L'Ascensione
La notte delle streghe.
Secondo un'antica credenza ora del tutto dimenticata, nella notte che precede
l'Ascensione, passano nel cielo migliaia di streghe. A Ripabottoni era usanza
che quella sera, infilatici sotto le coperte, i piedi incrociati, le mani strette
al petto, si recitasse, a mò di scongiuro: - Sopr'acqua e sotto vento, sott'a
noce di Benevento. Sotto quel noce, ogni anno, in occasione dell'ascensione,
c'è la riunione plenaria delle streghe. L'ascesa di Gesù al cielo difende dagli
influssi maligni tutte le persone che gli si affidano questa notte. Secondo
un'altra tradizione, in questo giorno, dotato di una misteriosa sacralità, la
vita animale e vegetale rimane sospesa. Alla mezzanotte un angelo comparirebbe
improvvisamente benedicendo le acque, comunicandovi un'energia ristoratrice
per i malati che vi si immergono. Nel corso della giornata una gallina deporrebbe
un uovo dalle doti straordinarie per un anno intero. L'uovo dell'Ascensione:
scaldato al fuoco trasuda un liquido che guarisce i neonati colpiti da deformità;
raccoglie attorno a sé tutte le formiche che infestano una pianta. L'uovo conservato
a lungo nell'angolo più buio delle case e dei vecchi casolari rustici serviva
a proteggere contro il maltempo, i naufragi e le tempeste. Una delle tradizioni
scomparse da molti anni è la seguente: Le donne esponevano sul davanzale delle
finestre una lucerna accesa. La spegnevano con le prime luci dell'alba, conservando
l'olio non bruciato e se ne servivano per guarire le mammelle delle donne e
delle bestie, malate di mastite. Nel soltistizio d'estate - la vigilia di mezza
estate (23 giugno) o a mezza estate (24 giugno) si svolgevano le feste del fuoco.
Questi fuochi erano chiamati fuochi di San Giovanni Battista. Il solstizio d'estate,
che segna il punto culminante del viaggio del sole, ha sempre destato nei contadini
un'ansia piena d'attesa e di smarrimento. E vedendo il sole in difficoltà di
fronte ai vasti mutamenti ciclici della natura credono di poterlo aiutare nella
sua apparente discesa accendendo fuochi . I caratteri importanti della celebrazione
di mezza estate sono i falò, le processioni per i campi con le torce accese
e l'uso di far rotolare, da un colle, un'enorme ruota di rovi e paglia accesi.
E mentre ruota le donne cantano piene di gioia; dalla valle rispondono gli uomini.
Molti bruciano nel fuoco ossa e lorderie varie per produrre un fumo nauseabondo.
Tale fumo allontana i demoni che copulano con le streghe, eccitate dai calori
estivi, lasciando cadere nei pozzi il loro seme. Attorno ai fuochi si radunano
i giovani e i vecchi e passano il tempo cantando e ballando. Ognuno, andandosene,
getterà una mazzetta di verbena nel fuoco dicendo: - Possa tutta la mia sfortuna
andarsene ed essere bruciata come questi. Dopo una lunga pausa arrivano gli
allevatori con il bestiame. Tra urla e fischi il bestiame viene cacciato attraverso
il fuoco, per guarire le bestie malate e tenere lontane da ogni male durante
l'anno, quelle sane. Chi salta il fuoco è sicuro di non dover soffrire il mal
di reni per tutto l'anno. Lasciato il falò, ridotto a brace, gli uomini e le
donne passano alla ricerca delle lumache. Gli uomini le cercano lungo i cunettoni,
nei prati, nelle cardaie, 'mmónt' pi'mmèrz' (su per le salite) e sotto le frasche
degli sterpai, facendosi luce con le lanterne. Le donne tengono loro compagnia,
suonando campanacci, casseruole, trombette, fischietti… per allontanare le streghe
che passano per quelle parti, dirette a Benevento. L'indomani, San Giovanni
Battista, mangiando le lumache, diranno: Per ogni cornetto mangiato, un malanno
scongiurato. E ancora: E' chammèrik (Le lumache) di San Giovanni portano fortuna,
liberano dagli influssi maligni e tengono lontano le corna dalla casa mia. La
mattina di San Giovanni (24 Giugno) , le persone passano nei pressi del fuoco
spento. Marciano tre volte intorno al mucchio di cenere. Si avvicinano, si inginocchiano,
prendono un po' di cenere e con essa si stropicciano i capelli e il corpo. Molti
si denudano perché possano frizionare tutte le parti del corpo con la cenere
del falò. Per ultime arrivano le "monache di casa". Raccolgono un po' di cenere
in una sacca, a suo tempo inzuppata nel mortaio dell'acquasanta, in chiesa.
Se ne serviranno per confezionare gli - abbètièll'- che scongiureranno il malocchio
e le fatture per chi li porterà al collo o nel portafoglio. Le ragazze all'alba
si precipiteranno alla finestra per leggere nell'acqua del catino il loro domani.
Se comparirà, in trasparenza, l'immagine di San Giovanni si sposeranno e avranno
prole. Così pure se passerà, per primo, un uomo scapolo sotto la finestra. Non
basta passare. E' necessario che si chini a raccogliere qualcosa da terra.
Giugno 2000
Testo: Giuseppantonio Cristofaro