Questa notte NO!
St(e) nott', non(e)!
La notte santa (24/25 Dicembre) è notte d'astinenza. Tra i generati in questa
notte ci sarà il "Lupo Mannaro" che porterà male alla propria famiglia e a tutta
la collettività. Non tutti saranno lupi mannari. Uno solo. Il primo. Gli altri:
se femmine, sterili; se maschi, impotenti. Solo la "donna con la piuma di struzzo"
fecondata dalla spèra del sole (dal raggio del sole) restituirà l'orgasmo alle
femmine e la virilità ai maschi. Il lupo mannaro rimarrà lupo mannaro. Lo sentiranno
urlare tra le acacie - da kosht' du mied'k' arrèt' u pèlazz' d' donv'ttori(e)
o 'mbèr' i f'ntènèll' (Della costa del medico, dietro il palazzo di Don Vittorio
o verso le fontanelle). Urlerà alla luna piena il suo dolore. La sua disperazione.
Si rotolerà in mezzo alle spine, invocando la morte. Né uomo, né lupo vero.
Solo "essere" in pena. ... e la luna, chiusa in un perfetto e luminosissimo
cerchio, verserà, sopra la terra, il tesoro della sua rugiada. Giù per la Costa
del Medico ... lo sentiranno urlare tra le acacie - 'ball' pa' kosht' du mied'k'
arrèt' u pèlazz' d' donv'ttori(e) o 'mbèr' i f'ntènèll' (giù per la costa del
medico, dietro il palazzo di Don Vittorio o verso le fontanelle). Clicca qui
per ascoltare la pronuncia dialettale 117 Kb Scendendo per la "Costa del Medico",
dietro il palazzo di Don Vittorio (Lato NORD OVEST del paese) si attraversa
un fitto bosco di acacie e di rovi, dove il camminare non è agevole. Seguendo
l'erto sentiero, in mezzo agli alberi, si intravede un rudere strano: è il mulino
ad acqua di Mèrucch'. Esso era posto sulla sponda Nord del Torrente Tocca. Un
canale sopraelevato prelevava l'acqua a monte di una cascata e la portava sino
a due grosse e profonde cisterne. Naturalmente questo mulino, data la scarsità
d'acqua, funzionava soltanto nel periodo invernale. In questo periodo si macinava
giorno e notte senza interruzione... poi... sarebbe venuto Maggio e l'acqua
sarebbe stato un ricordo! Dalle cisterne, l'acqua scendeva in una grotta dove
era posta la ruota dentata (di solito in legno) che poi trasmetteva il movimento
alla macina. I luoghi sono aspri e possiamo immaginare il lupo mannaro correre
tra queste balze, urlare e lamentarsi alla luna; i contadini, in compagnia del
mugnaio, che, attendendo il turno per macinare, raccontavano strane storie di
paure, di lupi veri, di lupi mannari e di streghe. E, a un rumore più forte,
si affacciavano alla finestra del mulino e guardavano in su, verso il paese,
dove qualche lumino indicava che c'era qualcuno ancora sveglio e poi guardavano
verso il ponte, per vedere chi stesse arrivando e, non vedendo nessuno, rientravano
e... ...continuavano a raccontare storie di fantasmi, di lupi, di paure e di
streghe...
Testo: Giuseppantonio Cristofaro