Nonno Biagio

A Veglie, tanto tempo addietro, viveva un uomo molto vecchio di nome Biagio conosciuto da tutti i compaesani per la sua grande avarizia. Il signor Biagio possedeva un piccolo giardino in cui vi erano piantati degli alberi di frutta e che si affacciava sulla strada in cui era situata la scuola elementare del paese. Quando i bambini uscivano dall’istituto scolastico, guardavano, con una certa acquolina in bocca tutte quelle delizie che il giardino conteneva, ma non potevano avvicinarsi perché il padrone era subito pronto a sgridarli. Fu così che un gruppo di amici, un giorno, uscendo da scuola, decisero di organizzargli un piccolo scherzetto raccontandogli una bugia. Dato che in quel periodo correva voce che di notte, le anime dei morti e gli spiriti maligni, giravano vaganti per le vie del paese, sfruttarono questa diceria per far spaventare il signor Biagio, sapendo che la notte dormiva nel pagliaio situato nel giardino, per far da sentinella al suo piccolo tesoro. Nel raccontare questa storia i ragazzi aggiunsero un piccolo particolare da loro inventato, e cioè che le anime uscivano proprio dal retro del suo pagliaio. Con grande soddisfazione, notarono da alcune espressioni che il viso del signor Biagio assumeva, che l’uomo si stesse lasciando convincere. Fu allora che il signor Biagio decise di non dormire più durante la notte nel pagliaio; ma ciò gli fu impedito dalla moglie che venuta a sapere delle ragioni di tale gesto, lo obbligò ad andarci. Proprio quella notte, il tempo non era promettente, il cielo si presentava carico di nuvoloni spinti da un gelido vento notturno. I tre ragazzi giunti nell’orto, convinti che il vecchio Biagio non ci fosse, dovettero ricredersi nel vederlo arrivare. Essi non si lasciarono scoraggiare nel loro intento, anzi decisero di rendere ancora più pesante lo scherzo. Forniti di un lenzuolo bianco, se lo avvolsero attorno e per rendere il fatto ancora più irreale, misero una lanterna accesa in testa sotto il lenzuolo. Così conciati comparvero improvvisamente dinanzi al signor Biagio, avanzando lentamente verso di lui e recitando questa strofa: “Esca fuori nonno Biagio dal capanno al tuo villaggio, quando erano i tempi antichi mangiavamo questi fichi, ed ora che siamo morti, passeggiamo tra gli orti”. Nonno Biagio impaurito da quella orrenda visione, si fece indietro cercando di rifugiassi nel pagliaio. Ma le anime si avvicinarono sempre più ripetendo il solito ritornello e facendogli credere che ciò che lui aveva dinanzi erano dei veri e propri spiriti parlanti. Sempre più vicini a lui continuarono a ripetere il loro ritornello: “Esca fuori nonno Biagio dal capanno al tuo villaggio, e se vuoi vincere all’ENALOTTO, gioca 6, 2 e 48. Quando erano i tempi antichi mangiavamo questi fichi ed ora che siamo morti passeggiamo tra gli orti”. Il nonno si tirò sempre più indietro fino a toccare con le spalle il pagliaio che quasi stava per sfondare sotto il peso dell’uomo. Poi spaventato, prese coraggio e rispose loro: “Signori morti, andate e mangiate i fichi per quanto ne volete e se le gambe mi reggessero, vi porterei anche un fiasco di vino buono”.

RACCONTO DI QUARTA ANTONIO DI ANNI 63 (Residente a Veglie in Via Liguria) DATA 14 aprile 1998