La Vendemmia
In occasione della vendemmia il lavoro manuale del vignaiolo
si trasformava in rito sacrale. Ringraziamento - esaltazione - gioia. Era la
conclusione di un anno di lavoro e di preoccupazioni. "Il vero modo di fare
buon vino è cogliere le uve mediocremente mature…. Le uve acerbe fanno i vini
aspri, asciutti….le uve troppo mature fanno i vini flosci e meno saporiti. (Filiberati.
1668). A Ripabottoni fino ai primi anni del 1900, iniziare la vendemmia senza
l'autorizzazione civica costituiva infrazione. Il vignaiolo decreta la vendemmia
quando, passando tra i filari, "sente" il momento magico della raccolta, ricorrendo
ad esperimenti empirici: "Togli un acino dal grappolo e, se lo spazio lasciato
libero viene subito riempito dagli acini adiacenti, l'uva è matura". A dire
la parola definitiva sarà la luna. Uno sguardo al calendario.., che la luna
sia calante..; uno sguardo al cielo, uno alla Montagna! La Montagna mette il
cappello? Il gallo canta "contr'ora"?. Male segno. Nebbia e pioggia… "Vendemmiare
non è facile. Devi anche scegliere l'ora esatta, il momento giusto" "Non far
vendemmia quando le uve son bagnate, ma neanche farlo prima che il sole non
sia ben alto, che abbia asciutto la rugiada, e che l'aria sia piuttosto calda
che fredda". Non sapremo mai quando l'uomo ha scoperto il frutto della vite.
Eppure da allora si ripetono ovunque gli stessi gesti antichi: il grappolo è
raccolto con delicatezza, perché non si sgrani o smosti. Diversi i recipienti
per forma, capacità e materiale. Da noi: a tìn' - i t'nêcche - (Le bigonce)
- ê césht' d' cann'. E mentre si taglia l'uva la leggera ebbrezza di effluvi
alcolici eccitano e suscitano strani fermenti e stupore. Folklore La vendemmia
è il giorno della partecipazione alla gioia comune. Famosi i giochi e gli scherzi,
fra cui da ricordare "l'ammoshtate". La ragazza spiaccica un grappolo di uva
sulla faccia del corteggiatore: Un modo per dire:"non disperare, insisti". Ma
pure agli estranei, che vengono a vedere tagliare l'uva. Le ragazze, addette
al trasporto dell'uva, fresche di gioia e di vita, cantano l'amore. Negli occhi
delle portatrici d'acqua fame di baci. E, al momento dei pasti, inebriarsi del
profumo di cose buone, rustiche, appetitose. E la sera: la letizia di un comune
pasto, dopo un comune lavoro: una enorme pasta asciutta dalla quale tutti attingono
letizia ed energia per una notte di ballo e d'amore. E alle prime luci dell'alba
il vignaiolo agli ospiti: La vendemmia è finita, ma la natura ce ne darà un'altra
il prossimo anno, (se Dio vuole) "Se vò Dì".
Testo: Giuseppantonio Cristofaro