Federico Barbarossa, San Pietro e i cavalieri fantasma

Questa leggenda integra quella più famosa di Gagliaudo, il salvatore di Alessandria, durante l'assedio alla città portato dall'imperatore Federico I nel 1174 - 1175. La vicenda parla di un inganno ordito dai nemici di Alessandria, per porre fine al lungo assedio: scavarono un tunnel fin dentro le mura per cogliere di sorpresa l'esercito degli assediati. A svelare l'inganno fu nientemeno che San Pietro, che, quando i soldati stavano per sbucare dal tunnel, scese dal cielo, avvolto in una fulgida luce, sopra un cavallo bianco, nelle mani una spada e le chiavi del paradiso, destò tutta la città e la avvertì del mortale pericolo. I cavalieri alessandrini riuscirono, in tal modo, a contrastare la sortita nemica e, anzi, guidati da San Pietro, uscirono dalla città e misero in fuga tutto l'esercito dell'imperatore, il più potente sovrano d'Europa. A memoria dell'evento prodigioso, nella cattedrale di Alessandria è conservato un dipinto che raffigura San Pietro a cavallo con le chiavi e la spada, nell'atto di spronare i soldati contro uno sbigottito Barbarossa. Il mistero, però, non termina qui, perchè si narra di viaggiatori che, attraversando di notte le campagne alessandrine, abbiano visto strane figure simili ai cavalieri medioevali girovagare furtive e silenziose. I contadini narravano che si trattasse degli spiriti degli antichi cavalieri che avevano sconfitto il Barbarossa, secoli addietro, anime che vanno alla ricerca dei tesori che nascosero da vivi o con una missione speciale da compiere. Attorno a queste "presenze" sono sorti molti racconti. Si narra di una fanciulla aggredita da due delinquenti e salvata dall'improvvisa apparizione di un cavaliere dalle sembianze spaventose; oppure di un guerriero che si aggira di notte nelle zone dove si svolse la battaglia e di tanto in tanto si inginocchia a terra: sarebbe il capitano dell'esercito alessandrino che ringrazia i suoi valorosi soldati morti per la salvezza della città. Versione tratta da: G. Ghilini, Annali di Alessandria, 1666. Giovanni Japichino, Il libro della Croce , studi ed analisi. , 1888