La leggenda di San Giovanni Battista

Protettore di Veglie, è San Giovanni Battista, al quale sono dedicate due feste: una religiosa il 24 giugno e una civile la seconda domenica di agosto. Il culto di San Giovanni Battista è molto antico. Nella Chiesa parrocchiale esiste ancora una nicchia dell’XI sec. che conteneva l’originale statua del Santo. Il protettore del paese, conosciuto nelle zone vicine come “San Giovanni di Veglie”, ha una particolarità: è raffigurato come un bambino, sebbene con i caratteristici simboli del Battista. La sua scelta a Patrono, fu determinata da un episodio: era antica tradizione che una statua di San Giovanni, venisse portata da Veglie a Salice dove esisteva fin dal milleuno una chiesetta a lui dedicata. Un anno, giunta la processione al confine del feudo vegliese, la statua divenne così pesante che non fu possibile procedere oltre; essa ridivenne leggera quando la processione fece l’atto di tornare indietro. I vegliesi capirono allora che San Giovanni non voleva allontanarsi dal suo paese perciò cancellarono la tradizione della statua pellegrina ed elessero il santo a Patrono di Veglie. Ma fecero anche dell’altro: per perpetuare il ricordo di quell’evento straordinario, posero un grande masso di tufo (“una finita”) giusto sul confine tra i feudi. Sulla faccia del masso che guardava verso Veglie, incisero una “V”, sull’altra che era rivolta verso Salice una “S” e sulla parte superiore una croce. Quella “finita” era visibile fino a qualche anno fa; poi durante i lavori di sistemazione di una strada, essa è scomparsa, come scompaiono tante altre testimonianze storiche. A San Giovanni battista erano dedicate le preghiere dei vegliesi, specialmente per chiedere la protezione dai temporali. Ancora oggi i più anziani ricordano un’antica invocazione al Patrono: “Aùsate San Giovanni e nno ddurmire cca isciu iou tthre ttièmpure inire: unu ti acqua, unu ti ientu unu ti thristu mmale tiempu. A mmare, a mmare, a ddò no ccanta càddhru, a ddò no lluce luna, male no ffare a nnuddhra criatura!” (Alzati San Giovanni e non dormire, perché io vedo dormire tre tempeste: una d’acqua, una di vento, una di maltempo. Porta il temporale a mare, a mare dove non canta il gallo, dove non sorge la luna, dove non fa male a nessuna creatura).

TRATTO DA: SANTI IL REGNO DEI CIELI VISTO DALLA TERRA.
A CURA DI SOCIETÀ’ FONDAMENTALE A.R.L.
ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DI QUOTIDIANO DI LECCE, BRINDISI E TARANTO.
Testo collocato a pag. 376