Lo Scjakuddi (Folletto)

Lo scjakuddi era il daimon dei greci che spesse volte prendeva a simpatia l'uomo, altre volte lo tormentava. Chi dice di averlo visto lo descrive come un ometto molto basso, con un cappellino rosso a sonagli e sempre ben vestito. Lo scjakuddi nel corso dei secoli è entrato a far parte della fantasia popolare. Avvenimenti molto strani erano attribuiti al folletto. Assumeva diversi atteggiamenti. Molte volte era dispettoso, prepotente, capriccioso; altre volte era allegro, buono, remissivo e agevolava la famiglia che gli stava a cuore. La sua dimora preferita era la stalla e si innamorava molto spesso della cavalla o dell'asinella. La accarezzava e trascorreva molto tempo insieme a lei. Se i cavalli non gli permettevano di mangiare la biada, diventava dispettoso ed intrecciava le loro code. Gli anziani hanno sempre visto nello scjakuddi l'anima di un morto che non aveva ricevuto i sacramenti. Nessun documento accerta la presenza di queti folletti, ma nel corso dei secoli la minuziosa descrizione di questi avvenimenti ha affascinato ed impaurito intere generazioni.