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Indice per argomenti:I
) - I
Carno-Celti
(450 a.C.) II
) - I Romani
(115 a.C. 476 d.C.) III
) - Le Invasioni Barbariche
(410- 567) IV
) - I Longobardi (568-
773) V
) - I Franchi
(774- 951) VI
) - La Patria del Friuli
(952- 1420) VIII
) - Napoleone
(1797. 1805 - 1813) IX
) - L’Impero AustroUngarico
(1798-1805 e 1813-1866) X
) - I Savoia
(1866 -1946) XI
) - La
prima guerra mondiale
(1915 -1918) XII
) - Il
Fascismo
( 1924-1943) XIII
) - La
seconda guerra mondiale (1939-1945) XIV ) - La Repubblica ( 1946-)
I ) - I Carno-Celti (450
a.C.)
Anticamente
alcuni popoli nomadi provenienti dalla Mesopotamia, mediante
continue migrazioni si diffondevano nell’Europa, dando così origine
alla civiltà celtica. Le varie tribù celtiche si allargarono in
un territorio vastissimo e si stanziarono: in Spagna assumendo il nome
di Celt-Iberi da cui Iberia, in Francia e Germania chiamandosi Galli
da cui Gallia. I Galli-Carni essendo probabilmente la retroguardia dell’invasione Celtica, occuparono l’attuale Svizzera, la Baviera e le Alpi orientali che abbandonarono verso il 450 a.C. perché pressati dai Germani e dagli Slavi per ritirarsi nelle zone alpine più disagiate ma più protette: Canton Grigioni, Engadina, Tirolo salisburghese, Stiria, Carinzia, Carnia, Carniola, giungendo successivamente fino al fiume Livenza e cacciando gli antichi abitanti, i Paleo-Veneti. I
Galli-Carni
stanziatisi in Carnia e più semplicemente chiamati Carni,
erano comandati da un Re e da una casta di sacerdoti chiamati Druidi
(sapienti); sapevano lavorare il ferro, il legno, l’oro, l’argento;
si davano alla caccia e alla pastorizia spingendo le loro mandrie
durante i mesi invernali fino alla pianura che lentamente occuparono;
avevano una singolare conoscenza dell’astronomia e osservavano un
calendario suddiviso in cinque cicli solari composti di 62 mesi;
credevano in una sopravivenza dopo la morte. Il loro culto principale
era rivolto al dio Beleno, dio solare fonte della vita ed ad
altri dei minori.
Le
mire espansionistiche di Roma portarono alla costruzione di
strade e relativi presidi. Una di queste strade, la Julia Augusta partiva da
Aquileia raggiungeva il presidio di Venzone si diramava in due tratte: una verso
Villacco e l'altra verso
la valle del Bût. Questa strada, denominata Via
Claudia, portava, attraverso il valico di Monte Croce Carnico,
verso l'Austria e l'Ungheria. A presidiare questa vitale
via di comunicazione, sorse nel 50 a.C. su un preesistente villaggio Carno-Celtico,
Julium Carnicum (Zuglio) che per la sua posizione
strategica, assumerà sempre maggior importanza. I
Carni poco a poco cominciarono a cambiare tradizioni e abitudini
iniziando a costruire le loro case dapprima in legno e poi in pietra.
Contemporaneamente arrivava anche una nuova religione: il cristianesimo.
Si cominciavano a costruire le chiese in sostituzione ai vecchi idoli,
si coltivavano le terre ecc. nascevano i primi paesi.
I
Longobardi dapprima istituirono un ducato con capitale Forum
Julii (Cividale)
proseguendo la loro marcia occuparono tutto il Friuli, la Carnia
ed in seguito diverse regioni italiane. Il ducato del Friuli, nel
contesto del regno Longobardo, godette di una speciale autonomia
raggiungendo una notevole stabilità politica e sociale, prefigurando
quel che pochi secoli dopo sarà lo stato ”patriarchino” e
successivamente il Friuli storico.
Il
Papa, trovandosi in contrasto con i Longobardi chiamò in
soccorso i Franchi di Carlo Magno che nel 773 assediarono Pavia
e li sconfissero definitivamente. Per
il Friuli e la Carnia non cambiò nulla, poiché i Longobardi si erano integrati con i locali vivendo in pace e gli ordinamenti
rimasero immutati. Nel 888 però, terminava la dinastia Carolingia,
ed il regno d'Italia sprofondava nel caos. In questo periodo
(899-942) il Friuli della bassa fu invaso più volte da bande di
predoni così detti Ungari, che depredando, razziando e
trucidando le popolazioni si accreditarono una fama peggiore di Attila.
La Carnia invece non subì le orde ungariche perché
povera e fuori mano, per questo ebbe un incremento dei traffici
commerciali e della popolazione.
Il
primo periodo dello stato patriarchino (1077-1251) fu
caratterizzato da una politica nettamente Ghibellina con
Patriarchi tedeschi fedeli all'imperatore e fu il periodo di maggior
splendore e benessere per il Friuli e la Carnia che
s’identificarono nella Patria. Il
secondo periodo (1251-1420) quello dei patriarchi Guelfi, fautori
di una politica di alleanze diverse, di lento distacco dall'imperatore e
di allineamento alla politica papalina, rappresentò il periodo
decadente del patriarcato. La Patria del Friuli durò ben 343
anni durante i quali la Carnia conobbe un periodo di discreta
autonomia ed indipendenza. Nel parlamento della Patria fu
rappresentata dal Preposto di S. Pietro, dal Gastaldo
(amministratore dei beni del sovrano) e dall'Abate di Moggio.
Venezia
sottomise l’intera Patria, ma non riuscì né a difenderla dai Turchi (che tentarono l’invasione nel 1472, nel 1477 e la più terribile
nel 1499) né a conservarne l’integrità (nel 1508 perse il Goriziano
nella guerra contro l'impero); spinse il fiscalismo ai limiti e vietò
la nascita di attività commerciali ed industriali (qualora si ponessero
in concorrenza con aziende della capitale) costringendo i friulani
ad espatriare per cercare lavoro; compì veri e propri delitti ecologici
attuando uno sfruttamento sistematico del territorio con grandiosi
disboscamenti (erano ben quarantasette i boschi carnici “banditi”
detti anche “di S. Marco”). Dopo
l’abolizione del dazio sulle sete nel 1736, si consolidarono in
regione le industrie tessili e si diffusero a macchia d’olio le
colture del gelso e del baco da seta che divennero un importante
sussidio per l’economia contadina. Verso la metà del 700, Jacopo
Linussio apre a Tolmezzo uno stabilimento per la tessitura
che era considerato il più grande d’Europa.
In
questi pochi anni i francesi tentarono di diffondere i principi della rivoluzione
e dell'illuminismo, mediante: confisca dei beni ecclesiastici;
abolizione dei privilegi; distribuzione delle terre; applicazione del
codice civile; scuola dell'obbligo; leva. Dopo
la disastrosa campagna Russa e la sconfitta di Lipsia, Napoleone
abdicò a favore di Luigi XVIII. Il viceRe d'Italia si
ritirava oltre l'Adige.
L'Austria
fu il primo fautore della restaurazione, ridando ai nobili e al
clero gli antichi diritti feudali, i privilegi e le immunità. Questo
significò un passo indietro in una regione come la nostra, a economia
agricola non ancora sfiorata, nel 1815, dalla rivoluzione industriale.
Soltanto nel 1862 il governo austriaco, abrogando i diritti
feudali tentò di risanare l'agricoltura friulana. Nel campo
industriale invece favorì grandemente l'industria serica la quale
godette di un lungo periodo di espansione e prosperità che terminò
circa otto anni prima della fine della dominazione entrando nuovamente
in crisi.
X
) - I Savoia (1866
-1946)
Già
dai primi anni di governo Italiano, si diede inizio in Friuli a
molte opere pubbliche, quali scuole, ferrovie, strade, banche, ecc.
cercando di dotarlo di quelle infrastrutture indispensabili per ottenere
un decollo economico. Ma non bastò, perché l'economia friulana basata
sul settore serico (colture del gelso e del baco da seta ed industria
tessile), entrò in crisi già nel 1858, creando un fenomeno di
emigrazione di massa verso l'Europa che offriva grandi possibilità
di lavoro sopratutto nell'edilizia e verso il America meridionale
che offriva buone possibilità anche nel settore agricolo. L'Italia,
arrivando tardi con la sua modernizzazione, non riuscì a fermare
l'emigrazione, anzi ne permetteva la propaganda perché in essa vedeva
una "valvola di sicurezza" dell'economia di un paese
sovrappopolato, e soprattutto le tornavano utili le così dette "rimesse"
degli emigranti. L'Italia importava materie prime ed esportava
lavoro umano. Tra il 1885 ed il 1914 in Friuli emigrarono
definitivamente 92.400 persone circa.
In
Friuli si svolse il principale campo di battaglia essendo su
tutto l’arco confinante con l'Impero. Si crearono così i primi
fronti: fronte isontino (considerato il più importante), fronte
giuliano e fronte carnico. L'8
giugno gli Alpini, dopo insistenti tentativi, conquistavano le
vette di Pal Piccolo, Pal Grande e Freikofel. I battaglioni
italiani composti prevalentemente da carnici e friulani nei primi
due mesi di guerra contano tra morti, feriti e dispersi ben 785 unità. La
situazione socio-economica si presentava disastrosa in quanto le
distruzioni erano tali da riportare il settore industriale ad un livello
produttivo inferiore a quello di trent'anni prima; l'agricoltura aveva
perso quasi tutto il bestiame, molte infrastrutture ed un anno intero di
raccolti. Complessivamente i danni furono stimati in un miliardo di lire
dell'epoca; furono distrutti e/o danneggiati: 163.000 abitazioni, 435
municipi, 255 ospedali, 1.156 edifici scolastici, 1.000 chiese, 1.222
cimiteri, 350 chilometri di strade. Questi dati si riferivano a tutto il
teatro di guerra, e quindi al Triveneto, ma è certo che per la metà
circa riguardavano il Friuli.
Al
termine del conflitto, l'economia italiana risultò fortemente
indebolita, cresceva il carovita, la disoccupazione ed il malcontento
tra la popolazione. I vari governi che si succedettero non seppero
dare una risposta concreta ai problemi del dopoguerra. Questi fatti
portarono progressivamente al potere il partito fascista di Mussolini.
Fu così che intorno al fascismo si coalizzarono molte forze
economiche, che finirono col farlo strumento violento pe Il 28 ottobre 1922, Mussolini organizzò la ''marcia su Roma'', con un raduno generale di tutte le formazioni fasciste, spesso formazioni paramilitari e armate. Con questa data ebbe inizio la dittatura che durò praticamente fino alla fine della seconda guerra mondiale e lasciò l' Italia in preda al caos e allo sfacelo. Il Re Vittorio Emanuele III, di fronte al pericolo di una guerra civile, affidò il mandato a Mussolini che creò subito le basi per il consolidamento del suo potere. Il 25 gennaio 1925 fece decadere il regime parlamentare e sciolse tutti i partiti politici e i sindacati socialisti e cattolici ad eccezione del partito fascista. Scatenò una dura repressione contro gli oppositori, mentre "fascistizzava" la classe dirigente e le forze di polizia. Mussolini senza più ostacoli affermava il suo regime. Proibì gli scioperi e le serrate, ma gli operai ebbero alcuni benefici spesso solo nominali, come la settimana di 40 ore, certe forme di pensione ecc.. Bonificò diverse zone incolte e paludose (la battaglia del grano). Nell'aprile
del 1935 dichiarò guerra all'Etiopia provocando la rottura con
l'Inghilterra che promosse una campagna così detta "delle
sanzioni". L'azione Inglese fu più che altro verbale, una
farsa in cui si servirono i gruppi industriali per imporre i
propri prodotti con la scusa dell'autarchia. Vinta la guerra con
l'Etiopia il 9 maggio 1936, il
Re Vittorio Emanuele III assunse il titolo di Imperatore
d'Etiopia. Durante lo stesso anno iniziò una serie di accordi con
la Germania di Hitler fino alla firma del così detto "patto
d' acciaio" (1938) che suggellava l'alleanza Italo-Tedesca.
L'Italia approvò tutte le azioni Tedesche: annessione
della Renania,dell' Austria e occupazione della Cecoslovacchia. Nel
1939 l'Italia occupò l'Albania e sulle orme della Germania
promulgò, delle "leggi razziali" contro gli ebrei.
L'antisemitismo governativo tolse al fascismo molti degli
appoggi che aveva in alcuni strati della borghesia essendo l'Italia un
paese che non aveva mai provato nessun sentimento di ostilità contro
gli ebrei. XIII ) - La Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) L’Italia
si apprestava ad entrare in guerra a fianco di Hitler nel giugno
1940. I nostri Alpini combatterono sul fronte francese,
in Africa ed in Grecia prima della disastrosa campagna di Russia
(giugno 1941). L’8 settembre 1943 Badoglio firmava
l’armistizio con le forze Anglo-Americane mentre il Re
fuggiva a Bari e l’esercito si scioglieva. I tedeschi
occupavano la penisola e successivamente, liberato Mussolini
organizzavano la Repubblica di Salò. Si formavano i gruppi partigiani.
Nella
primavera del 1944, in Carnia e nel Friuli orientale furono
create due zone libere sotto la guida dei gruppi
partigiani, ma in settembre, i tedeschi con l’operazione
“Waldläufer”
ponevano fine alle zone libere e vi
facevano affluire oltre 22.000 tra cosacchi e caucasici. Hitler
aveva promesso ai loro alleati un territorio su cui stanziarsi
definitivamente: “Kosakkenland”. I Cosacchi arrivarono
quindi con le famiglie al seguito e con
carri colmi di
masserizie ed armenti, si installarono nei vari paesi e spesso nelle
medesime case dei carnici, obbligandoli così ad una forzosa
convivenza. In un nevoso 3 maggio 1945, a guerra ormai persa,
abbandonarono la Carnia attraverso il Passo di Monte Croce
Carnico verso l’Austria dove molti trovarono la morte. Il 7
maggio ebbe termine la seconda guerra mondiale. I danni provocati dalla guerra furono ingenti, dopo aver considerato il costo umano, il settore più danneggiato in Friuli fu quello industriale con 1,5 miliardi di Lire di quel tempo, segue il commerciale con mezzo miliardo e l’artigianale con cento milioni circa. Danneggiamenti ingenti pure alle vie di comunicazione ed alle infrastrutture, basti pensare che solo a Udine c’erano 3.000 abitazioni distrutte e su 85.000 abitanti almeno 35.000 senza tetto. Nonostante questo i danni furono inferiori a quelli del primo conflitto mondiale. XIV
) - La Repubblica
(1945-) La
liberazione italiana del 25 aprile portò alla ribalta politica i
rappresentanti delle forze di resistenza, legati ai movimenti di
sinistra e fondamentalmente repubblicani.Il governo fu presieduto da Parri
(esponente della resistenza) al quale poi nello stesso 1945 successe De Gasperi che governò fino al 1953.
Vittorio Emanuele III
abdicava il 9 maggio a favore del figlio Umberto, mentre si stava
indicendo un Referendum istituzionale verso il sistema politico
da adottare. Il Referendum popolare che si svolse il 2 giugno, sancì
la richiesta della forma Repubblicana; il Re allora lasciò
il paese diretto verso l’esilio in Portogallo. A capo dello stato fu
posto provvisoriamente Enrico De Nicola. Nel 1947 fu approvata
la nuova costituzione Italiana. Ebbe così inizio la Repubblica
Italiana, ma fu anche la fine del governo di coalizione: i
rappresentanti del P.C.I. e del P.S.I. erano esclusi dal
governo, il gabinetto era costituito da democristiani e indipendenti
prima, democristiani, repubblicani, socialdemocratici poi. Il 18
aprile 1948 si ebbero le elezioni. Lo scontro politico era sopratutto
basato su due coalizioni il Fronte Popolare (sinistra) e la Democrazia
Cristiana. Le consultazioni elettorali, grazie anche ad una forte
propaganda anticomunista da parte della chiesa, In
Italia gli anni 50 furono gli anni della ricostruzione, essendo essa
devastata dalla guerra e arretrata dal punto di vista industriale. In Carnia,
e in Friuli intanto non c'era lavoro e il flusso emigratorio
continuava regolarmente verso paesi più ricchi. Un dato certo ricavato
dai censimenti dal 1951 al 1961 documentava che la popolazione della
provincia di Udine (a quei tempi comprendeva anche Pordenone) era
diminuita di 28.000 unità.Agli inizi degli anni 60 ci fu il cosiddetto
“boom economico”, che grazie ai bassi costi della manodopera
avviava
il paese a nuovi livelli di benessere sociale, ma in Carnia e in Friuli
si continuava ad emigrare.Il Friuli, infatti, non riusciva a
colmare il ritardo che lo separava dalle altre regioni italiane. Secondo
gli studi del prof. Giorgio Bazo, durante gli anni 60 l'emigrazione
temporanea si sarebbe aggirata sulle 80.000 unità. Nel gennaio 1963
nasceva la regione autonoma del Friuli Venezia Giulia cui sarà
aggiunto Trieste. L’autonomia della regione restava ed è
tuttora solo teorica, dato che tutte le leggi promulgate in regione
debbono avere il consenso da Roma. Nel
1968 esplose anche in Italia la contestazione
studentesca e il 1969 fu segnato da acute agitazioni operaie
(l'autunno caldo). Le lotte operaie si conclusero con forti aumenti
salariali e un rafforzamento delle confederazioni sindacali.Gli anni 70
furono segnati dal terrorismo di destra e di sinistra, a cui i
governi che si succedettero non seppero agire adeguatamente. Il successo
dei referendum che confermavano le leggi sul divorzio (1974), e
sull’aborto (1978), contro le posizioni della chiesa e della
Democrazia Cristiana testimoniarono i profondi cambiamenti della società
italiana. Nel
1978 le Brigate Rosse compirono la loro azione più
clamorosa: il rapimento e l’assassinio del Presidente Democristiano Aldo
Moro e della sua scorta. Il terrorismo sarà sostanzialmente
sconfitto successivamente, dopo la legge sui "pentiti". Negli anni
80 ci fu una nuova ripresa economica che coincideva con l'ascesa del
socialista Bettino Craxi il quale controllava la politica
italiana pur disponendo di un consenso elettorale limitato. L’azione
politica dei governi di marca D.C. e P.S.I. di questi anni
portava l'Italia ad un pauroso deficit: aumento del debito pubblico,
rallentamento della produzione, svalutazione della lira, aumento
dell'offensiva mafiosa, ed il dilagare della corruzione a tutti i
livelli. Le indagini della Magistratura portavano ad una serie di
incriminazioni (Tangentopoli-Mani pulite) che vedranno salire sul
banco degli imputati i principali protagonisti di quel periodo, anche se
poi quasi nessuno conoscerà il carcere. Craxi pur di evitare il
processo fuggirà in Tunisia, dove moriva nel 1999.Con il crollo
del comunismo, il P.C.I. italiano cambiava nome e politica
diventando prima P.D.S. e successivamente D.S. non prima
di aver dato luogo a scissioni (P.R.C.- Comunisti Unitari-Comunisti
Italiani). |