuit

voto: 7

Manders insieme a Bennet accompagnati da ottimi strumentisti, vivono e si muovono ad Austin ed è proprio lì che danno origine a questo loro disco, fatto di country, di rock e di espliciti riferimenti roots ma che fondamentalmente è l'insieme di belle canzoni; alcune delle quali di chiara impronta da puro cantautore. Il disco comunque scorre sui binari di un certo rigore strumentale, niente fronzoli ma musica dura e sana. Per palati non molto fini!

 

HAYSEED – Melic

voto: 7,5

Country-folk-bluegrass, è questo il magico triangolo entro cui si muove il nostro Cristopher Wyant in arte Hayseed, un ragazzone sopra i 110 Kg. inguainato in una tuta di jeans che ti guarda da seduto e sembra dirti: "io sono così, come la mia musica, naturale immediata ed essenziale". E tutto viaggia dentro a quel triangolo attraverso l’uso di dobro, violino…insomma gli strumenti del country-man. Se vi piace respirare l’aria di campagna e delle feste di paese, questo è il disco che fa per voi!

 

AAVV - Pearls in the snow - The songs of Kinki Friedman

voto: 7

Dopo aver letto Elvis, Gesù e Coca-cola (Feltrinelli, 1993), primo libro di Frioedman pubblicato in Italia nel '93, che descriveva le peripezie di un Philip Marlowe dei giorni nostri, un ebreo texano ex musicista country che per amici ha un gatto ed un gruppo di persone a dir poco stravaganti, c'era molta attesa per l'uscita di questo album in cui alcuni autori riprendono i brani di Kinki rivisitandoli a modo loro. Subito due perle, Ol' Ben Lucas di Chuck E. Weiss ed il grande ritorno di Tom Waits con Highway cafè, inutile dire che solo questi due brani valgono l'acquisto del CD. Da segnalare anche le presenze di Guy Clark, Lyle Lovett, Willie Nelson e 4 brani interpretati dallo stesso Friedman. Da leggere e da ascoltare!

 

CESAR ROSAS - Soul disguise

voto: 7,5

Ho appena finito di ascoltare il primo album del primo Los Lobos che si sia messo in proprio ed è un grande lavoro. Niente di nuovo ma un disco di rock-blues suonato come Dio comanda, che da tempo non avevo occasione di ascoltare. All’interno delle12 canzoni di cui 5 firmate da Rosas si incontrano anche episodi di musica delle aie messicane in madre lingua, ma tutto questo, all’interno di un risveglio di interesse sulla musica etnica, non fa che accentuare la bontà artistica di questo lavoro. A volte componenti di gruppi che portano avanti un certo stampo sonoro provano la soluzione solista per cavalcare altre sonorità, il nostro Cesar rimane invece legato alla musica dei Lobos, soprattutto a quella dei primi lavori regalandoci 40 minuti di ottima musica. Andate subito a comprarlo.

 

KELLY WILLIS – What i deserve

voto: 6,5

Ambiente texano, ballate country addolcite da quel tanto di alternative che serve per fare di questo What i deserve un bel disco. Dopo una lunga parentesi di inattività discografica, in poco tempo abbiamo trovato la nostra Kelly prima all’interno del tributo a Tom T. Hall e adesso accompagnata da alcuni pezzi grossi in questo suo ultimo lavoro. Alcune canzoni sono state scritte a quattro mani con Gary Louris (Jayhawks) e John Levental (Shawn Colvin), suonate fra gli altri da Chuck Prophet, Bruce Robison e Jon DeeGraham o reinterpretate come le cover di Time has told me dell’indimenticto Nick Drake e They’re blind di Paul Westemberg. Un lavoro grazioso e godibilissimo. Per tutte le stagioni!!!

 

PETER HIMMELMAN – Love thinketh no evil

voto: 7

Il 1999 sembra propro destinato ad essere l’anno dei grandi ritorni, da Tom Waits a Chuck E. Weiss alla reunion della E. Street Band ad altri, come il nostro Peter lontano dagli studi da più di 5 anni. Disco vivace con il primo singolo Eyeball ed il prossimo Fly so high, brano sicuramente radiofonico che qualche radio intelligente e di larghe vedute potrebbe anche decidere di programmare anche perché la segnalazione di questi singoli potrebbero far presumere anche presumere ad una mini promozione di questo album. L’impatto con la musica di P.H. è proprio dei più immediati, 14 brani senza eccessivi cambi di direzione, molto gradevole. Tra Costello e Mark Cohen

 

CHUCK E. WEISS - Extremely cool

voto: 8

18 anni sono passati da quando il nostro Chuck sfornava il suo primo mini-album, 18 anni passati nei locali a suonare la sua musica, 18 anni da quando Richie Lee Jones gli aveva dedicato una delle sue prime canzoni: Chuck E. is'n love, quella stessa signorina che appariva nelle foto di copertina dell'album Blue Valentine di Tom Waits, quello stesso che si può ipotizzare sia riuscito a riportare Chuck E. Weiss in studio...e il cerchio si chiude. e ci troviamo di fronte ad una serie di canzoni vere, di quelle nate suonando tra un bicchiere di bourbon e l'altro mentre si spegne una sigaretta e si aspetta di accenderne un'altra. Suoni ruvidi che vanno dritti all'anima che ci trasportano in un mondo diverso, lontano da noi ma comunque affascinante. Da non perdere!

 

ANI DI FRANCO - Up, up, up, up, up, up

voto: 6

Un filo di delusione per questo CD di questa ragazza prodigio che ci aveva abituati molto bene. Di per sè le canzoni contenute non sono brutte, rispecchiano lo stile degli altri album, ma è come se mancasse qualcosa, che fossero lì ad aspettare di essere in qualche modo concluse ed arrangiate.Se ne può anche fare a meno

 

THE BLACK CROWS - By your side

voto: 7

I corvi sono tornati a far suonare nuovamente le loro chitarre, sono tornati agli esordi, canzoni poderose con immancabili reminiscenze di Rolling Stones, è un disco che fila via liscio, da ascoltare tutto d'un fiato per ascoltare che il rock non è ancora morto.

 

CALOBO - Live at the crystall ballroom

voto: 7,5

Una vera sorpresa, un fulmine a ciel sereno questo live di questo gruppo che sembra essere tra i più apprezzati nel circuito U.S.A. Una bella serie di canzoni suonate alla grande, tastiera e chitarra in evidenza e due buone voci -lui e lei- il tutto finalizzato per un avvolgentissimo JAM sound. Un'unica pecca, l'impiego esagerato del compressore che penalizza alquanto il basso ed i crescendo dei brani, aspettandoo di conoscerli da studio godiamoci questo live. Per tutti

 

PINETOPS - Above ground & vertical

voto: 7,5

Dopo tanta attesa finalmente abbiamo sotto-mano il primo album di questi ultimi arrivati (discograficamente parlando) all'interno di quel grande movimento di musica Alternative Country, lo stile è quello giusto, le canzoni sono carine la voce gradevole, cosa vi potete aspettare di più da un album? Correte a comprarlo!