Visita della madre morta

Questo fatto accadde circa ventisei, ventisette anni addietro, nel mese di giugno, quando i contadini che avevano dei vigneti, usavano far seccare l’erba che nasceva sotto le viti per lasciare più nutrimento alla pianta, ed è proprio questo quello che fecero Tina, una signora di 37 anni e suo marito Totò. A quel tempo, non vi erano tutte le attrezzature che si usavano oggi per far seccare l’erba, tutto era molto più faticoso e complicato, generalmente l’uomo era colui addetto a buttare con la pompa il medicinale sull’erba, mentre la donna doveva portare l’acqua contenuta in dei recipienti trasparenti a spalle all’uomo tutto ciò era molto faticoso, soprattutto se fatto in una giornata afosa proprio come quella in cui si svolse il misterioso evento. Mentre Tina e Totò erano intenti nel loro lavoro, tutto ad un tratto sentirono una voce che gridava: “Totò, Totoo”. Totò a quel richiamo, guardò di scatto sua moglie impallidito perché quella voce gli sembrava proprio quella di sua madre morta da dieci anni, che usava chiamarlo in quel modo, non solo il tono della voce era uguale, ma anche l’abitudine di ripetere il suo nome per ben due volte quando doveva chiamarlo. Tesero dunque l’orecchio per riascoltare quel grido, ma non udirono più nulla, quindi credendo di aver avuto una allucinazione, continuarono a lavorare. Ma ad un certo punto si levò nuovamente nell’aria quella voce: “Totò, Totò” per ben due altre volte. A quel punto i due colti dalla curiosità anche se un po’ impauriti poiché ormai non avevano più dubbi sulla voce che ascoltavano, iniziarono a guardarsi attorno per capire da quale punto provenisse quel grido. Smisero così di lavorare, Tina lasciato il recipiente in mezzo al campo, si recò verso un albero di albicocche arrampicandosi sopra con molta facilità, dato che il tronco dell’albero era molto basso e iniziò così a guardarsi attorno, ad un certo punto il suo sguardo si fermò sulla figura di una donna di bassa statura, che aveva un fazzoletto bianco in testa, e un vestito lungo di colore nero. Tina con il cuore che le palpitava in petto si girò verso il marito e gli fece segno di recarsi là dove lei vedeva quella signora gridandogli: “Eccola Totò! Eccola! Eccola è tua madre!”. Sua marito con passo rapido iniziò ad inseguire quella donna, e quanto più si avvicinava, più gli sembrava sua madre, ma ella, non si lasciava raggiungere scompigliando le viti al suo passaggio finché poi non scomparse nel nulla a distanza di pochi metri da Totò. Di lei rimase soltanto, per qualche istante, il frastagliarsi delle foglie delle viti al suo passaggio. Non potevano neanche pensare che fosse stato il vento a far muovere le foglie, perché quel giorno non vi era una folata di vento e il caldo era quasi soffocante. Dopo quella misteriosa visione, Tina e Totò, decisero di smettere di lavorare per quel giorno, nonostante non avessero terminato il lavoro, e tornarono a casa sulla loro vespa in silenzio, senza dirsi una parola su quanto avevano appena visto e durante il tragitto, Tina si voltava di tanto in tanto per vedere se quella donna era dietro di loro. Così tornarono a casa tremanti raccontando ai loro parenti ciò che avevano visto. Da quel giorno ad oggi sono trascorsi circa ventisei anni, ma tutte le volte che provano a raccontare questa loro esperienza così misteriosa, ripercorrono le stesse emozioni e gli stessi brividi di allora.

RACCONTO DI TINA MANGIA DI ANNI 63 (Residente a Veglie in Via Leverano) DATA 1 giugno 1998