Castello di Oria
In questo castello, nel 1400, si rifugiò la bellissima Bianca Guiscardi
che era perseguitata da un nobile malvagio che aveva perso la testa per lei.
Costui, con un manipolo di uomini, riuscì ad introdursi nel castello
con l'intento di rapire la splendida amata.
Bianca cercò disperatamente la fuga con le sue serve ma, quando le fu
chiaro che non avrebbe avuto scampo, si pugnalò al cuore.
Bianca attraversa ancora il cortile del castello e si affaccia ancora alle finestre.
Il suo spettro é di un realismo eccezionale: spesso viene scambiata per
una persona in carne ed ossa!!
Se qualcuno, poi, cerca di afferrarla, si sottrae e scompare immediatamente.
Ma il castello in questione pare essere al centro di un'altra misteriosa leggenda che Flavio Moretto ci segnala:
Fino a qualche decennio fa, verso il crepuscolo, quando i vapori
delle vicine paludi si univano ai fumi dei camini, si poteva assistere all'alzarsi
di una densa foschia, in cui la città di Oria restava immersa per molto
tempo. A tal proposito vi sono le testimonianze di piloti americani che, durante
il secondo conflitto mondiale, incontrarono difficoltà nel bombardare
Oria ed il vicino aeroporto militare, proprio a causa di questa foschia. Attorno
a questo fenomeno naturale si è sbizzarrita la fantasia popolare dando
vita alla cosiddetta leggenda di "Oria fumosa" che nella sua versione
romantica esalta l'eroismo di una giovinetta capace di trafiggersi
il seno o precipitare dalla Torre del Salto del Castello, per non cedere ai
sadici desideri del castellano. Esiste anche una versione mitologica della stessa
leggenda che la fa risalire al sacrificio di una bambina avvenuto ad opera di
un re cretese durante la costruzione delle ciclopiche mura difensive della città.
Secondo Strabone i cretesi giunti nell'interno ella regione decisero di fondare
la città di Hyrie (l'attuale Oria) sulle colline più alte del
posto dotandola anche di una poderosa cinta muraria. Secondo la leggenda le
mura appena costruite non ressero crollando come scosse da un terremoto. Il
re, desideroso di portare a termine quell'opera chiese consiglio ai suoi sacerdoti
i quali, dopo aver consultato gli oracoli
emanarono un crudele responso:bisognava cementare le fondamenta delle mura con
il sangue di una vergine. Gli abitanti di Oria inorriditi da tale previsione
si strinsero al petto i loro figli cercando di salvarli dalla minaccia di morte.
Una madre, vedova e molto povera fu però costretta a lasciare al sua
giovane figlia sola per potersi recare nei vicini boschi in cerca di legna da
ardere. La bimba, purtroppo, stanca di starsene chiusa in casa, aprì
la porta e si mise a giocare in strada. Dei soldati, vedendola sola, la rapirono
portandola al re che ordinò il suo sacrificio perché col suo sangue
venisse impastata la malta da porre sotto la prima pietra delle
mura. La madre al suo ritorno saputa la notizia, impazzì dal dolore,
imprecò contro la città sentenziando:"possa tu Oria fumare
nei secoli come arde e brucia oggi il mio cuore". Quella maledizione fu
ascoltata dal cielo ed ancora oggi, mentre nella vicina pianura c'è il
sereno Oria è avvolta da una malinconica nebbia. Da ciò il detto
"A Oria fumosa 'ccitera 'nna carosa,
tant'era picciredda, ca si la mintera 'mposcia"( A Oria fumosa uccisero
una bambina, era tanto piccola che se la misero in tasca).