La storia impossibile degli Orchi di Cepina

A Cepina c'è ancora chi ricorda di aver ascoltato durante le lunghe sere invernali, la storia di strani episodi burleschi capitati ad alcuni contadini e di un brutto sortilegio tramato ai danni di una giovane. Era inverno, i pastori come al solito si alzavano all'alba per dar da mangiare al bestiame. Quella mattina tutto il paese era ricoperto da una coltre bianca di neve, tutto era candido e silenzioso. Battista, che era sempre il primo ad alzarsi, notò delle impronte insolite lungo tutta la stradicciola che correva tra le case. "Eppure non si è sentito nessuno questa notte!" pensò e così dicendo, si avviò verso la stalla. Aperta la porta, fu salutato da un insolito belato, che gli fece fare un salto indietro e poco mancò che finisse a gambe all'aria. Invita sua non aveva mai avuto pecore e ora di punto in bianco se ne trovava una nella stalla!!! Non era possibile! Ma il guaio più grosso era che la sua mucca era sparita!!! Una pecora al posto di una mucca!!! Potrai immaginare che situazione; era adirato e non sapeva cosa fare. Ritornò sui suoi passi e si affacciò all'uscio, proprio in quell'istante incontrò niente di meno che Tommaso. Proprio lui doveva incontrare, non si parlavano da tanto tempo a causa di una lite scoppiata tra le loro mogli!!! Ma la cosa ancor più incredibile fu sentire Tommaso gridare: "Mi hanno rubato la pecora più bella, al suo posto mi hanno lasciato un asino che non sta nemmeno in piedi da solo!!! Povero me!!! Ma non era ancora finita. Una voce cavernosa e arrabbiata giunse ai due uomini dal fondo della contrada, era Bastiano che urlava come un pazzo: "Non c'è più il mio asino, mi serviva per portare la roba in montagna, me l'hanno rubato, me l'hanno rubato!!! Sono rovinato". A questo punto i tre uomini decisero di fare un giro nelle stalle della contrada per vedere cosa fosse veramente successo. Cominciarono proprio da quella di Bastiano e vi trovarono la mucca di Battista. Questi fu sul punto di prendere a pedate il povero Bastiano, che nel frattempo era diventato di tutti i colori e farfugliava: "Io non ne so niente!!" Io non so niente!! Niente di niente!" Uno alla volta anche la pecora e l'asino ritornarono ai loro rispettivi padroni. Atti analoghi capitarono anche ad altri contadini e il paese quella mattina, sembrava impazzito, tutti erano stravolti. Nessuno poteva sospettare chi fosse l'autore di quelle burle. Alcuni giorni dopo, le vittime prescelte furono le donne, che per poco non si accapigliarono. Gelsomina quella sera aveva lasciato la scopa sulla porta di casa e al mattino la vide proprio di fianco all'uscio di Pina. Andò a riprendersela, piantandosi sulla soglia della povera Pina, con tanto di mani ai fianchi e con una furia che le schizzava dagli occhi. E che ci provasse ancora con questi scherzi, l'avrebbe sistemata lei la faccenda!!! A Carolina, invece, venne a mancare una gallina, ma non se la prese poi tanto male, e il giorno dopo nel pollaio si trovò niente di meno che un tacchino. Nessuno venne a reclamarlo e lei se Io allevò, fin quando fu bello grasso... In poco tempo nel paese accaddero liti furibonde e fatti sempre più strani. Qualcuno cominciò a dire di avere visto degli sconosciuti che si aggiravano, per il paese alla sera, cercando di non farsi notare. Si stabilì, allora, di fare dei turni di guardia, ma non servirono a niente. I fatti strani continuarono a capitare, ma non si riusciva a rintracciare i responsabili. La gente era ormai abituata a queste strane situazioni e non ci faceva più molto caso. Solo Rino, il più anziano del paese, ricordò, così per caso, di aver sentito parlare da piccolo di un orco che viveva ai margini del bosco. Era un orco dai poteri straordinari, capace di assumere sembianze impensabili. In breve in paese tutti ne parlavano, ma dell'orco nessuna traccia. Infatti ora si trasformava in un nero corvo, ora in un merlo, poi in men che non si dica in gatto, in topo, e così via, a seconda dell'occasione e della necessità. Dopo aver combinato un sacco di guai, se la rideva in barba a tutti!!!

Località: Cepina
Fonte: Colturi Elvira, anni 82 - Valdisotto
Sta in: L. Rini-Lombardini, In Valtellina, colori di leggende e tradizioni, Sondrio 1961.