Leggenda sui campanili delle Alpi

I montanari narrano antiche leggende sui campanili.
In un villaggio alpino vi era un paesetto la cui cappella era senza campane.
Un giorno, comparve un signore che, discorrendo alla buona con i pastori, promise per l’anno dopo, un
bel regalo. Infatti dopo un anno, riapparve portando una campana per la cappella.
Fu un giorno di gioia per i montanari che volevano regalare a quel signore burro, formaggio, tutto quello
che avevano; ma lui non volle nulla.

Il giorno seguente pèrò incontrarono ancora quel signore ed ecco comparire un vecchio che, rivoltosi al
benefico sconosciuto gli disse: “Ti conosco; tu sei il diavolo. Perché hai regalato quella campana?”
Il diavolo non potè negare e disse che aveva fatto quel dono affinchè i montanari andassero alla cappella
solo quando erano chiamati dalla campana e così avrebbero pregato meno; prima invece vi andavano
troppo presto e pregavano di più:
La campana fu tenuta, ma i montanari continuarono a pregare a lungo, perché il diavolo non raggiungesse
il suo scopo e fosse beffato.

Il diavolo è protagonista di molte leggende piemontesi; è cattivo, nemico degli uomini, trasporta enormi
macigni da un luogo all’altro, costruisce strani rifugi o distrugge quel che ha fatto l’uomo.
Anche il Rocciamelone, nelle Alpi Graie, ha la sua antica leggenda; essa dice che era impossibile giungere
in cima al monte perché vi stavano dei demoni i quali, per difendere un tesoro raccolto lassù, gettavano
sassi su chi volesse salirvi.
Un giorno, il marchese Arduino, con vari sacerdoti vi salì ed a quella vista i diavoli fuggirono, ma il tesoro
purtroppo non fu trovato!
Dove si vede qualche grosso macigno in bilico, si dice che ve l’abbia portato il diavolo. Così tra l’alta Val
Sesia e la valle di Gressoney c’è un grosso macigno che si chiama il “sasso del diavolo”.
Narra una leggenda che il diavolo, vedendo che i montanari di Gressoney stavano costruendosi una
chiesa, volle distruggere l’opera cominciata e andò presso la Sesia, a prendere quel macigno e sulle spalle
se lo portò verso la valle di Gressoney per lanciarlo dall’alto, sulla chiesa nascente e seppellirla.
Mentre andava con quel carico, si sentì stanco, tanto stanco che per riprendere fiato dovette posare il
macigno a terra. Quando fece per rimetterlo sulle spalle, il macigno non si mosse; si era attaccato alla
terra in tal modo che neanche il diavolo riusciva a staccarlo. Furibondo gli diede un gran pugno che lo
spaccò e infatti oggi, il “sasso del diavolo” presenta un’enorme fenditura.