“Puru lu Pizzu?”

C’era una volta una coppia di freschi sposini, lei era una ragazza molto timida che assecondava sempre il marito, mentre lui era un ragazzo spavaldo che al contrario aveva sempre la meglio su sua moglie soprattutto quando si trattava di pranzare o cenare, infatti tutte le volte che si accingevano a mangiare qualcosa, il marito diceva: “Santi Maria, o tutto io o tutto tu”. Naturalmente la moglie a causa della sua timidezza ella preferiva lasciare tutto al marito il quale con grande avidità mangiava tutto ciò che gli si presentava dinanzi lasciando la poveretta in completo digiuno. Questo accadeva tutte le volte che si doveva mangiare. Intanto Maria deperiva sempre di più, finché un giorno sua madre vedendola così magra, la implorò a dirle che cosa la affliggeva, tanto da deprimerla fino a quel punto, preoccupata al pensiero che il marito la potesse picchiare. Maria dopo tante insistenze da parte della madre, decise di svelarle il suo segreto spiegandole la causa del dimagrimento. La madre allora, dispiaciuta per la figlia, dopo aver saputo di quanto fosse affamata, uccise un gallo solo per lei e le impose, nel momento in cui il marito le avrebbe ripetuto la sua fatidica frase: “O tutto io, o tutto tu” di dirgli che era giunto il momento di mangiare tutto lei. Così il gallo fu preparato tutto a puntino mentre il marito lo guardava con una certa acquolina in bocca immagginandosi mentre divorava quell’appetitoso bocconcino. Ma nel momento in cui pronunciò la solita frase, si sentì dire dalla moglie, con suo stupore che il gallo doveva mangiarlo tutto lei. Con la grande fame che aveva Maria, divorò con avidità il suo cibo mentre il marito la guardava stupefatto, dicendo di tanto in tanto: “Tutto Maria, ma proprio tutto?” e lei rispondeva: “Tutto! tutto!”. Quando arrivò alla testa disse: “Maria pure il pizzo?” e lei: “Pure il pizzo!”. Vedendo la moglie mangiare il gallo senza neanche farglielo assaggiare neanche un po’, per la grande sofferenza, iniziò a sentirsi male, mentre continuava a sussurrare: “Maria pure il pizzo?” e lei: “Pure il pizzo! Pure il pizzo!”. Vedendo che le condizioni del marito si aggravavano sempre di più, Maria decise di chiamare il notaio. Maria e il marito infatti possedevano un terreno che aveva proprio questo nome, così quando il notaio sentì pronunciare la frase: “Pure il pizzo”, prima della sua morte e sotto il suo consenso, stipulò il terreno soprannominato “PIZZO” alla moglie. Così Maria dopo tanta sofferenza, si mangiò tutto il gallo e ricevette in eredità anche quel piccolo pezzo di terra, che in fondo si era meritato.

RACCONTO DI ITALA TRISOLINI DI ANNI 65 (Residente a Veglie in Via Isonzo) DATA 9 maggio 1998